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Incontrando Bashir

29/03/2009

Sulla Conferenza internazionale di Solidarietà con il Sudan

Di Moreno Pasquinelli e Maria Grazia Ardizzone    

Khartoum, sabato 28 marzo

Ci troviamo in Sudan, invitati dalla Federazione Nazionale della Gioventù Sudanese (SYNF) e stiamo partecipando al Forum Internazionale della Gioventù in Solidarietà col Sudan. Questo Forum e' stato pensato e organizzato in risposta al recentissimo mandato di cattura internazionale a carico del Presidente sudanese Bashir, emesso dal Tribunale Penale Internazionale, su mandato implicito di Stati Uniti, Israele e dei loro alleati europei.

Il proverbiale senso di ospitalità dei sudanesi ci ha aiutato a superare la stanchezza dovuta ad un lungo viaggio. Fatica ben ricompensata dall’importanza dell'evento. Sono infatti presenti una cinquantina di delegazioni dal Medio Oriente e  dall'Africa. Dall’America Latina molte organizzazioni, impossibilitate a partecipare a causa dei tempi strettissimi con cui il Forum è stato organizzato, hanno inviato calorosi messaggi di auguri e di solidarietà. Gli europei e gli occidentali brillano qui per la loro assenza.

Il primo giorno del Forum ha visto riunirsi le organizzazioni giovanili arabe, le quali hanno discusso come sviluppare una vasta campagna di solidarietà col Sudan e per rispedire al mittente le false accuse di genocidio con cui il Tribunale dell'Aia ha motivato il gravissimo mandato di cattura.

Nel pomeriggio si è svolta la prima sessione plenaria internazionale di tutte le delegazioni presenti.
E' in questa occasione che il Presidente Bashir ha voluto salutare personalmente e presenziare al Forum, svolgendo un intervento estremamente lucido e toccante col quale ha respinto come calunnie le accuse del TPI, denunciandole come un gesto provocatorio, finalizzato, col pretesto di un inesistente "genocidio" in Darfur, a destabilizzare il paese e a dividerlo, il tutto in un disegno politico di dominio neocolonialista di tutta questa delicata area strategica.

Bashir ha anche sottolineato che contrariamente alle accuse occidentali, il suo paese rispetta i diritti umani, i fondamentali principi pluralisti e democratici e, quel che più conta è impegnato in un vasto progetto di trasformazioni sociali a favore del popolo, a partire dall’alfabetizzazione, dalla progressiva estensione dei servizi sociali e sanitari. “E' tutto questo che le potenze imperialiste non possono tollerare, per questo vogliono sabotarci, ridurci al silenzio e magari all'elemosina”.

Bashir ha infine concluso, raccogliendo caldamente lo spirito di vari interventi (tra cui quello di un compagno del Campo Antimperialista) che  il Sudan chiama ad una fattiva solidarietà internazionale, che abbia la stessa forza e lo stesso segno delle mobilitazioni a favore di tutti i popoli che resistono alle aggressioni imperialiste.
Raccogliendo questo appello la nostra delegazione continuerà a svolgere il suo ruolo nelle sessioni di domani e dopodomani, in stretta consonanza con tutte le altre delegazioni presenti a Khartoum.

(continua)