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DOPPIO COLPO

23/03/2008

Solidarietà  con le F.A.R.C.
La Resistenza colombiana non ha fatto in tempo ad assorbire il gravissimo colpo del 1 marzo scorso, quando un'attacco militare delle forze speciali di Uribe (con l'aiuto determinante dei servizi segreti militari USA), uccise il Comandante Raul Reyes; che ne ha dovuto subire un altro. All'alba del 7 marzo un traditore si presenta alla caserma di San Matteo (al confine tra le provincie di Caldas e Antioquia), con il computer e il passaporto del leggendario comandante in capo delle FARC: Ivan Rios. Il traditore in questione era una delle sue guardie del corpo. Egli si presenta dicendo di averlo ucciso, e come prova tangibile sbatte sul tavolo una mano mozzata, tagliata con una motosega. Era proprio quella di Ivan.
Per questa ostentazione di civiltà , hanno esultato Uribe e Bush. Ma gaudono sadicamente anche gli intellettuali liberali arruolati in servizio permanente effettivo.

Emblematico ਠquanto ad esempio scrive, sul Corriere della Sera di oggi 23 marzo (Pasqua- giorno di Resurrezione, di Redenzione e di speranza), l'ebreo-sionista, nuovo filosofo dei nostri stivali, Bernard-Henri Là¨vy, in morte di Ivan Rios: "Una vera soddisfazione, anche questo bisogna dirlo e con fermezza, all'idea che le FARC, diventate una gang, una mafia, volino da una sconfitta all'altra e si stiano avvicinando alla tanto sospirata resa".

Se l'esultanza ਠraccapricciante, il sinistro augurio di una resa della Resistenza colombiana appare come il vaticinio di un ciarlatano, il cui spessore filosofico ਠinversamente proporzionale al suo servilismo. Pasqua, giorno di Resurrezione, di Redenzione e di speranza. Noi non solo speriamo che non sia lontano il giorno in cui il popolo colombiano si libererà  della gang degli oligarchi che l'opprimono. Noi di una cosa siamo certi, e la storia colombiana ce lo conferma, che la resa delle FARC, smentendo tutti i profeti di sventura, non ci sarà  mai.

FARC-EP: COMUNICATO SULLA MORTE DI IVàN RàOS

1. Informiamo l'opinione pubblica nazionale ed internazionale che all'alba del 7 marzo ਠstato assassinato da infiltrati dall'esercito, insieme alla sua compagna, il Comandante e membro del Segretariato Iván Rà­os. Con un gesto che riflette il degrado della guerra, gli assassini hanno tagliato la mano destra del Comandante per presentarla come trofeo e prova della loro azione al colonnello della VIII Brigata dell'esercito, quale macabra esigenza dei comandi militari colombiani imparentati con la motosega. Per coprire questo codardo e vile assassinio, il Procuratore Generale Mario Iguarán, con impudico cinismo, pretende di collegarlo ad un atto di legittima difesa.

2. Rendiamo un sentito tributo al Comandante guerrigliero sventolando la bandiera del socialismo bolivariano. I nostri non muoiono al momento del loro decesso, giacchà© continuano a vivere nel progetto politico e sociale delle FARC e nell'anelito di pace e dignità  del popolo. Iván Rà­os era entrato nel V Fronte nella regione dell'Urabá negli anni '80. Ha trascorso la sua vita guerrigliera forgiando coscienze ed organizzando il popolo; nel 2000 aveva fatto parte, con capacità  ed all'altezza del compito, della Commissione Tematica dei dialoghi nel Caguán, e dal novembre 2003 era diventato membro del Segretariato delle FARC, rimpiazzando l'indimenticabile Efraà­n Guzmán. Coerente col suo giuramento, Iván Rà­os ha dato la vita per la causa dei poveri.

3. Condanniamo l'accanimento del presidente della Colombia e dei comandi militari sui cadaveri dei loro avversari abbattuti. A Iván Rà­os hanno tagliato una mano, e Raúl Reyes ਠstato insultato da morto, durante il Vertice di Rà­o a Santo Domingo, dal presidente che adesso non vuole consegnare i suoi resti funebri. La viltà  dello Stato rende più grande la nobiltà  dei nostri. Hanno paura addirittura dei cadaveri dei guerriglieri bolivariani del secolo XXI, i quali sentono come proprie le lotte dei popoli del continente che fanno parte dell'eroica resistenza contro la spoliazione neoliberale della Nostra America, e che non muoiono perchà© continuano a sognare insieme ai loro compagni ed al popolo la Nuova Colombia, la Patria Grande ed il Socialismo.

4. La guerra che conduciamo ਠgiusta perch੠ਠcontro l'oppressione, per la vita, la pace, la sovranità  popolare e la giustizia sociale. Non importano i milioni e milioni di dollari che il governo degli Stati Uniti elargisce a quello colombiano per finanziare la guerra, se siamo decisi a trionfare.

5. Informiamo il nostro popolo e la comunità  internazionale che il Comandante Mauricio Jaramillo ਠstato designato come nuovo membro del Segretariato delle FARC.

"…Cosa sarebbe la vita senza l'esplosione del tuono della Resistenza nelle nostre mani ed il fuoco della Patria Grande nelle cartucciere…"

Vinceremo!

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-Esercito del Popolo

Montagne della Colombia, 8 marzo 2008