Site-Logo
Site Navigation

Notiziario del Campo Antimperialista … 4 gennaio 2006

5. January 2006

Questo Notiziario contiene:

1. TU VIENI IN VENEZUELA?
2. PRESIDENTE: FINO A CHE PUNTO SI PUO’ ESSERE SERVI?
3. RENDITIONS: CRISTO SI E’ FERMATO A…. GUANTANAMO
4. I TROTSKYSTI (TROTSKY) E IL CAMPO ANTIMPERIALISTA

1. TU VIENI IN VENEZUELA?
Campo Internazionale
Bolivariano

Dal 23 al 30 gennaio prossimi (in
concomitanza con il Forum Sociale delle Americhe), organizzazioni bolivariane
del Venezuela, assieme a forze rivoluzionarie di altri paesi, anzitutto
latinoamericani, ti invitano a partecipare al CAMPO INTERNAZIONALE
BOLIVARIANO nella capitale Caracas e nell’ambito del quale, oltrea a vari
forum sulla situazione in Venezuela, si svolgera’ un INCONTRO internazionale
degli antimperialisti. Successivamente, dal 31 gennaio al 4 febbraio una
Brigata di Solidarieta’ visitera’ alcune zone rurali del paese, quelle in cui
piu’ avanzate sono le esperienze di potere popolare.
Il Campo bolivariano si svolgera’ nel Barro 23 de Enero, storico quartiere
popolare di Caracas. Il Campo e’ uno spazio organizzato dal Frente Nacional
Campesino Ezequiel Zamora (FNCEZ), dal Colectivo Alexis Vive e dal Movimiento
Sin Tierra (MST) brasiliano allo scopo di scambiarsi esperienze e educare
militanti e lottatori popolari.
La partecipazione e’ aperta a tutte le forze e le persone antimperialisti,
democratici e rivoluzionari.

………………………………………………………………………………………..
2. PRESIDENTE: FINO A CHE PUNTO SI PUO’ ESSERE
SERVI?

Il due
gennaio scorso Carlo Azeglio Ciampi, nel corso della sua visita a Napoli,
rispondendo a una domanda sulla presenza delle truppe italiane in Iraq ha
affermato: . Non ci sono parole per qualificare questa affermazioni, tranne quelle
che il codice penale contempla nell’articolo Vilipendio al capo dello Stato.
Franz Fanon, ai tempi della guerra di liberazione algerina, sosteneva:
“Viene il momento in cui il silenzio diventa menzogna”. Oggi siamo
messi ben peggio: la menzogna di Stato e’ diventato un crimine!

………………………………………………………………………………………
3. RENDITIONS: CRISTO
SI E’ FERMATO A…. GUANTANAMO

Tra le numerose
battaglie che i dannati della terra stanno compiendo ogni giorno tra il
silenzio colpevole dei media vogliamo ricordare la piu’ disperata di tutte:
quella dei prigionieri illegalmente detenuti a Guantanamo, segregati in
condizioni disumane. Molti di loro hanno ricominciato a meta’ dicembre lo
sciopero della fame. Per alcuni, fra soste e riprese, lo sciopero va avanti da
cinque mesi. Cosa chiedono questi prigionieri additati dalle autorita’
americane come ? Il piu’ elementare e sacro dei
diritti per dei guerriglieri, lo stesso per cui si batte’ fino alla morte Bobby
Sands: essere considerati, in ottemperanza alla Convenzione di Ginevra, dei PRIGIONIERI
DI GUERRA. Vogliamo ricordare che nel lager americano sono tenuti in
ostaggio, nelle condizioni piu’ disumane, piu’ di 500 combattenti, non tutti
catturati in Afganistan dagli americani. Molti prigionieri sono infatti stati
sequestrati con azioni terroristiche anche in altri Paesi (stile Abu Omar).
Secondo quanto ammesso dagli stessi ex agenti della Cia, le
(ovvero i sequestri illegali all’estero con successiva consegna ad altri Paesi)
sono gestite direttamente dalle Nazioni amiche degli Usa. In altre parole
alcuni di coloro che stanno muorendo a Guantanamo sono stati arrestati, senza
prove, anche dalle polizie europee, che sulla base d indagini sommarie,
hanno poi provveduto a consegnarli agli yankees. A nessuno dei
prigionieri sono state attribuite o accuse cinrcostanziate e
specifiche. Nessuno di loro gode del diritto alla difesa: sono infatti vittime
di tribunali militari speciali. La solidarieta’ con questi prigionieri prima
ancora che un atto politico, e’ un dovere umanitario. Guantanamo non e’ solo
uno scandaloso esempio della brutalita’ dell’imperialismo, e’ un atto d’accusa
verso tutti coloro che riescono a voltare le spalle e a giustificare il loro
silenzio.

………………………………………………………………………………………..
4. I TROTSKYSTI (TROTSKY) E IL CAMPO
ANTIMPERIALISTA

Certe volte
capita agli allievi di superare i loro maestri. Non e’ purtroppo il caso dei
trotskysti i quali, nel tentativo di emulare il rivoluzionario russo, scambiano
la fedelta’ alla loro tradizione con il fideismo, trasformando la teoria
politica in un talmud, in un formulario di posizioni che si crede valido
per tutte le stagioni e situazioni. Come per Ratzinger la verita’ e’ data
una volta per tutte e scritta nei Vangeli (e non si tratterebbe che di
modularla e spiegarla modernamente), cosi per i trotskysti, i quali, se
si mette in discussione che il proletariato occidentale non ha una funzione
rivoluzionaria e che l’attuale forza motrice e’ la resistenza antimperialista,
accade come ai cattolici quando gli si contesta il mistero trinitario. Alcuni
ci scrivono lettere lanciandoci l’accusa di essere , e lo
fanno come se fosse uno dei peggiori anatemi. Insomma, i trotskysti, che ci ci
avevano gia’ s/comunicato ai tempi della guerra in Jugoslavia, oggi ci comunicano,
dato il nostro incondizionato sostegno alla Resistenza irachena, che non
abbiamo piu’ scampo e andremo certamente all’inferno. Non siamo un partito,
solo un’associazione al cui interno si ritrovano militanti di diversa
provenienza, non ci compete quindi fare concorrenza ai trotskysti nella loro
(vana) battaglia per l’egemonia sulla sinistra, ostentando questa o
quell’icona, questa o quella continuita’ dottrinaria. A noi preme sostenere le
resistenze antimperialiste, convinti come siamo che ogni piu’ piccolo colpo
portato all’imperialismo e al suo bastione USA, sia mille volte piu’ importante
di tanto chiacchiericcio ideologico. Tuttavia anche noi abbiamo avuto modo di
fare delle letture, ed e’ anche grazie ad esse che si siamo convinti che la
vittoria delle resistenze antimperialiste nel sud del mondo e’ l’anticamera per
la quale necessariamente deve passare quella che Marx chiamava la talpa
rivoluzionaria (che non scava seguendo la direzione dei dottrinari, piuttosto
seguendo le crepe e le fessure di vulnerabilita’ del sistema). Il bello e’ che
pure Trotsky l’aveva intuito, anche se malauguratamente non seppe o non volle
lavrare su quell’intuizione:

 

“Potremmo forse riuscire ad attraversare le Porte
dell’Asia per materializzarci quali spettri mortali al cospetto della Borsa
inglese e di quella francese. Chissa? —puಠdarsi che la strada per Londra e
Parigi passerà  per le città  della Cina e della Persia, per l’Afghanistan e per
l’India: ਠlà  che potremo dare il colpo di grazia all’imperialismo britannico e
ridurre l’Inghilterra allo stato di un’isola miserabile e periferica, dove il
proletariato regolerà  senza troppa pena i conti con la propria borghesia
nazionale. “

 

Discorso al Soviet di Pietrogrado – 1 settembre del 1919*
*Il discorso fu pubblicato con questo tititolo: “Il fronte di Pietrogrado al
centro dell’attenzione”
ПЕТРОГРÐ?ДСКИЙ ФРОÐ?Т Ð’
ЦЕÐ?ТРЕ Ð’Ð?ИМÐ?Ð?ИЯ.

Topic
Archive