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Comunicato Stampa del Campo Antimperialista - 24 maggio 2004

24/05/2004

Sui prigionieri italiani in Iraq


Comunicato Stampa del Campo Antimperialista

Assisi, 24 maggio 2004, ore 16,00


Sin dalla fine di aprile importanti esponenti della Resistenza irachena hanno compiuto ogni genere di sforzi e speso il loro prestigio per convincere i guerriglieri a liberare i tre italiani catturati il 13
dello stesso mese.
Il 29 aprile Al-kubaisy, Abduljabar, portavoce dell´Alleanza Patriottica Irachena, si faceva latore della richiesta per cui i tre italiani sarebbero stati rilasciati al più presto alla sola condizione
he a prenderli in consegna fosse stata una delegazione del movimento contro la guerra. Accogliendo questa richiesta una delegazione guidata da Gino Strada si ਠrecata prontamente a Bagdad per prendere in consegna i prigionieri.

Abbiamo a più riprese denunciato che l´azione umanitaria di Strada, a causa del suo valore politico, ਠstata non solo vittima di pericolose attenzioni da parte di loschi personaggi; essa ਠstata ostacolata nei modi più diversi dal governo italiano e da chi in Iraq ubbidisce ai suoi interessi. Oltre alle provocatorie e gravissime dichiarazioni pubbliche del Presidente del Consiglio, tutte sfacciatamente nemiche della Resistenza irachena, si sono affastellate improbabili "trattative", segrete e parallele, interferenze, annunci finti e pagamenti di riscatti milionari.

Nemmeno i funerali di Fabrizio Quattrocchi sfuggono a questo gioco sporco. Importanti esponenti del governo chiedono infatti i funerali di Stato, invocando la legge che li prevede per coloro che abbiano reso "particolari servizi alla patria" o che "siano caduti nell´adempimento del dovere o comunque deceduti in conseguenza di azioni terroriste o di criminalità  organizzata".

Nel pieno rispetto dei sentimenti dei suoi familiari, Quattrocchi non puಠessere trasformato in un "salvatore della patria" nà© beatificato come un´eroe nazionale. Farlo sarebbe non solo ipocrita,
rappresenterebbe un gesto pesantemente ostile alla Resistenza del popolo iracheno (equiparata a criminalità  comune) e uno schiaffo ai guerriglieri che debbono rilasciare i tre prigionieri (considerati volgari terroristi). Cosଠfacendo, lungi dall´agevolare il rilascio dei tre italiani, lo si rende ancora più irto di difficoltà .

Condividendo l´appello sottoscritto dai sindaci pugliesi (che hanno chiesto di sospendere la visita in Italia del presidente USA G.W. Bush) e interpretando le legittime istanze della Resistenza irachena, noi condanniamo l´idea di svolgere dei funerali di Stato per Fabrizio Quattrocchi. Non puಠessere dimenticato che egli si trovava armato in Iraq in circostanze oscure, comunque a fianco degli occupanti e non certo del popolo iracheno -per questo la stessa Procura della Repubblica di Genova ha aperto un´inchiesta. Nà© puಠessere taciuto che lo stesso decesso di Quattrocchi ਠavvolto dal più fitto mistero.

Il tutto ਠaggravato dal tentativo di irretire i familiari dei prigionieri in ancelle del governo Berlusconi e suoi sponsor elettorali.

Sarebbe da sciocchi chiedere ad un governo traballante, pesantemente coinvolto in una guerra ingiusta, di cambiare opinione. E´ invece un suo dovere, se davvero, come afferma, ha a cuore la sorte dei tre italiani, che esso rispetti finalmente l´annunciato silenzio stampa, e si astenga, non solo da parate elettorali, ma dal porre in essere ogni tipo di azione che possa pregiudicare in modo irreparabile la liberazione dei tre prigionieri da parte dei guerriglieri iracheni.