Site-Logo
Site Navigation

IL PATATRAC

28. October 2004

Notiziario del Campo Antimperialista … 22 ottobre 2004

Notiziario del Campo Antimperialista … 22 ottobre 2004
itacampo@antiimperialista.org

LIBERTA´ PER WILLIAM E I COMPAGNI ARRESTATI A PISA NELL´AMBITO DELL´INCHIESTA SULLE C.O.R.
FUORI TUTTI GLI ANTAGONISTI PRIGIONIERI
PISA, GIOVEDI´ 28 OTTOBRE, ORE 21,00

presso il Complesso “Concetto Marchesi” via Betti
Zona Cisanello, entrata Liceo, primo piano
ASSEMBLEA PUBBLICA con la partecipazione dell´avvocato Giuseppe Pelazza

Dà©jà -vue in Darfur? => www.antiimpieralista.org/view.shtml?category=9&id=1097783464

Questo Notiziario contiene:

1. IL PATATRAC
La Resistenza irachena irrompe mel Social Forum Europeo
2. I SIONISTI CONDANNANO A 30 MESI DI GALERA MUHAMMAD KANA´ INA
Segretario generale del movimento Abnaa al-Balad

3. SI ALLARGA LA SOLIDARIETA´ PER KUBAYSI!
4. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO (crescono le richieste: ma sbrigati a segnalarci la tua)
5. EBBENE SI: COMUNISTA E ANTIMPERIALISTA

LETTERA DI WILLIAM FREDIANI DAL CARCERE DI PISA

1. IL PATATRAC
La Resistenza irachena irrompe mel Social Forum Europeo

Abbiamo letto la dichiarazione intitolata “ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL FORUM SOCIALE EUROPEO DI LONDRA” a firma di di Piero Bernocchi, Franco Russo, Marco Bersani, Raffaella Bolini, Salvatore Cannavà², Roberto Giudici, Maurizio Gubbiotti, Piero Maestri, Alessandra Mecozzi, Felice Mometti, Luciano Muhlbauer, Alfio Nicotra, Anna Pizzo. Questa dichiarazione ha un merito indiscutibile: non ha alcuna sostanza e non chiarisce le ragioni del patatrac del Forum di Londra, le cui responsabilita´ fa ricadere esclusivamente sulle spalle degli inglesi. Troppo comodo.

Ma cos´e´ successo a Londra? E´ successo che ci sono state durissime contestazioni alla burocrazia socialforumista, fino al punto che dibattiti e plenarie sono saltati, con autentici tafferugli. Alcuni hanno protestato per i costi (30 sterline per il biglietto d´ingrsso ai lavori del Forum, 10 sterline per dormire in sacco a pelo); altri per le esclusioni di alcuni gruppi antagonisti (alcuni compagni antimperialisti che volevano partecipare alla manifestazione di domenica sono stati diffidati dal farlo dalla polizia londinese la quale avrebbe affermato che per avrebbero potuto partecipare al corteo solo se glielo avesse confermato la direzione del Social forum (e questa avrebbe detto no). Gira un volantino dei contestatori: “Come i governanti europei si incontrano in fortezze isolate, cosଠprotette da forze private e statali, cosଠi delegati del social forum europeo a Londra si incontrano in palazzi lontani dove guardie private decidono chi puಠentrare e chi no, chi ha pagato e chi no”. Succede anche che alcuni disobbedienti che avevano preso parte alle contestazioni di venerdi e sabato sono stati arrestati a latere del corteo di domenica. Volano accuse gravissime: “L`impressione che il Social forum abbia chiesto alla polizia di intervenire e arrestare chi li aveva contestati – circolata già  domenica pomeriggio – rimane. Tanto più che nessuno tra gli organizzatori dell`Esf ha speso parole di solidarietà  in favore dei fermati o lanciato appelli per la loro liberazione. “C`ਠun problema politico più generale – dice il disobbediente bolognese Gianmarco De Pieri – il Social forum europeo sta diventando un palcoscenico ad uso e consumo delle social democrazie europee”. (il manifesto del 19 ottobre). Sabato 16 ottobre la situazione ਠincandescente: “Un gruppo di manifestanti butta via sedie e tavoli, srotola uno striscione su cui ਠscritto “another world is for sale”, “un altro mondo ਠin vendita”, e prende il microfono. Altri salgono sulle transenne attorno al palco per srotolare striscioni, uno in particolare contro Livingstone, accusato di far parte del partito laburista, il “partito della guerra”. (il manifesto del 17 ottobre).
Ma il casus belli che ha fatto scoppiare il Social Forum c´e´ stato il venerdi, quando e´ andata all´aria la plenaria sull´Iraq.
Indovinate chi erano gli iracheni invitati dal Social Forum? Partigiani? Esponenti della Resistenza? Guerriglieri? Macche´! Fanno parlare Subhi Meshadani della Federazione Sindacale Irachena (Iraqi Federation of Trade Unions – IFTU), ovvero il solo sindacato riconosciuto, prima dal Consiglio di Governo di Bremer e oggi da Quisling-Allawi. Poco prima che la plenaria inziasse l´infame ha raggiunto il palco scortato da due gorilla vestiti di nero. A quel punto e´ partita la contestazione degli antimperialisti, tra cui alcuni delegati dei Comitati Iraq Libero. I compagni si sono alzati in piedi gridando “Fuori i collaborazionisti!”, “Vergogna!”. Il parapiglia e´ aumentato quando le facce di bronzo degli organizzatori del Social Forum hanno insistito affinchà© Meshadani parlasse per primo invitando poi i contestatori uscissero dalla sala. Apriti cielo! Stessa storia la mattina, ad un dibattito sulla globalizzazione. Una donna irachena che sosteneva di essere la presidentessa dei lavoratori dell´elettricitá e dell´energia di Bassora ha letto una dichiarazione. All´incontro ਠgiunta accompagnata da un noto membro del cosiddetto Partito Comunista Iracheno notoriamente facente parte del governo provvisorio designato dagli Stati Uniti.
A quel punto Professore Kamal Majeed, ingegnere accademico in pensione e veterano della campagna contro la guerra americana in Irak, si ਠrecato al palco dove ha espresso la sua convinzione che la donna non fosse affatto una rappresentante dei lavoratori iracheni piuttoso del governo fantoccio e che probabilmente il suo discorso era stato scritto dai collaboratori di Allawi. Ha anche contestato la presenza di gruppi sionisti al Social Forum. La denuncia di Majeed degli impostori che cercano di ottenere legittimità  dal movimento contro la guerra soltanto per servire gli scopi di Blair e di George Bush ਠstata salutata da applausi entusiastici. Ma la cosa non e´ finita li: un sacco di compagni ha improvvisato una protesta, obbligando i collaborazionisti pro-USA a lasciare la sala.
Insomma la Resistenza irachena ha fatto irruzione nel Social Forum, mettendo a nudo le ambiguita´ del pacifismo che non osa sostenere la lotta di liberazione, dando cosi la stura alla rabbia dei settori piu´ radicali i quali non accettano la normalizzazione socialdemocratica del´ESF. Ci chiediamo: cosa accadra´ a Porto Alegre?
Davanti ad un simile patatrac dei portavoce che si rispettino dovrebbero fare dei ragionamenti seri, dare delle spiegazioni politiche, invece che chiamarsi fuori come Ponzio Pilato. Dovrebbero spiegare il perche´ della burocratizzazione del Social Forum, il suo verticismo e leaderismo, invece tacciono, illudendosi di cavarsela a buon mercato. Se la prendono con I trotskysti inglesi del SWP ma non dicono una parola sulle responsabilita´ nefaste dell´amministrazione laburista e del sindaco Livingstone (detto “Ken il rosso” ma dirigente del partito laburista della guerra) dato che il Forum di Londra si e´ svolto sotto il ferreo patrocinio laburista. I portavoce italiani dovrebbero prendere atto della fine di un modus vivendi e operandi, della chiusura di un intero ciclo, invece niente, giocano a nascondino con la verita´. Cosi facendo, pero´, non fanno che rafforzare la sensazione che essi siano ormai al tramonto.

2. I SIONISTI CONDANNANO A 30 MESI DI GALERA MUHAMMAD KANA´ INA
Segretario generale del movimento Abnaa al-Balad

Il Tribunale centrale di Haifa, composto da tre giudici, ha condannato lo scorso 10 ottobre il compagno Muhammad, segretario generale del movimento palestinese Abnaa al-Balad (organizzazione legata al Campo da stretti rapporti fraterni), a 30 mesi di prigione e due anni di liberta´ vigilata. Il Procuratore aveva chiesto una condanna a sei anni con l´accusa di aver incontrato in Giordania un “agente straniero”, ovvero Ibrahim `Ajweh Abu-Yaffa, un esponente della Resistenza palestinese. Gli avvocati salim Wakim e Muaness Khoury hanno difeso Muhammad sostenendo che gli incontri con esponenti arabi antisionisti fanno parte di un´attivita´ politica ben nota, volta ad ottenere l´emancipazione del popolo palestinese.
Il compagno Muhammad Kana´ina ha dichiarato che la condanna …‘ il prezzo che egli paga per le sue posizioni, per l´ attivita´ politica del suo movimento. La condanna fa parte della repressione sistematica contro i militanti palestinesi, sia quelli dei Territori occupati sia quelli che vivono entro le frontiere del 1948, repressine che ha per scopo soffocare ogni attivita´ poltica democratica, senza eccezioni.
Un gran numero di militanti del movimento Abnaa al-Balad ha presenziato il processo, al punto che la sala non riusciva a contenere tutta la folla. Ricordiamo che Muhammad fu arrrestato a gennaio assieme a suo fratello Hussam. In quella occasione la casa fu messa a soqquadro, I bambini brutalizzati, le suppellettili distrutte, il materiale politico confiscato, cosi come altri beni personali. Contestualmente i servizi di sicurezza sionisti perquisirono e devastarono la sede di Abnaa al-Balad.
Il Campo Antimperialista ha gia´ inviato la sua solidarieta´ ai compagni palestinesi di Abnaa al-Balad (una delegazione era presente ad Assisi l´agosto scorso) i quali hanno prontamente ripreso, pur davanti a tante difficolta´ e pressioni avverse, la loro battaglia.

3. SI ALLARGA LA SOLIDARIETA´ PER KUBAYSI!

A p p e l l o I n t e r n a z i o n a l e

ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI, presidente della Alleanza Patriottica Irachena e noto esponente della Resistenza popolare,
e´ stato arrestato la notte del 3 settembre in un quartiere di Bagdad controllato dalla guerriglia.
La casa dove risiedeva ਠstata accerchiata e assaltata dalle truppe americane, le quali hanno fatto uso di elicotteri, carri armati e un centinaio soldati armati fino ai denti.

ABDUL JABBAR, subito dopo l´aggressione anglo-americana, decise di porre fine a trenta anni di esilio per tornare in Iraq proprio allo scopo di lottare per cacciare gli occupanti. Da piu´ di un anno, in condizioni difficilissime, ha profuso ogni sua energia per realizzare l´unione di tutte le forze popolari che combattono per l´indipendenza e la sovranita´ del suo paese.

L´impegno appassionato per la liberta´ dell´Iraq, l´amore per il suo popolo martoriato dalla guerra, l´ inflessibile determinazione a cacciare gli invasori imperialisti, gli sono valsi la feroce ostilita´ sia degli americani che dei loro satrapi locali (primo fra tutti il presunto presidente Allawi), i quali per questo e da tempo gli davano una caccia spietata.

Esprimiamo la piu´ vibrata protesta contro il sequestro di ABDUL JABBAR, come quello di ogni altro partigiano iracheno. Esso e´ un vero atto di pirateria internazionale, perpetrato da un potere dispotico (nessuno dimentica Abu Ghraib) e giuridicamente illegale, per il quale la democrazia e´ valida solo entro il perimetro in cui sono asserragliati coloro che accettano servilmente un´occupazione sanguinosa quanto illegittima.

Esprimendo piena solidarieta´ alla famiglia e ai compagni di ABDUL JABBAR, ne chiediamo l´immediato rilascio, ripromettendoci, ove questa liberazione non fosse immediata e incondizionata, di inviare a Bagdad la piu´ autorevole delegazione internazionale.

LIBERTA´ PER ABDUL JABBAR AL-KUBAYSI!
VIA TUTTE LE TRUPPE D´OCCUPAZIONE DALL´IRAQ!
AUTODETERMINAZIONE E LIBERTA´ PER IL POPOLO IRACHENO!

L´indirizzo a cui inviare le firme di adesione e´ il seguente: liberokubaysi@tiscali.it

Qui sotto l´elenco dei primi firmatari a livello internazionale:

Walter Wendelin, ASKAPENA (Basque Solidarity with the peoples)
Lars Akerhaug, International Officer Red Electoral Alliance (RV), Norway
Lola Oliván, Arabist, Arabist, militant of the Arab Cause and member of the Spanish Campaign Against Occupation and for the Sovereignty of Iraq (CEOS)
Walid Al-Kubaisi, author and refugee from Iraq, Norway
Gerhard Drexler, communist dissident and activist for the Iraqi resistance, Austria
Arnljot Ask, international secretary of the Worker`s Communist Party (AKP), Norway
John Catalinotto, International Action Center, USA
Jörg Ulrich, former member of the PKK`s armed forces, leading member of Initiative Duisburg, Germany
Sanaa Mustafa, Arab house Oslo, Norway
Jean-Pierre Page, Co-organiser of the French conference in support of the Iraqi resistance
International League of People`s Struggle (ILPS)
Moreno Pasquinelli, spokesman of the Anti-imperialist Camp
Leonardo Mazzei, chairman of the Free Iraq Committee, Italy
Klaus von Raussendorff, journalist, Bonn, Germany
Joachim Guilliard, publicist, Heidelberg, Germany
Mohamed Regragui, activist for democratic rights, Morocco
Dimitri Tsalos, spokesman of the Committee Free Iraq, Germany
Sean Burns, 32csm International Department, Belfast, Irland
Costanzo Preve, philosopher, Italy
Giuseppe Pelazza, lawyer, Italy
Domenico Losurdo, philosopher, Italy
Franz Fischer, Anti-imperialist Group Basel, Switzerland
Sammi Alaa, chairman of the Committee Free Iraq, Denmark
Torstein Dahle, President of the Red Electoral Alliance, Norway
Awni Al-Kalemji, intl spokesman of the Iraqi Patriotic Alliance
Jagat Thoudam, President of All Manipur United Clubs Organisation (AMUCO), India
Zafar Aslam, intl secretary of the Communist Mazdor Kisan Party (CMKP), Pakistan
Group Revolusjon, Norway
Gurmeet, editor Peoples Resistance, bi-monthly of the All Indian People`s Resistance Forum (AIPRF), India
Hülya Sekerci, President of Özgur Der (Free Thought and Educational Rights Association), Turkey
Serdar Ylmaz, President of Özgur Der Diyarbakir branch, Turkey
Kenan Alpay, Editör of Haksoz (Islamic Monthly Magazine),Istanbul, Turkey
Ridvan Kaya, Author Haksoz, Turkey
Hamza Turkmen, Publisher Ekin Publishing House, Turkey
Necip Kibar, Lawyer, Istanbul Bar Association, Turkey
Badruddin Umar, President of the Bangladesh National Liberation Council
Choukri Latif, Committee for the support of Palestinians and against the Normalization with Zionism, Tunisia
Gabriele Roberto, Italy
Aldo Bernardini, scholar for international law, Italy
Vainer Burani, lawyer, Democratic Jurists, Italy
Suhel Sleibi, Abna el-Balad, Magd el-Kurum, Palestina
Gamil Safuri, Abna el-Balad, Shefa`amer, Palestina
Yoav Bar, Abna el-Balad, Haifa, Palestina
Abdelmoumen Belanà¨s, former political prisoner, Tunisia
Ali Ben Salem, president of the Ligue of former Resistance Fighters, Tunisia
Mohamed Maali, journalist and former political prisoner, Tunisia
Radhia Nasraoui, lawyer, president of the Association against Torture ALTT, Tunisia
Hana al-Bayaty, film maker
Nasir Loyant, Left Radicals of Afghanistan
Party of Labour of Iran (Toufan)

4. VENEZUELA FEBBRAIO 2005: CAMPO ANTIMPERIALISTA BOLIVARIANO

Sono in molti ad averci gia´ segnalato la loro disponbilita´ a far parte della delegazione italiana per il Campo in Venezuela, chiedendoci delucidazioni in merito ai costi, alla logistica ecc. Confermiamo che saremo in grado di farlo ai primi di novembre.

La rotonda vittoria referendaria delle forze popolari che sostengono il Presidente Chavez ਠun evento di straordinaria importanza. Il Venezuela non finira´ ne´ come il Cile di Allende, ne´ come il Nicaragua sandinista: il Movimento rivoluzionario non e´ stato sorpreso dal golpe militare ne´ e´ stato battuto sul terreno delle elezioni. Questo esprime la forza della rivoluzione democratica venezuelana, che coniuga l´uso della forza armata con il consenso poopolare, il potere dal basso e la democrazia. La nuova batosta subita del blocco sociale che si raggruppa dietro all´oligarchia capitalista venezuelana non deve tuttavia dare adito ad illusioni. La controrivoluzione tentera´ senz´altro di riprendere il potere, anche se per adesso deve leccarsi le ferite. Per questo i comitati popolari restano in guardia, pronti non soltanto a difendere le conquiste sociali ottenute ma a strapparne di nuove. Ma per sventare nuove minacce reazionarie la solidarieta´ internazionalista al Venezuela bolivariano diventa un fattore cruciale.
E´ in questa prospettiva che alcune organizzazioni rivoluzionarie venezuelane (Movimiento por el Poder Popular, Frente Nacional Campesino Ezequiel Zamora, Movimiento Nacional Unià³n de Fuerzas Independientes, Coordinadora Cultural Simà³n Bolà­var, Asociacià³n Nacional de Medios de Comunicacià³n Libre y Alternativo) e colombiane (Asociacià³n Campesina de Arauca), congiuntamente al Campo Antimperialista, hanno deciso di promuovere un INCONTRO INTERNAZIONALE, ovvero un Campo Internazionale Bolivariano e Antimperialista.
Esso si svolgera´ dal 6 al 12 febbraio 2005 a Guasdualito, nella provincia di Apure (vicino alla frontiera con la Colombia). Il Comitato promotore e´ gia´ al lavoro per definire il programma dell´incontro e risolvere gli aspetti logistici. Dal 13 al 19 febbraio i compagni venezuelani aiuteranno le diverse delegazioni internazionali a svolgere un fitto giro di incontri, sia con le multiformi organizzazioni popolari di base del paese che con i rappresentanti del potere bolivariano.
Per informazioni e adesioni scriveteci a: itacampo@antiimperialista.org (nel titolo del messaggio specificare: Venezuela)

5. EBBENE SI: COMUNISTA E ANTIMPERIALISTA
LETTERA DI WILLIAM FREDIANI DAL CARCERE DI PISA

Al Campo Antimperialista
Fine settembre 2004

Cari Compagni
Chi scrive ਠun individuo “dalla personalità  incline all´uso della violenza, ed inoltre motivato ideologicamente da un forte senso di contrapposizione, se non di conflitto permanente con le istituzioni e con coloro che ritiene esserne i rappresentanti che vengono vissuti e definiti quali “nemici”” (“richiesta per l´applicazione di misure cautelari” 24 luglio 2004). Penso che da questa descrizione mi abbiate già  riconosciuto, sono Willy Frediani, il vostro compagno.
Sono accusato di un gran numero di reati, in particolare:
a) del reato di cui all´articolo 416, c.2. C.P., perchà©, assieme ad altri compagni “attivisti del circolo anarchico–insurrezionalista Il Silvestre, partecipavo all´organizzazione denominata “Cellule di Offensiva Rivoluzionaria”” costituita al fine di commettere più delitti di danneggiamento, anche seguiti dal pericolo d´incendio, di minaccia aggravata, attraverso la spedizione di lettere contenenti bossoli di arma comune da sparo, di fabbricazione, detenzione e porto di esplosivi rudimentali, attività  tutte rivolte contro sedi ed esponenti di sindacati (UGL, CISL, UIL), di partiti politici, quali Alleanza Nazionale, Forza Italia, La Margherita, Italia dei Valori, di caserme dei carabinieri, di giornalisti, di agenzie di lavoro interinale, azioni attuate a Pisa, Calci, Cascina, Lucca, Livorno, Massa Carrara, Roma e Milano;
b) del reato di cui agli articoli 81 cpv C.P., 110 C.P., 9,10 e 12 L. n° 497/74, 424 C.P., perchà©, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, confezionavo, detenevo e portavo in luogo pubblico un ordigno esplosivo e davo poi alle fiamme, distruggendola, l´autovettura BMW 525 Touring del Presidente Provinciale di Alleanza Nazionale;
c) del reato di cui agli articoli 81 cpv.,110, 612 c2. C.P., perchà© con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso con persone non identificate, minacciavo il segretario della UIL di Pisa, la vedova del carabiniere Enzo Fregosi morto a Nassiriya, candidata della Casa delle Libertà , un esponente di AN e il sindaco di Calci, mediante la spedizione di lettere (talune con proiettili 9×21), di “un grave e ingiusto danno alla persona” (morte, lesioni personali);
d) del reato di cui agli articoli 424, 425 n 2 C.P., perchà©, cospargendo la porta d´ingresso dell´abitazione del presidente del circolo ricreativo di Alleanza Nazionale con liquido infiammabile (molto probabilmente benzina), vi appiccavo il fuoco che si estendeva, veicolato dal liquido infiammabile, anche all´interno della casa;
e) del reato du cui all´articolo 272 C.P., perchà©, facendo pervenire ad organi di stampa nazionale il documento di rivendicazione dell´azione incendiaria contro la presidentessa del circolo ricreativo di Alleanza Nazionale a nome della C.O.R., facevo propaganda per la soppressione violenta di una classe sociale, o, comunque, per il sovvertimento degli ordinamenti sociali costituiti nello stato.

Queste sono le accuse mosse dalla procura di Pisa nei miei confronti in due diverse richieste di custodia cautelare in carcere. La prima richiesta di carcerazione preventiva ਠstata accolta dal GIP, che perಠha optato per gli arresti domiciliari. La seconda richiesta ਠstata accolta ” in toto” con la custodia in carcere.
Cosଠadesso mi ritrovo in galera con due ordinanze di custodia cautelare.
Se entro nel merito delle accuse, ਠsolo per chiarire il contesto di tutta questa assurda montatura.

Che cosa sono le C.O.R.?

La relazione semestrale dei servizi segreti al parlamento del I° semestre 2004 dedica un intero capitolo alla “eversione e terrorismo interno”. La maggior parte del capitolo ਠdedicata appunto alle C.O.R.
Le C.O.R. sono una “formazione toscana attiva prevalentemente nell´area pisana, con proiezioni nella capitale” che opera in “continuità  operativa” con la “propaganda armata” di stampo brigatista rosso.
“Dopo un anno di attività  di stampo eversivo-intimidatorio” ਠcominciato a circolare un documento chiarificatore in cui “il richiamo alle teorie brigatiste della “propaganda armata” si associa alla dichiarata volontà  di superare ogni forma di dogmatismo, per “l´unione delle forze comuniste, anarchiche e antimperialiste”. Conseguono a tale impostazione, oltre all´ampiezza del range degli obiettivi (lavoro e sindacati, personalità  politiche e sedi di partito, giornalisti e “repressione”), l´attitudine ad innestarsi in realtà  oltranziste locali di ispirazione anarco-comunista, nonchà© una discreta potenzialità , peraltro in grado di trovare terreno fertile nel panorama attuale dell´eversione caratterizzato dall´assenza di gruppi fortemente strutturati sotto il profilo ideologico ed organizzativo e da un diffuso microterrorismo di ispirazione prevalentemente anarchica”. Le C.O.R. si sono assunte la paternità  di una lunga serie di azioni dal Luglio 2003 ad oggi e sono state senza ombra di dubbio il gruppo più attivo nell´ambito della “propaganda armata” in Italia.
Gioverà  ad una migliore comprensione conoscere le azioni delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria cosଠcome sono state descritte dalla Procura:
1) la notte tra il 14 e il 15 Luglio 2003 la sede dell´ Unione Generale del Lavoro di Pisa ha subito segni di effrazione sulla porta d´ingresso e segni di bruciatura sulla targa. Le C.O.R. rivendicano lo scoppio di due candelotti di polvere pirica collegati a contenitori di gas;
2) il 22 Luglio 2003 un giornalista de “La Nazione” riceve una lettera minatoria con un proiettile calibro 9×21 in relazione ad un suo articolo che accostava l´azione delle C.O.R. ad attività  neo-naziste e negava – secondo gli autori della lettera – la reale dinamica dell´attentato;
3) la notte tra il 29 e 30 Settembre 2003 viene dato fuoco al portone d´ingresso dell´abitazione di un consigliere di Alleanza Nazionale;
4) la notte tra il 25 e il 30 Ottobre 2003 viene appiccato il fuoco alla costruenda caserma dei carabinieri di Navacchio (PI);
5) la mattina del 25 Novembre viene dato fuoco al portone d´ingresso della ditta Edilcostruzioni, impegnata nella costruzione della caserma dei C.C.;
6) la notte tra il 29 e il 30 Dicembre 2003, a Roma, le C.O.R. incendiano le sedi di Alleanza Nazionale in via Etruria e di Forza Italia in via Pandosia;
7) il 30 Dicembre agli uffici della Mondadori a Milano viene recapitata una busta con lettera minatoria e bossolo di proiettile 9×21 con incisa una stella a cinque punte cerchiata;
8) il 30 Gennaio 2004 viene dato fuoco all´agenzia di lavoro interinale “Man at Work” di Pisa;
9) documento politico delle C.O.R. con 4 bossoli di proiettile 9×21 recapitato alla sede pisana dell´”Italia dei Valori”;
10) il 10 Marzo a Roma le C.O.R. abbandonano un ordigno incendiario con due taniche di benzina e innesco davanti alla sede CISL- Metropolitana Sud-Est;
11) la notte tra il 10 e l´11 Marzo 2004 le C.O.R. devastano la vetrina dell´agenzia interinale “Kelly Service”;
12) completamente distrutta l´auto BMW 525 Touring del presidente provinciale di Alleanza Nazionale, a Calci (PI) il 5 Aprile 2004;
13) la notte tra il 19 e il 20 Aprile 2004 a Pisa viene semidistrutta l´auto jeep Cherooke di un dirigente nazionale e consigliere comunale di Alleanza Nazionale;
14) buste con bossoli di proiettile calibro 9×21 con minacce inviate a 4 segretari UIL di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara (20 Aprile 2004);
15) il 13 Maggio 2004 vengono inviati messaggi minatori dalle C.O.R. a esponenti di Alleanza Nazionale e Forza Italia;
16) il 21, 24 e 25 Giugno giungevano, nelle rispettive abitazioni private, minacce delle C.O.R. alla vedova dl luogotenente dei carabinieri Enzo Fregosi esponente della destra livornese, a un militante e a una consigliera di Alleanza Nazionale di Pisa, al sindaco di Calci della “Margherita”;
17) il 26 Luglio viene dato fuoco al portone di una villetta della presidente del circolo territoriale Pisa-Nord di Alleanza Nazionale.

Lo stile dell´inchiesta

Il 3 Maggio 2004 il PM inoltrಠuna richiesta di custodia cautelare in carcere per cinque compagni del circolo anarchico ed ecologista “Il Silvestre”. L´inchiesta era stata condotta con uno zelo e un´onestà  tale che il GIP fu costretto ad ammettere che “le circostanze evidenziate dall´accusa” per la loro genericità  sono tali da provare “il coinvolgimento nelle C.O.R. praticamente a carico di tutti gli appartenenti all´area anarchica pisana”.
Era evidente che non le C.O.R., ma le idee anarchiche erano sotto inchiesta della Procura. L´onestà  dell´accusa ਠtale che “le indagini serrate”, generiche e infondate, sono state riprodotte e riscritte anche nella successiva richiesta di custodia cautelare a carico di tre compagni, tra i quali figuro anch´io (24 Luglio 2004).
Vi propongo un´altra Chicca che rende bene l´idea sullo “stile” di questa inchiesta: sono accusato di lettere minatorie inviate a segretari della UIL, alla vedova del carabiniere morto a Nassiriya nel noto attentato, a esponenti di AN, al sindaco di Calci, ecc. Le accuse sono mosse alla luce di una perizia calligrafica fatta svolgere dalla Digos. Scrive il PM “se si considera, al di là  delle conclusioni del consulente tecnico , che le lettere di minaccia spedite alla vedova di Fregosi ed alla Lazzerini sono state scritte sicuramente dal Frediani, ne deriva, sul piano logico probatorio, che quegli indirizzi sono stati scritti dalla sua compagna”. Vi prego di porre l´attenzione sulla mia “colpevolezza”. Come posso essere “sicuramente” l´autore delle lettere minatorie “al di là  delle conclusioni del consulente tecnico”, se solo sulla base della sua perizia di parte io sono accusato? Quale “piano logico probatorio” puಠderivare da tale impostazione?

Il “comunista pericoloso” tra gli anarchici

Mi soffermo su due documenti in particolare:
a) la richiesta per l´applicazione di misure cautelari del 3 Agosto 2004;
b) la sentenza del Tribunale distrettuale del Riesame di Firenze del 16 Agosto 2004.

a)
La rivendicazione dell´attentato alla presidente del circolo territoriale pisano di AN ਠattribuita soltanto a me. L´accusa mi giudica esserne l´estensore. Sulla base di questa accusa io sto in carcere per propaganda sovversiva (272 C.P.).
Cito il testo della Procura:
“Il contenuto della rivendicazione, a differenza delle precedenti (…), si spinge oltre l´episodio specifico e si articola in una serie di proposizioni in cui vengono (…) delineati e proclamati concetti tipici della lotta di classe (contrapposizione tra “masse popolari” da una parte e “stato e borghesia imperialista” dall´altra, soggetti, i primi “incatenati nella fabbrica del padrone” e i secondi dediti al “furto del lavoro”; le forze di polizia e i militari vengono definiti “banda armata dello stato e del capitale”), conflitto sociale ed economico che si incita a superare mediante la “lotta armata” in nome del “comunismo” colpendo, “uno ad uno”, i “membri dei partiti della guerra e della precarizzazione” (vale a dire dei partiti di governo) al fine di “educarli tutti”, mediante “le strutture del combattimento proletario”.
Al di là  dell´italiano un po´ incerto e del periodo sconnesso, quanto intende il PM con queste frasi ਠchiaro. Il comunismo ਠun morbo da estirpare. Ovviamente io non ho niente a che vedere con la rivendicazione delle C.O.R., come pure non ho alcun legame con l´italiano inceppato di chi ha scritto il pezzo da me citato, nà© tantomeno con la sua intolleranza anti-comunista.

b)
Alla prima richiesta di carcerazione preventiva, il GIP rispose “concedendomi” i domiciliari. La Procura, stizzita e uterina, si infuriಠin una conferenza stampa semiseria dove annunciava ricorso per la decisione scandalosa del GIP.
Il “Tribunale delle Libertà ” di Firenze ha dato ragione alla Procura ed ha tramutato gli arresti domiciliari in custodia cautelare in carcere. Mi trovavo già  ristretto al carcere “Don Bosco” di Pisa, per cui la cosa non mi toccಠpiù di tanto.
Le motivazioni di questa sentenza sono a dir poco sbalorditive.
Si sappia che il Tribunale del Riesame era chiamato a discutere della ordinanza del 28 Luglio 2004 e non avrebbe potuto tenere conto dei fatti successivi, come la sopraggiunta ordinanza del 6 Agosto 2004.
Cito la sentenza di Firenze:
“(…) Quanto al Frediani, la nuova ordinanza (del 6 Agosto 2004), questa volta applicativa della misura più grave della custodia in carcere, relativa ad un ulteriore episodio di danneggiamento e alle conseguenti rivendicazioni, mostra ancor più chiaramente la pericolosità  del soggetto, dedito stabilmente ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni ideologiche ben più pericolose ed estreme di quelle fino a questo momento espresse dalle C.O.R., convinzioni che mostrano l´adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice comunista che – si potrebbe dire: inevitabilmente – prevale sull´ispirazione anarchica; infine ulteriore elemento davvero preoccupante ਠla scoperta che sia il Gioia che il Frediani erano iscritti e frequentavano regolarmente il Tiro a Segno Nazionale di Pisa esercitandosi frequentemente con pistole calibro 22: fatto di per sਠdel tutto lecito, ma che suscita notevolissime preoccupazioni in ordine alla possibilità  che i due indagati, immersi in ideologie e considerazioni farneticanti e via via sempre più sganciati dalla realtà , potessero trasformare l´hobby della pistola in modalità  operativa”.
Dico, en passant, che appare evidente che l´estensore di questa sentenza ha studiato l´analisi del periodo alla stessa scuola del PM di Pisa e che ragiona con lo stesso “piano logico probatorio” del suo ex compagno di studi.
Cosà¬, i domiciliari della prima ordinanza sono stati tramutati in carcerazione preventiva sulla base della seconda ordinanza del 6 Agosto che non poteva essere tenuta in considerazione perchà© successiva. Inoltre la mia pericolosità  sarebbe dimostrata dalla “scoperta…di un fatto del tutto lecito” come il praticare attività  sportiva. Infine, ed ਠla cosa più grave, al mio amico e compagno Francesco Gioia viene attribuita insieme a me la rivendicazione dell´ultimo attentato delle C.O.R., fatto per cui sia la Procura che il GIP lo hanno ritenuto del tutto estraneo! Si tratta di una sentenza viziosa e allucinante, in cui, in definitiva, l´unico fatto attribuibile di pericolosità  sarebbe il mio pensiero “di radice comunista” prevalente “sull´ispirazione anarchica”!
Per dovere di cronaca: il documento del Tribunale del Riesame cita un altro fatto, “l´attività  preparatoria svolta dai due (Gioia e Frediani) nei confronti del dr. Luciano Bassi”. Si tratta del dottor Bassi Luciani, medico legale dell´Università  di Pisa che ha svolto l´autopsia del detenuto Marcello Lonzi, pestato a sangue nel carcere livornese fino alla morte in cella di isolamento: il risultato dell´autopsia ਠstato “morte naturale”.
Sul medico legale sarebbe stata condotta una “inchiesta” preparatoria da parte mia e del Gioia, svoltasi più o meno cosà¬:
– due compagni avrebbero fatto delle scritte murarie contro il dr. Bassi Luciani, avviando “la campagna per il decesso di Lonzi Marcello”;
– “Il Silvestre” avrebbe affidato l´esecuzione al “Frediani e al Gioia che costituiscono, insieme ad altri, l´ala militare che agisce con la denominazione C.O.R.” (richiesta del PM del 24 Luglio);
– Il Frediani si sarebbe appostato per un paio d´ore sul posto di lavoro del dottor Bassi Luciani e avrebbe anche preso i numeri di targa delle autovetture parcheggiate davanti a Medicina Legale;
– Frediani e Gioia avrebbero fatto “sopralluoghi” presso la residenza del dottor Bassi Luciani.

Ora, quand´anche tutta questa “attività  preparatoria” si fosse realmente realizzata, e sarà  ben duro per l´accusa dimostrare l´indimostrabile, il GIP aveva già  descritto, nell´ordinanza del 28 Luglio 2004, la “fase preparatoria” in modo netto come “non punibile”. E questo ਠpacifico.
Scrive il tribunale:
“Il pericolo di un´azione contro la persona del Bassi (e non solo contro le sue proprietà ) derivava anche dai motivi che lo avevano posto all´attenzione degli indagati, vale a dire la presunta “responsabilità ” in relazione alla morte di un soggetto in carcere avvenuta poco tempo prima: come poter escludere che un tragico evento come la morte di Lonzi Marcello inducesse gli indagati a vendicare la sua memoria con un´azione violenta sulla sua persona?”
Riassumendo, la mia pericolosità  sarebbe dettata:
– da un fatto non pertinente;
– da un fatto lecito;
– da un fatto non punibile.

Resta soltanto l´accusa di essere un comunista. Ovviamente, per quel che mi riguarda, non ਠun´accusa infamante.

Conclusione

Credo di aver illustrato la mia situazione giudiziaria abbastanza bene.
Non ho citato niente di ciಠche riguarda la mia linea difensiva, soffermandomi solo sulle accuse, perchà© aspetto che sia il mio avvocato a distruggere questa montatura giudiziaria. Per due volte mi sono avvalso della facoltà  di non rispondere e continuerಠa farlo come ਠnei miei diritti. Non ho niente da dichiarare e del resto trovo ingiusto per la mia persona parlare con chi mi ha privato della libertà .
Sarebbe fare un torto a me stesso e, in fondo anche alle mie idee.
Che siamo un paese in guerra mi sembra sciocco ricordarlo. Che in un paese in guerra la repressione contro gli oppositori del sistema sia intensificata fino alla sue estreme conseguenze, mi sembra altrettanto superfluo da scrivere. Che il sistema di guerra utilizzi pratiche politiche, mediatiche e giudiziarie contro i “ribelli” mi sembra del tutto ovvio…
Che lo stato riempiva le galere con il proletariato lo sapevo già , ora l´ho constatato di persona.
La Ragion di Stato e l´unità  delle forze di destra e di sinistra nella lotta comune contro il “terrorismo” guidano la repressione.
Penso valga la pena sottolineare che la “Ragion di Stato” ਠquanto di più nocivo per le masse popolari sia mai stato inventato dall´ideologia dominante: la Staatsräson, infatti, “accetta la forma di stato esistente come la suprema autorità  politica e perfino morale” (Finley). La Ragion di Stato ਠprofondamente reazionaria ed ਠnormale che le persone libere vi si oppongano con ogni mezzo. Dietro di essa si annidano la guerra, la repressione, la disinformazione, le frustrazioni di interi larghi strati popolari.
In nome della Ragion di Stato, che ਠla ragione della nostra “civiltà  superiore”, si licenziano migliaia di operai per salvare le aziende e il patrimonio della grande borghesia, si cancellano i diritti, si distruggono la scuola, la sanità  e il sistema pensionistico pubblici, si precarizza il lavoro (già  precario di per sà¨), si esporta lo sfruttamento (dislocazione produttiva all´estero), si pestano a sangue i manifestanti, si attaccano gli stranieri per la loro cultura o religione, si stringono alleanze con i più violenti regimi del pianeta (USA, Israele, Turchia, Corea del Sud, Pakistan,ecc.).
Ovviamente io non partecipo al dogma imperialista della “lotta al terrorismo”. Partecipo invece con il cuore e con la militanza giornaliera alla causa della lotta antimperialista della resistenza al crimine capitalistico. La resistenza ਠla speranza dei popoli. Il mondo dell´unipolarismo yankee si avvia verso la “guantanamizzazione” generalizzata. Vengono compilate “liste nere” in cui sono elencate le organizzazioni che conducono la resistenza all´aggressione imperialista: generalmente si tratta di movimenti e organizzazioni che riscuotono il consenso quasi unanime dei popoli per cui combattono e sono impegnati socialmente nel supportare gli strati sociali più poveri.
I lager nazistoidi dell´occidente non fanno scandalo, i mercati affollati bombardati dalle forze democratiche sono dimenticati, i popoli affamati dalla democrazia occidentale non sono in grado di auto-governarsi, gli stupri delle donne cecene e palestinesi non esistono, che la terra vada incontro alla devastazione ਠuna realtà  ineluttabile e non una conseguenza della nostra “civiltà “. No, di ineluttabile c´à¨ solo la vigliaccheria dei rinunciatari e la rinuncia dei vigliacchi.
Le masse popolari possono farcela a strappare il mondo dalle mani degli imperialisti. Chi lotta per la libertà , l´uguaglianza e l´autodeterminazione dei popoli non puಠessere fermato.
Occorre farla finita con le fobie anti-arabe propagandate dai missionari razzisti della “civiltà  bianca”.
Occorre spazzare via il loro credo antiterroristico e affermare chiaramente che i popoli che resistono, in particolare quelli iracheno e palestinese, non sono “terroristi”, ma uomini e donne gloriosi in lotta per il fondamento della libertà : l´autodeterminazione.
Appoggiamo uniti la loro (nostra) lotta per l´indipendenza e l´autodeterminazione in vista del fine supremo: la fine dello sfruttamento dell´uomo su l´uomo.

Ringraziamenti

Non mi resta che fare alcuni ringraziamenti. Recentemente ho letto un libro di un ricercatore pisano (E.Picano) che scrive che la prima legge del ringraziamento à¨: “ringraziare qualcuno che non se lo merita non basta a farti un amico; ma non ringraziarlo sarà  più che sufficiente a fartelo nemico”. Mi sembra una giusta osservazione. Ringrazierಠquindi tutti coloro che mi hanno scritto e inviato materiale. Non credevo in tanta solidarietà . Non un passo indietro!
Vi abbraccio tutti quanti con il pugno chiuso ben alto,

William Frediani
Casa Circondariale di Pisa
via Don Bosco, 43
56100 Pisa

Topic
Archive