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I CONTRAS IN IRAQ

9. September 2004

Notiziario del Campo Antimperialista … 9 SETTEMBRE 2004

Notiziario del Campo Antimperialista … 9 SETTEMBRE 2004
itacampo@antiimperialista.org

“Giuste le mobilitazioni per la liberazione delle due Simona, ma non certo assieme a chi ha appoggiato l´invasione dell´Iraq e considera la Resistenza terrorismo. Sarebbe un suicidio politico e, non meno grave, un gesto di sciacallaggio, un´offesa a queste due compagne e ai loro ideali. Oltre a scendere in piazza possiamo fare di piu´. Dovremmo compiere un gesto inequivoco di coraggio: potremmo andare a Bagdad, prima possibile, con una grande delegazione del movimento contro la guerra: per dire al mondo che chiediamo la liberazione delle due italiane ma anche dell´Iraq, che condanniamo l´invasione del paese, che chiediamo il ritiro di tutte le truppe d´occupazione. Per dire insomma che l´altra Italia non sta con Bushlusconi ma dalla parte della fratellanza tra i popoli. Chi e´ daccordo batta un colpo”.

Questo Notiziario contiene:

1. ANDIAMO A BAGDAD PER LA LIBERAZIONE DI SIMONA TORRETTA, DI SIMONA PARI E DELL´IRAQ
2. I CONTRAS IN IRAQ
(Comunicato sul rapimento di Simona Torretta e Simona Pari)
3. APPELLO PER LA LIBERTA´ IMMEDIATA PER KUBAYSI! (arrestato a Bagdad e ufficialmente scomparso)
4. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO (invito a far parte della delegazione italiana)
5. 25 SETTEMBRE 2004: GIORNATA INTERNAZIONALE D´AZIONE PER LA RESISTENZA IRACHENA

1. ANDIAMO A BAGDAD PER LA LIBERAZIONE DI SIMONA TORRETTA, DI SIMONA PARI E DELL´IRAQ

Ieri era l´8 settembre, una ricorrenza che porta sfiga. Ma i portavoce de l´Ulivo allargato sono andati ugualmente al capezzale di Berlusconi per coprire diligentemente il fianco sinistro del suo governo di guerra. Neanche l´attacco a Nassirya era riuscito a fare il miracolo di far risorgere la sciagurata “solidarieta´ nazionale”. Per dare credibilita´ a questo inciucietto bipartisan Repubblica, nell´edizione oggi in edicola, ha fatto parlare, e non a caso, il loquace Bertinotti, il quale ha cavillato che la richiesta del ritiro delle truppe puo´ aspettare, che adesso si “impone una gerarchia di valori per cui al primo posto c´e´ la salvezza delle volontarie … e la lotta al terrorismo”. Come Berlusconi interpreti questo soccorso ulivista lo ha spiegato Frattini: “Nel momento del nuovo ricatto e` evidente che il governo italiano manterra` diritta la barra, coinvolgendo anche i partiti d`opposizione”. (ANSA). E poi, siccome la situazione e´ tragica ma non e´ seria, Sua Emittenza ha inviato la Boniver in Iraq (tocchiamo ferro). Se pure Bertinotti (come il DS Violante) sgancia la questione della guerra e dell´occupazione dalla vicenda delle due cooperanti, allora vuol dire che ha anche lui ha venduto l´anima al diavolo. Da notare che alla domanda: “Non e´ la sinistra antagonista a parlare di resistenti iracheni?”, Bertinotti risponde: “mai usato quel termine”. Il giorno prima, sul Corriere della Sera anche Paolo Cento suonava la stessa musica. Alla domanda del giornalista: “Il presidente Casini non vuole più sentir parlare di resistenza irachena”. E lei? “Noi non parliamo di resistenza”, siamo per chi vuole dare un futuro a un Iraq civile e dialogante” (ci auguriamo si tratti di una travisamento dell´intervistatore). Quasi le stesse parole usate dalla destra: “Nessuno ci dice cosa sia la resistenza irachena e nemmeno ad individuarne il profilo e gli obbiettivi. Di quale resistenza si parla?” (editoriale di Younis Tawfik, l´Allam in sedicesimo, su Il Giornale di oggi). Ecco il vero bersaglio del centro-sinistra-destra: illegalizzare de facto, se non de jure, il senso comune per cui in Iraq non solo c´e´ una Resistenza ma che essa e´ pienamente legittima e che gli americani sono i veri responsabili del macello in corso. Non potendo mettere in discussione il diritto sacrosanto degli iracheni aggrediti a cacciare gli invasori, Lor Signori compiono un miserabile gioco di prestigio per cui, hopla´!… “la Resistenza non c´e´, e´ sparita, semmai c´era solo all´inizio” (Pietro Igrao, oggi su La Stampa).
La linea di barengo-balengo e´ stata dunque adottata dalla sinistra del P.A.T.P.C. (partito americano trasversale politicamente corretto) e cio´ fornisce al regime un´arma formidabile per tentare di addomesticare il movimento contro la guerra e isolare tutta la vasta area antimperialista. Farneticazioni dei soliti “settari”? Leggiamo come il direttore del Corriere della Sera, Stefano Folli, il 5 settembre scorso, sostenendo gli USA “malgrado tutto” e il fantoccio Allawi, lisciava il pelo a Barenghi anticipando l´8 settembre (2004): “Eppure anche dall´estrema sinistra si sente ormai la voce di chi ha compiuto una scelta ideale: tra la liberta´ imposta dalla baionette dei marines e le teste mozzate dagli integralisti, preferisce la prima soluzione”. Era da tempo che i circoli piu´ potenti del capitalismo italiano stavano chiedendo l´inciucio bipartisan. Da giorni avevano capito che il caldo abbraccio poteva avvenire su un terreno ampiamente sperimentato, quello della Solidarieta´ Nazionale nella lotta al terrorismo. Il rapimento delle due cooperanti e´ venuto a fagiolo.
Ci chiamano tutti a lottare contro il terrorismo. Problema: quale? L´idea di barengo-balengo, che oltre a mettere sullo stesso piano la Resistenza irachena e l´eccidio di Beslan considera preferibile l´occupazione americana (ovvero ritiene accettabile il terrorismo a stelle e striscie) e´ profondamente democristiana. Bush ringrazia. La NATO e l´oligarca Putin pure. “La Nato ritiene che gli attentati contro la Russia siano una `sfida diretta` alla comunita` internazionale. E proprio a quest`ultima l`Alleanza si appella affinche` reagisca in maniera compatta contro tutte le forme di terrorismo. Lo si afferma in una dichiarazione emessa al termine del Consiglio Nato-Russia svoltosi oggi a Bruxelles”. (ANSA, 7 settembre).

Ci auguriamo che il movimento contro la guerra non cada in questa trappola, ne era uscito a fatica dopo il 2001. Giuste le mobilitazioni per la liberazione delle due Simona, ma non certo assieme a chi ha appoggiato l´invasione dell´Iraq e considera la Resistenza terrorismo. Sarebbe un suicidio politico e, non meno grave, un gesto di sciacallaggio, un´offesa a queste due compagne e ai loro ideali. Oltre a scendere in piazza possiamo fare di piu´. Dovremmo compiere un gesto inequivoco di coraggio: potremmo andare a Bagdad, prima possibile, con una grande delegazione del movimento contro la guerra: per dire al mondo che chiediamo la liberazione delle due italiane ma anche dell´Iraq, che condanniamo l´invasione del paese, che chiediamo il ritiro di tutte le truppe d´occupazione. Per dire insomma che l´altra Italia non sta con Bushlusconi ma dalla parte della fratellanza tra i popoli. Chi e´ daccordo batta un colpo.

***

Tra le tante mobilitazioni partigiane e non bi-partisan, segnaliamo quella che si svolgera´ domani, 10 settembre, alle ore 17,00, in P.zza della Repubblica a Perugia
LIBERTA´ PER SIMONA TORRETTA, SIMONA PARI, E PER IL POPOLO IRACHENO! RITIRARE LE TRUPPE! LASCIAMO I PACE L´IRAQ!

Promuove : Umbria contro la guerra. Info: 349.8642732

2. I CONTRAS IN IRAQ

CON LA RESISTENZA IRACHENA! CONTRO IL TERRORISMO AMERICANO!
Comunicato sul rapimento di Simona Torretta e Simona Pari

Anche tenendo in considerazione che tutte le ONG in Iraq vengono finanziate e sostenute dai paesi occidentali; che la loro opera deve essere sponsorizzata dai relativi Ministeri degli esteri; che essendo tenute sotto stretta sorveglianza da parte dei militari sono spesso e inconsapevolmente vettori per i servizi segreti; che la loro opera umanitaria e´, loro malgrado, funzionale ai piani di normalizzazione degli occupanti. Anche tenendo conto che una delle rapite, l´irachena Mahnaz Bassam appartiene alla misteriosa ONG Intersos -la stessa di cui fa parte Paolo Simeone, l´oscuro reclutatore di guardie del corpo da inviare in zone di conflitto, tra cui Fabrizio Quattrocchi.

Ebbene, anche tenendo conto di tutto questo, il rapimento di Simona Torretta e Simona Pari (note per la loro amicizia col popolo iracheno in rivolta) e´ un gesto criminale che mentre danneggia la Resistenza irachena e tutto il movimento contro la guerra imperialista, e´ il miglior regalo che si poteva fare, non solo agli americani, ma al governo italiano, che infatti, per bocca di Casini, ha fulmineamente affermato che d´ora in avanti nessuno si deve azzardare a parlare di “Resistenza irachena”.

I rapitori, equipaggiati con armi automatiche americane, dopo essere penetrati senza ostacoli in una delle zone piu´ presidiate di Bagdad, presentatisi come appartenenti alle forze speciali del governo Allawi, hanno immobilizzato i presenti con manganelli paralizzanti, chiedendo loro nomi e cognomi e confrontandoli con le loro foto segnaletiche (!). Poi si sono dileguati nel nulla a bordo dei loro gipponi sfavillanti.

Forti sono dunque gli indizi per stabilire che quest´azione non e´ riferibile alla pur frammentata quanto legittima Resitenza irachena, ma a chi ha tutto l´interesse a denigrarla per spezzargli la schiena. Tanto piu´ perche´ in queste settimane la Resistenza e´ all´attacco in tutto il paese (solo ad agosto ci sono stati 2.700 attacchi, cinque volte di piu´ che in marzo ), buona parte del quale e´ di fatto liberato. Perche´ il governo fantoccio di Allawi barcolla ed e´ sull´orlo del crollo -e per questo semina il terrore e arresta a tutto spiano i partigiani, tra cui Jabbar al-Kubaysi, presidente dell´Alleanza Nazionale Patriottica.

Tutti in Iraq sospettano che l´azione sia opera di un gruppo mercenario specializzato nella controinsurrezione e al servizio degli americani. Non va dimenticato che il nuovo ambasciatore USA in Iraq, ovvero il reale capo del governo iracheno, si chiama Negroponte (un uomo di Reagan ai tempi della rivoluzione sandinista e della guerra in El Salvador), uno che in fatto di controguerriglia e stragismo e´ considerato tra i massimi esperti. Noi riteniamo che il rapimento delle due cooperanti di “un Ponte per” sia opera dei Contras iracheni, dei battaglioni della morte di Negroponte-Allawi.

Inquietante coincidenza: quasi in contemporanea col sequestro delle due compagne italiane di “Un ponte per”, il direttore del SISMI, a Roma, in occasione dell´ audizione parlamentare, dichiarava testualmente: “Ci saranno in Iraq nuovi sequestri. Riteniamo che anche le donne possano restare vittime di rapimenti” (sic!).
Domanda: come mai il Ministero degli Esteri, tanto piu´ dopo l´uccisione di Baldoni, non ha diramato l´indicazione del rientro di tutti i cittadini italiani? Per conservare l´alibi per cui le truppe italiane sono lଠa proteggere una “missione umanitaria”? E se il SISMI sapeva, da quali fonti ha ottenuto certe informazioni? Dove erano i suoi agenti presenti a Bagdad mentre le due cooperanti sono state sequestrate?

Se le cose stanno cosi il governo italiano deve agire e puo´ effettivamente fare molto. Berlusconi si vanta di essere un amico di Bush, il quale e´ un amico di Negroponte, il quale da gli ordini ad Allawi, il quale e´ responsabile dei suoi paramilitari. E se le cose stanno in questo modo e´ di un´inaudita gravita´ che le opposizioni parlamentari corrano in soccorso del governo piu´ servile verso gli USA che questo paese abbia mai avuto. Non in suo aiuto bisogna correre, ma mobilitarsi per cacciarlo, poiche´ esso solo e´ responsabile se l´Italia e´ in guerra. Non contro la Resistenza legittima del popolo iracheno occorre quindi fare fronte, ma, appunto, contro i terroristi che occupano l´Iraq e la cui invasione e´ la vera causa del fiume di sangue ch scorre in Mesopotamia.

Se invece, come noi riteniamo altamente improbabile, fosse un gruppo guerrigliero ad aver compiuto questo sequestro, e´ meglio che Berlusconi e Frattini tacciano e si tengano alla larga, poiche´, come si e´ visto per Baldoni, la loro protervia a mantenere le truppe d´occupazione italiane, rappresenterebbe una condanna a morte per gli ostaggi. In questo caso l´unica assicurazione sulla vita per le due cooperanti e´ che le componenti antimperialiste della Resistenza condannino il sequestro e isolino i responsabili, che il movimento per la pace mantenga forte il suo no alla guerra e affermi nettamente la propria ostilita´ all´occupazione dell´Iraq.

Liberta´ per Simona Torretta e Simona Pari!
Liberta´ per Kubaysi e tutti i partigiani iracheni arrestati e scomparsi!
Fuori le truppe d´occupazione!
Autodeterminazione e liberta´ per il popolo iracheno!
Vittoria alla Resistenza popolare!

Campo Antimperialista
Assisi, 8 settembre 2004

3. LIBERTA´ IMMEDIATA PER KUBAYSI!
A p p e l l o I n t e r n a z i o n a l e

L´indirizzo a cui inviare le firme di adesione e´ il seguente: liberokubaysi@tiscali.it

ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI, presidente della Alleanza Patriottica Irachena e noto esponente della Resistenza popolare,
e´ stato arrestato la notte del 3 settembre in un quartiere di Bagdad controllato dalla guerriglia.
La casa dove risiedeva ਠstata accerchiata e assaltata dalle truppe americane, le quali hanno fatto uso di elicotteri, carri armati e un centinaio soldati armati fino ai denti.

ABDUL JABBAR, subito dopo l´aggressione anglo-americana, decise di porre fine a trenta anni di esilio per tornare in Iraq proprio allo scopo di lottare per cacciare gli occupanti. Da piu´ di un anno, in condizioni difficilissime, ha profuso ogni sua energia per realizzare l´unione di tutte le forze popolari che combattono per l´indipendenza e la sovranita´ del suo paese.

L´impegno appassionato per la liberta´ dell´Iraq, l´amore per il suo popolo martoriato dalla guerra, l´ inflessibile determinazione a cacciare gli invasori imperialisti, gli sono valsi la feroce ostilita´ sia degli americani che dei loro satrapi locali (primo fra tutti il presunto presidente Allawi), i quali per questo e da tempo gli davano una caccia spietata.

Esprimiamo la piu´ vibrata protesta contro il sequestro di ABDUL JABBAR, come quello di ogni altro partigiano iracheno. Esso e´ un vero atto di pirateria internazionale, perpetrato da un potere dispotico (nessuno dimentica Abu Ghraib) e giuridicamente illegale, per il quale la democrazia e´ valida solo entro il perimetro in cui sono asserragliati coloro che accettano servilmente un´occupazione sanguinosa quanto illegittima.

Esprimendo piena solidarieta´ alla famiglia e ai compagni di ABDUL JABBAR, ne chiediamo l´immediato rilascio, ripromettendoci, ove questa liberazione non fosse immediata e incondizionata, di inviare a Bagdad la piu´ autorevole delegazione internazionale.

LIBERTA´ PER ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI!
VIA TUTTE LE TRUPPE D´OCCUPAZIONE DALL´IRAQ!
AUTODETERMINAZIONE E LIBERTA´ PER IL POPOLO IRACHENO!

L´indirizzo a cui inviare le firme di adesione e´ il seguente: liberokubaysi@tiscali.it

PRIMI FIRMATARI:

J. Pierre Page, Parigi
Walter Wendelin, ASKAPENA, Paesi Baschi
John Catalinotto, IAC, USA
Hülya Sekerci, Presidente di Ozgur Der, Turchia
Peoples Resistance, (AIPRF), India
Choukri Latif, Marocco
Domenico Losurdo, Italia
Giuseppe Pelazza, avvocato, Italia
Jagat Thoudam, Presidente di AMUCO, Indie orientali
Sean Burns (32csm-International Department), Belfast, Irlanda
Badruddin Umar, Presidente del Bangladesh National Liberation Council
Costanzo Preve, Italia
Serdar Y…žlmaz, Diyarbakir, Kurdistan
Kenan Alpay, editore di Haksoz, Istanbul, Turchia
Leonardo Mazzei, Presidente Comitati Iraq Libero, italia
Sammi Alaa, presidente del Comitato Iraq Libero, Danimarca
Gabriele Roberto, Italia
Ridvan Kaya, giornalista, Turchia
Torstein Dahle, Alleanza Elettorale Rossa, Norvegia
Hamza Turkmen, giornalista, Turchia
Necip Kibar, avvocato, Turchia
Moreno Pasquinelli, portavoce del Campo Antimperialista
Revolusjon, Danimarca
Abna el Balaad, Palestina
Aldo Bernardini, docente, Italia
Suhel Sleibi, Magd el-Kurum, Palestina
Vainer Burani, giuristi democratici, Italia
Gamil Safuri, Shefa`amer, Palestina
Yoav Bar, Haifa, Palestina

3. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO

Dichiarazione del Campo sul Referendum: http://www.antiimperialista.org/view.shtml?category=23&id=1092833912

La rotonda vittoria referendaria delle forze popolari che sostengono il Presidente Chavez ਠun evento di straordinaria importanza. Il Venezuela non finira´ ne´ come il Cile di Allende, ne´ come il Nicaragua sandinista: il Movimento rivoluzionario non e´ stato sorpreso dal golpe militare ne´ e´ stato battuto sul terreno delle elezioni. Questo esprime la forza della rivoluzione democratica venezuelana, che coniuga l´uso della forza armata con il consenso poopolare, il potere dal basso e la democrazia. La nuova batosta subita del blocco sociale che si raggruppa dietro all´oligarchia capitalista venezuelana non deve tuttavia dare adito ad illusioni. La controrivoluzione tentera´ senz´altro di riprendere il potere, anche se per adesso deve leccarsi le ferite. Per questo i comitati popolari restano in guardia, pronti non soltanto a difendere le conquiste sociali ottenute ma a strapparne di nuove. Ma per sventare nuove minacce reazionarie la solidarieta´ internazionalista al Venezuela bolivariano diventa un fattore cruciale.
E´ in questa prospettiva che alcune organizzazioni rivoluzionarie venezuelane (Movimiento por el Poder Popular, Frente Nacional Campesino Ezequiel Zamora, Movimiento Nacional Unià³n de Fuerzas Independientes, Coordinadora Cultural Simà³n Bolà­var, Asociacià³n Nacional de Medios de Comunicacià³n Libre y Alternativo) e colombiane (Asociacià³n Campesina de Arauca), congiuntamente al Campo Antimperialista, hanno deciso di promuovere un INCONTRO INTERNAZIONALE, ovvero un Campo Internazionale Bolivariano e Antimperialista.
Esso si svolgera´ dal 6 al 12 febbraio 2005 a Guasdualito, nella provincia di Apure (vicino alla frontiera con la Colombia). Il Comitato promotore e´ gia´ al lavoro per definire il programma dell´incontro e risolvere gli aspetti logistici. Dal 13 al 19 febbraio i compagni venezuelani aiuteranno le diverse delegazioni internazionali a svolgere un fitto giro di incontri, sia con le multiformi organizzazioni popolari di base del paese che con i rappresentanti del potere bolivariano.
Per informazioni e adesioni scriveteci a: itacampo@antiimperialista.org (nel titolo del messaggio specificare: Venezuela)

4. 25 SETTEMBRE 2004: GIORNATA INTERNAZIONALE D´AZIONE PER LA RESISTENZA IRACHENA

Il Campo Antimperialsta aderisce all´appello per la giornata internazionale d´azione per la Resistenza irachena, uscito da Mumbay Resistance 2004, appello gia´ sottoscritto da una sessantina di movimenti di ogni parte del mondo. Questo e´ l´appello:

“25 settembre 2004, giornata internazionale d´azione per la Resistenza irachena”

In Iraq si sta svolgendo una battaglia d´importanza storica. Dopo due guerre d´aggressione e un embargo genocida che ha fatto due milioni di vittime e ha devastato un´intero paese, il popolo iracheno sta affrontando la brutale ed illegittima occupazione degli USA e dei loro alleati. L´eroica resistenza del popolo iracheno contro gli invasori anglo-americani ਠleggittima anche secondo le leggi internazionali e la Carta dell´ONU, incluso il diritto a ricorrere alle armi. Esso rivendica il suo inalienabile diritto all´autodeterminazione nazionale e alla sovranità . Ma la questione ਠmolto più ampia, riguarda cioਠil futuro prossimo dell´intento da parte degli USA di costruire il loro impero globale, riguarda quindi l´umanità  intera.
La battaglia del popolo iracheno ਠla battaglia di tutti I movimenti, dei popoli e delle nazioni che combattono per la loro liberazione dal sistema imperialista mondiale guidato dagli USA. Perciಠnoi dobbiamo fermamente unirci attorno alla Resistenza irachena. Se saremo capaci di sostenere la sua lotta per distruggere il tentativo degli USA di insediare un governo fantoccio e cacciare definitivamente gli invasori, ciಠsarebbe una vittoria per il genere umano. Ciಠnon darebbe soltanto un nuovo impulso alla lotta dei popoli palestinese e afghano, ma farebbe da guida per una nuova offensiva per le lotte di liberazione in tutto il mondo.
A tal fine facciamo appello alle forze democratiche del mondo, ai movimenti contro la guerra e antiglobalizzazione di unirsi in una giornata internazionale d´azione per la vittoria della Resistenza irachena con manifestazioni in tutto il mondo il prossimo 25 settembre, il sabato antecedente l´anniversario dell´Intifada palestinese.
Fine dell´occupazione dell´Iraq e della Palestina!
Fuori le truppe e le basi imperialiste!
Abbasso la guerra preventiva e l´Impero degli USA!

Mumbai, 19 gennaio 2004

In Italia sono gia´ in cantiere diverse mobilitazioni. Per informazioni e adesioni contatta
Iraq Libero – Comitati per la Resistenza del popolo iracheno – www.iraqlibero.at.
Indirizzo: comitato_nazionale@iraqlibero.at.

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