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Comunicato del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

23. January 2007

emesso in occasione del trentanovesimo anniversario della fondazione
(23 gennaio 2007)

Alle masse del nostro eroico popolo palestinese,

l’undici dicembre del 1967 ਠil giorno in cui nacque il Fronte Popolare per
la Liberazione della Palestina (FPLP). Per commemorare questa data, il FPLP,
i suoi dirigenti, i suoi quadri, i suoi militanti ed i suoi combattenti,
rivolgono alle masse del popolo palestinese e degli altri popoli arabi
ovunque si trovino, come pure alle forze dei movimenti di liberazione e
progressisti di tutto il mondo, la loro gratitudine e stima per l’appoggio e
il supporto fornito al FPLP durante gli anni della sua lunga lotta.

Il FPLP saluta le masse della nostra nazione araba ed il popolo palestinese
dei territori palestinesi occupati nel 1948 e nel 1967, della diaspora, e
tutti i martiri del popolo palestinese e della nazione araba che sono morti
sul campo di battaglia per la dignità , difendendo la nostra causa
patriottica e nazionale, ed alla cui testa ci sono i fratelli e compagni Abu
Ali Mustafa, Yaser Arafat, Ahmad Yasin, Fathi Al-Shaqaqui, Zuheir Muhsen,
Tilaat Yacoub, Majed Abu Sharar, Abu Alabbás, Khaled Nazzal, Jihad Gibril,
Hasan Shaker e Fahed Awaad.

Salutiamo anche i combattenti del nostro popolo che si trovano nelle
prigioni dell’occupante sionista e tra i quali vi sono donne, uomini,
bambini ed anziani, cosଠcome salutiamo i fratelli e compagni prigionieri di
distinte fazioni della Resistenza palestinese, tra i quali vi sono il
compagno Segretario Generale del FPLP, Ahmad Saadat, ed il Vicesegretario,
il compagno Malouh.

In questa occasione, desideriamo inviare un sincero saluto anche ai compagni
di Hizballah, i quali hanno dimostrato sul terreno che vincere il nemico
sionista ਠuna possibilità  realistica, contrariamente a quanto affermano e
propagandano alcuni regimi arabi e forze politiche arabe disfattiste.
Salutiamo inoltre la coraggiosa Resistenza irachena, riaffermando il nostro
sentimento di orgoglio per la sua lotta contro le forze di invasione e
occupazione.

Masse del nostro popolo,

fin dalla sua nascita …­ scaturita dalla matrice del Movimento dei
Nazionalisti Arabi …­ il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
ha dimostrato, e continua a farlo, di essere fedele alle lotte e ai
sacrifici del popolo palestinese, senza mai rinunciare, nel corso degli
anni, all’obiettivo più alto per la realizzazione delle ambizioni del nostro
popolo resistente: la liberazione dall’occupazione e lo stabilimento di uno
Stato palestinese democratico su tutta la terra palestinese, come obiettivo
strategico; senza per questo sottovalutare, ovviamente, l’importanza della
realizzazione dell’obiettivo parziale, cioਠlo stabilimento di uno Stato
palestinese indipendente e sovrano sui territori occupati nel 1967, con
Gerusalemme come capitale e garantendo il diritto al ritorno di tutti i
profughi palestinesi alle loro case, da dove furono cacciati nel 1948,
essendo quest’ultimo punto il fondamento stesso dell’obiettivo parziale ed
il ponte attraverso il quale passeremo a realizzare il nostro obiettivo
strategico.

La causa palestinese continua a percorrere un sentiero molto aspro, poichà©
il nemico sionista ed altre componenti determinanti della cosiddetta
Comunità  Internazionale, continuano a violare i diritti nazionali del nostro
popolo, lavorando …­ congiuntamente e con impegno …­ per sopprimere o menomare
tali diritti e per spingere il nostro popolo verso la sottomissione e la
resa. E cosଠil nemico sionista sta mettendo in pratica le forme di
aggressione più orrende contro il nostro popolo, con assassinii, massacri,
demolizioni di case, devastazione ed espropriazione di terre; sta
proseguendo la costruzione dei suoi insediamenti e del suo muro di
separazione razziale; ha stretto un embargo economico e politico
asfissiante; spingendosi, per quanto attiene alle diverse forme di
repressione e tortura, perfino al di là  di quanto fu partorito dalla mente
dei nazisti.

Di fronte a tutto questo, lo scenario interno al popolo palestinese, negli
ultimi giorni, sta vedendo crescere lotte e schieramenti contrapposti che
sono giunti quasi al punto di provocare un’inutile guerra tra palestinesi, à¨
questo un problema che si ਠormai trasformato in un pericolo reale: non
tanto e non solo per le diverse fazioni della Resistenza, ma anche e
soprattutto per la causa nazionale e per tutto il popolo. Essendo questa la
situazione, non vi ਠaltra via d’uscita che quella di sforzarci tutti per
recuperare la coscienza fondamentale dell’interesse nazionale, allontanando
il particolarismo “di fazione” e il fanatismo settario, e di avanzare
seriamente verso la costruzione di una reale unità  nazionale, alla quale
devono partecipare tutte le fazioni politiche e le personalità  patriottiche
palestinesi, ciascuna forza secondo il peso che possiede sul terreno e in
base ad un programma di principi nazionali che garantiscano la
partecipazione di tutti alla costruzione del futuro palestinese.

Esigiamo quindi che tutti, noi inclusi, si occupino della necessità  di
lavorare per la costruzione e il rafforzamento dell’unità  nazionale, poichà©
siamo fortemente convinti che il conseguimento di questa unità  sia
possibile, sempre che ci si sforzi di farla crescere e alimentarla con le
sostanze nutrienti necessarie, che sono costituite dai seguenti punti
fondamentali:

1. La necessità  che tutte le forze politiche, senza eccezioni, partecipino e
lavorino alla ricostruzione e riattivazione dell’OLP(1) …­ in tutti i suoi
organismi, sia di direzione sia di base …­ in quanto l’unica e legittima
rappresentante del popolo palestinese e sulla base del riconoscimento
solenne dei principi nazionali, tanto in forma verbale che nella pratica.

Per quanto riguarda questa necessità , il punto di partenza ਠrappresentato,
nel concreto, dalla immediata ricomposizione, sulla base di elezioni, di un
nuovo Consiglio Nazionale Palestinese e …­ seguendo i procedimenti concordati
tra tutte le fazioni palestinesi lo scorso anno al Cairo, dato che a questo
primo passo dovranno seguirne altri, che riguarderanno il Consiglio
Centrale, il Comitato Esecutivo e gli altri organismi, fino a completare la
riforma democratica dell’OLP …­ puntando in tal modo a garantire il rispetto
dei principi nazionali ed a restituire alla Carta Nazionale Palestinese(2)
il suo giusto valore.

2. L’importanza di continuare la Resistenza in tutte le sue forme, inclusa
la lotta armata, come un’opzione strategica nel confronto con l’occupante,
fino a debellare completamente l’occupazione e senza fare affidamento sui
negoziati con il nemico. Per quanto concerne le negoziazioni, chiediamo che
il dossier palestinese sia trasferito agli uffici delle Nazioni Unite
attraverso la convocazione di una Conferenza Internazionale promossa
dall’ONU, e ciಠin quanto alternativa alle negoziazioni bilaterali col
nemico, ai progetti della “Road Map”(3) e del “Quartetto”,(4) nonchà© ai
tentativi del nemico di imporre soluzioni unilaterali, tutte cose che
invitiamo le forze politiche palestinesi a respingere, tanto nella forma
quanto nel contenuto.

3. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ਠstato tra i primi
a richiedere un governo di unità  nazionale, in seguito alle elezioni
legislative [dell’ANP, NdT] e tenendo conto dei risultati delle stesse. Oggi
continuiamo a ribadire l’importanza della formazione di un governo di questo
tipo, sulla base del Documento della Concordia Nazionale(5) come programma
politico. Allo stesso modo, riaffermiamo la nostra contrarietà  a tutti i
tentativi di sminuire questo documento attraverso l’introduzione di
modifiche o vincolando la sua applicazione ad altri documenti che potrebbero
annullarla o menomarne il contenuto.

Poichà© il governo di unità  nazionale ਠuna delle preoccupazioni più
importanti del nostro popolo e delle sue organizzazioni di Resistenza,
sollecitiamo tutti a tener conto della necessità  che alle trattative per la
formazione del governo partecipino tutte queste organizzazioni, più le forze
vive del popolo palestinese, e quindi a non cercare di appropriarsi
anticipatamente, monopolizzandole, di funzioni o assegnazioni particolari.

4. Nonostante l’accordo concluso tra cinque organizzazioni della Resistenza
per sospendere il lancio di razzi in cambio della fine delle aggressioni del
nemico contro il nostro popolo, il nemico prosegue la sua aggressione contro
il nostro popolo in Cisgiordania.

Indipendentemente dal modo in cui le altre organizzazioni della Resistenza
interpreteranno l’accordo citato, noi lo tratteremo nella seguente maniera:
a) la sospensione del lancio di razzi ਠsubordinata al ritiro delle truppe
sioniste dalle zone rioccupate a Gaza e in Cisgiordania, e inoltre
all’impegno del nemico nel fermare le invasioni e le aggressioni, sia quelle
condotte attraverso bombardamenti, assassinii, persecuzioni dei combattenti
palestinesi, sia quelle attuate attraverso la demolizione delle case. La
fine delle aggressioni dovrà  estendersi anche alla Cisgiordania. Qualora non
siano rispettate queste condizioni, ci riterremo liberi dall’accordo citato;
b) in ogni caso, non consideriamo l’accordo riguardante la sospensione del
lancio dei razzi come un accordo vincolante alla sospensione di altre forme
di Resistenza armata e di operazioni militari; c) non consideriamo l’accordo
riguardante la sospensione del lancio dei razzi neanche come un accordo
“sine die”, cioਠa tempo indeterminato, e quindi non lasceremo che conduca
ad una situazione politica congelata e statica; d) ovviamente non
consideriamo il periodo di sospensione del lancio dei razzi come un periodo
di tregua. Qualsiasi futuro accordo per un periodo di tregua con il nemico,
richiederà  il dialogo più completo tra le forze palestinesi, affinchà© si
possa giungere ad una convenzione palestinese che individui una serie di
punti rispetto ai quali il nostro nemico dovrà  impegnarsi in cambio di un
periodo di tregua totale.

5. In seguito alla vittoria di Hamas alle elezioni legislative e alla
formazione del nuovo governo, le parti attive della cosiddetta Comunità 
Internazionale, di comune accordo con alcuni regimi arabi e con influenti
ambiti palestinesi, hanno cercato di fare pressione sul governo di Hamas
attraverso diversi mezzi e modalità , con l’obiettivo di abbatterlo o
sottometterlo per costringerlo ad accettare le condizioni del
“Quartetto”.(6) Nell’ambito di questa politica, si ਠgiunti fino ad imporre
l’embargo contro il nostro popolo. E nonostante l’embargo stia arrecando
grandi danni al nostro popolo, le citate parti coinvolte perseverano nella
loro politica finalizzata a conseguire i loro obiettivi. Noi, nello stesso
momento in cui condanniamo queste politiche, chiediamo la rottura
dell’embargo imposto al nostro popolo: senza condizioni preliminari nà©
ricatti.

Chiediamo ad Abu Mazen di compiere azioni serie e conseguenti nei confronti
di tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di rompere l’embargo.

6. Nonostante l’incessante succedersi di eventi importanti, la questione dei
prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione continua ad essere in
cima alle preoccupazioni del nostro popolo, e a tal proposito vogliamo
ribadire quanto segue: a) consideriamo importante coordinarci con i compagni
di Hizballah per quanto attiene alla questione del soldato israeliano
prigioniero, in quanto crediamo che il coordinamento potrebbe rafforzare la
posizione negoziale palestinese nelle trattative per lo scambio; b) in
merito a questa questione, la trattativa col nemico deve avere un solo
obiettivo: lo scambio di prigionieri, senza cedere alle tattiche del nemico
che invece cerca compromessi su altri temi politici; c) ribadiamo la nostra
posizione circa l’importanza di far coincidere i tempi della liberazione dei
prigionieri durante lo scambio, senza cadere nelle trappole dal nemico e
senza credere alle sue promesse di liberare i prigionieri palestinesi
successivamente, dopo la liberazione del soldato prigioniero; d) insistiamo
nel rivendicare la necessità  che il compagno Ahmad Saadat, Segretario
Generale del FPLP, il suo vicesegretario, il compagno Malouh, e gli altri
fratelli e compagni dirigenti delle organizzazioni palestinesi siano inclusi
nel processo di scambio di prigionieri.

Masse del nostro popolo,

noi, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, commemorando il
trentanovesimo anniversario della fondazione della nostra organizzazione,
rinnoviamo l’impegno a portare avanti la rivoluzione e la Resistenza, fino
alla liberazione e fino alla vittoria.

GLORIA AI MARTIRI!

LIBERTÀ PER I PRIGIONIERI!

Dicembre 2006

NOTE

(1) Fondata nel 1964, l’OLP ਠdotata di una sorta di “Parlamento” denominato
Consiglio Nazionale Palestinese in cui sono rappresentate tutte le forze
politiche palestinesi che aderiscono all’Organizzazione. Tuttavia, già  da
molti anni, il potere decisionale dell’Organizzazione ਠstato accentrato nel
Comitato Esecutivo, strettamente controllato da Al-Fatah anche in violazione
della Carta istitutiva. A ciಠva aggiunto che con gli “Accordi di Oslo” del
1993 (firmati da Arafat, ma che il FPLP rifiutಠbollandoli immediatamente
come una forma di tradimento) e quindi con la nascita dell’Autorità 
Nazionale Palestinese (ANP), il ruolo dell’OLP ਠstato di gran lunga
ridimensionato. Non vi ਠnessuna continuità  di genesi, politica o
istituzionale, tra OLP e ANP. Il rilancio del ruolo dell’OLP ਠdal FPLP
considerato essenziale per fare in modo che le istituzioni accreditate come
rappresentanti del popolo palestinese siano effettivamente espressione del
popolo palestinese e dei suoi interessi (evitando in tal modo la tendenza al
compromesso col nemico manifestata dall’ANP). Per realizzare tale rilancio,
l’FPLP considera essenziale: a) democratizzare il funzionamento interno
dell’OLP (cosa che significa inevitabilmente ridimensionare il ruolo di
Al-Fatah, che infatti, al di là  delle proclamazioni formali, si oppone a
tale proposta); b) includere nell’OLP anche le organizzazioni islamiche che
attualmente non ne fanno parte, ਠquesto il senso dell’inciso “senza
eccezioni” inserito nel comunicato (anche in questo caso la conseguenza
sarebbe un ridimensionamento del peso di Al-Fatah).

Purtroppo non abbiamo qui lo spazio per evidenziare la saggezza politica e
tattica, la correttezza e la lungimiranza, racchiuse in questa posizione del
FPLP (anche e soprattutto in relazione alle attuali condizioni sul terreno).

(2) La Carta Nazionale Palestinese ਠil documento costitutivo dell’OLP nel
1964, cosଠcome modificato il 17 luglio 1968 con una risoluzione approvata
dal Consiglio Nazionale Palestinese. Arafat promise agli israeliani di
modificarne alcuni contenuti, ma fortunatamente tali modifiche non si sono
concretizzate. Il rilancio del ruolo dell’OLP, cosଠcome proposto dal FPLP,
comporta quindi il rilancio dei contenuti e dei principi fissati nella Carta
Nazionale Palestinese, nella quale, tra l’altro, ਠscritto: “La lotta armata
ਠil solo mezzo per liberare la Palestina. E’ la strategia globale e non
solo una fase tattica. Il popolo palestinese asserisce la sua assoluta
determinazione e ferma risolutezza a continuare la lotta armata affinchà©
mediante una rivoluzione popolare esso riesca a liberare il suo paese ed a
farvi ritorno”.

(3) La “Road Map” ਠil “piano di pace” elaborato nel 2002 dal cosiddetto
“Quartetto” (composto da Stati Uniti, Unione Europea, Federazione Russa e
Organizzazione delle Nazioni Unite). La “Road Map” fu accettata dalla
presidenza dell’ANP (diretta da Al-Fatah) ma rifiutata dalle organizzazioni
della Resistenza palestinese, incluso il FPLP. Secondo quanto dichiarato da
Ahmad Saadat, Segretario Generale del FPLP, oltre a rappresentare una palese
presa in giro, la “Road Map” “si pone l’obiettivo di ridimensionare le
aspirazioni palestinesi, in modo che lo Stato venga disegnato secondo le
esigenze e le misure indicate da Israele”.

(4) Attualmente il “Quartetto” cerca di imporre alle organizzazioni
palestinesi e al governo dell’ANP i tre “principi base” che equivalgono alla
resa totale della Resistenza, ovvero: la fine delle azioni armate da parte
della Resistenza palestinese, l’accettazione della “Road Map” e il
riconoscimento dello Stato d’Israele.

(5) Il Documento della Concordia Nazionale ਠstato redatto l’11 maggio 2006
da prigionieri di diverse organizzazioni palestinesi con l’intenzione di
proporre una piattaforma comune in base alla quale porre fine agli scontri e
alle contrapposizioni tra le organizzazioni stesse. E’ stato firmato da
prigionieri del FPLP, Hamas, Al-Fatah, Jihad islamico, FDLP.

(6) Vedi nota 4.

Traduzione e note a cura del Collettivo internazionalista di Napoli
kollintern@gmail.com www.inventati.org/kollintern

L’Ufficio Politico del FPLP
http://www.pflp.ps

fonte: kollintern@gmail.com

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