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QUATTRO IMBECILLI A CHI?

20. February 2006

NOI VOTIAMO IL 18 MARZO!
Nel terzo anniversario dell’aggressione all’IRAQ, i movimenti contro la guerra hanno indetto per il 18/3 una giornata mondiale di protesta. IMPEGNAMOCI TUTTI affinche’ la manifestazione di ROMA sia GRANDE, unitaria e combattiva. Gli antimperialisti si fermeranno a P.zza Venezia coi COMITATI IRAQ LIBERO dove prendera’ la parola Jabbar al-Kubaysi, esponente della RESISTENZA IRACHENA, scarcerato dopo un anno di prigionia a Bagdad.

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Questo Notiziario contiene:

1. OGGI COME IERI: VIVA MENELIK!
SOLIDARIETA’ CON I MANIFESTANTI LIBICI
2. QUATTRO IMBECILLI A CHI?
annessi e connessi riguardo alla manifestazione del 18 febbraio.
3. L’AVVOCATO TAORMINA C’E’ O CI FA?
4. PERUGIA CONTESTA BERLUSCONI
5. VENEZUELA: UN MILIONE DI Ak-471. OGGI COME IERI: VIVA MENELIK!
SOLIDARIETA’ CON I MANIFESTANTI LIBICI

Come purtroppo pochi ricordano le avvenure
imperialistiche italiane iniziarono a spese dei popoli etiopici guidati
dal Re dei Re Menelik. L’impresa coloniale venne decisa dal
Governo Crispi, da un governo di “sinistra”, e
culmino’ nella umiliante disfatta di Dua del 1 marzo del 1896.
Due anni prima lo stesso governo aveva represso nel sangue la rivolta
proletaria dei fasci sicialiani e messo fuori legge il neonato Partito
socialista. Le cronache del tempo riportano che durante il conflitto,
sui muri di tante citta’ italiane, comparvero scritte quali VIVA MENELIK!
Erano, a farle, i militanti socialisti e anarchici i quali,
contrariamente ai “compagni” politicamente corretti di
oggi, non esitarono a schierarsi col nemico della patria, coi selvaggi
retrogadi che rifiutavano l’italica e democratica civilizzazione.
Tocco’ poi alla Libia, che in due occasioni si oppose eroicamente
alle sanguionose invasioni italiane.
Il ricordo di quelle tragedie, ne sa qualcosa chi e’ stato in
Libia, e’ ancora vivo nella memoria popolare. Questo in parte
spiega il carattere antitaliano della rivolta in corso, duramente
repressa dal regime di Gheddafi —che oramai agisce per conto di
una camarilla compradora e corrotta. La rivolta si va estendendo e
assume caratteri antigovernativi, ma la sua scintilla ਠstata la
famosa maglietta antislamica del dimissionario e provocatore Ministro
Calderoli. Di qui l’assalto al Consolato italiano nella regione
di Bengasi, che tutti i partiti italianisti (nel clima ravanchista che
la vicenda foibe incarna) condannano ed esecrano. Ci sia consentito
affermare che questa rivolta, oltreche’ legittima, e’
giusta. Finche’ agli occhi dei popoli oppressi mondo
l’Italia verra’ rappresentata da impostori razzisti come il
padano Calderoli, noi siamo in diritto di sentirci antitaliani, ovvero
libici, palestinesi, iracheni, venezuelani. Oggi come ieri: VIVA MENELIK!

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2. QUATTRO IMBECILLI A CHI?
Annessi e connessi riguardo alla manifestazione del 18 febbraio

“Un merito del governo Berlusconi e’ stato di ‘migliorare i rapporti con Israele e noi continueremo su questa linea’.
Lo afferma Rutelli. Questo miglioramento e’ stato ‘una delle poche cose
positive’ fatte dal governo Berlusconi, ha detto il presidente della
Margherita dopo un incontro a Gerusalemme con il premier ad interim
israeliano Olmert. E’ emersa ‘una identita’ di vedute sui punti
strategici’, ha indicato Rutelli. Olmert ha assicurato che Israele ‘non
si fara’ ingannare da Hamas’. “[1] ANSA, 13/02/2006 12.44.00.
Queste affermazioni spazzano via ogni dubbio su quella che sara’
la politica estera del centro-sinistra ove andasse al governo. E’
inoltre emblematico che siano state fatte in Israele. Una volta chi si
candidava alla guida dell’Italia doveva prima genuflettersi alla
Casa Bianca, ora e’ necessario che faccia una visita di cortesia
a Tel Aviv. E’ in questa cornice che si spiega la lapidazione e
la trombatura di Marco Ferrando da parte dell’inFausto e il
putiferio scatenato su una modesta manifestazione romana per la
Palestina. Sono bastati pochi slogan e l’atto simbolico di
bruciare le bandiere di due stati-canaglia, per spingere alcuni tra gli
stessi promotori a dissociarsi e ad esprimere la loro accorata
esecrazione. Diliberto ha addirittura convocato in fretta e furia una
conferenza stampa per dire che lui non ha visto ne’ sentito
niente e comunque ha bollato gli antimperialisti in questione come
-quattro imbecilli… provocatori-. Senti chi parla! Parla il
segretario di un partito che mentre porge patetiche scuse alla grande
armata sionista-americanista della propaganda; mentre fa il mea culpa
per uno slogan su Nassirya e due bandiere bruciate; non ha nai voluto
fare abiura per essere stato in un governo (D’Alema) il quale,
stracciando la Costituzione, trascino’ l’Italia nella
piu’ sporca delle guerre, quella alla Iugoslavia. Lo spettacolo
e’ patetico ma esprime bene la metamorfosi dell’Occidente
dopo l’11 settembre. Stiamo scivolando a piccoli passi in un
nuovo totalitarismo imperialistico. Vengono giorno dopo giorno
sbriciolate le convenzioni costituzionali e lo stato di diritto. Si
spostano surrettiziamente i paletti e i confini di ciಠche viene
ritenuto lecito, ammissibile, legale. I tradizionali paradigmi
ideologici sono stati messi in soffitta e rimpiazzati dai nuovi made in
USA, e chiunque li contesti viene considerato fuori dal perimetro del
sistema. Quali sono questi nuovi dogmi su cui si fonda la religione
civile imperialistica?
– Israele non si tocca e compie grave sacrilegio chi non senta come
una colpa ontologica le pene, da chiunque inflitte, al popolo ebraico;
– Gli Stati Uniti sono la democrazia più bella del mondo, tutti
saremmo tenuti a difenderne la supremazia mondiale e il loro diritto ad
esportarla manu militari; -Ogni Resistenza armata
all’espansionismo imperiale americano e sionista sarebbe
terrorismo.
Questo slittamento, lento ma inesorabile, prima di diventare
effettuale sul piano politico e giuridico, ha una sua incubazione
simbolica. Pigliamo il caso eblematico di Ferrando. Quelli che
pensano che la campagna di stampa della grande armata sionista-americanista della propaganda
si sia posta solo l’obbiettivo di forzare Rifondazione a
cancellarlo dalla liste (allo scopo di avere solo dei
deputati-signor-si), si sbagliano. In verità  l’armata ha
un obbiettivo piu’ ambizioso. Si tratta di una colossale
operazione di rimozione ideologica: cancellare dal senso comune
l’idea che Israele e USA siano due tumori maligni che minacciano
l’umanita’. E’ un’offensiva capillare,
sistematica, che non conosce tregua. Davanti a questa avanzata globale,
se gli iracheni e i palestinesi possono ricorrere alla critica delle
armi, qui in Occidente diventa fattore di raccapriccio ricorrere alle
solw armi della critica, ove la critica, in assenza di strumenti
adeguati di comunicazione (tutti in mano al potere) non puo’
appunto che esprimersi per gesti simbolici, come bruciare delle
bandiere o urlare che dieci cento Nassyria. Ecco cosa si vuole
illegalizzare: non tanto bruciare bandiere ma la solidarieta’ con
le Resistenze.
Per questo le frasi sui -quattro imbecilli- sono pezze
d’appoggio all’illegalizzazione dell’antimperialismo
iche e’, tra le varie forme di antagonismo, quella che il sistema
oggi meno digerisce. Come sono di obiettivo fiancheggiamento le penose
dichiarazioni di Caruso, che da disobbediente
pare diventato il Pierino delle barzellette. E dispiace pure che lo
stesso Ferrando, quando il seggio blindato in Parlamento a fianco di
Prodi, D’Alema e compagnia era un miraggio, non ha saputo
tenere duro e, a domanda (Mentana a Matrix), –ma lei che pensa della
Resistenza irachena?–, non ha avuto il coraggio di affermare di
sostenerla, limitandosi a dire che essa e’ legittima (bella
scoperta!). Ha fatto di peggio. Dopo un servizio su Moqtada al-Sadr,
confondendocolpevolmente le milizie al Mahdi con quelle governative
Badr, ha farfugliato le solite frasette di circostanza contro
l’integralismo e il terrorismo, per poi dire che a Nassiryia
c’e’ stato un orrendo massacro, lasciando intendere che la
stessa legittimita’ della Resistenza e’ una variabile
dipendente —da calibrare evidentemente sulla scala
dell’ipocrisia imperialista, che mentre giustifica come atti di
guerra i bombardamenti a tappeto sulle città  insorte come
Falluja, bolla come terrorista ogni azione resistente di contrattacco.
Ci chiediamo: ma una spina dorsale coloro che si ritengono comunisti ce
l’hanno ancora?
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3. L’AVVOCATO TAORMINA C’E’ O CI FA?

ANSA (POL) – 19/02/2006 – 20.42.00 – ISLAM: TAORMINA, LEGAMI SINISTRA-TERRORISTI SONO DIMOSTRATI

”La risposta dei Ds non mi meraviglia, perche’ la collusione con i
terroristi islamici e’ dimostrata non soltanto da quello che e’
avvenuto nelle vie di Roma nella giornata di ieri, ma da una storia
vecchia”. E’ quanto afferma Carlo Taormina (Fi). ”Una storia – rileva
– che parte dagli accordi con i terroristi iracheni per speculare sui
sequestri che sono serviti solo a finanziare la delinquenza
integralista di quel Paese, dalla solidarieta’ manifestata ai
magistrati che hanno sbeffeggiato un governo impegnato a prevenire il
terrorismo assolvendo criminali integralisti di prima risma, al
fiancheggiamento di formazioni come il Campo Antimperialista,
notoriamente facente capo a Moreno Pasquinelli che era sistematicamente
in contatto con Al Kubaisi durante i sequestri delle due Simone e di
Giuliana Sgrena”. (ANSA). FLB 19-FEB-06 20:39 NNN

Alcuni mesi fa Taorimina si presentava alla Procura di Roma difendendo
un losco personaggio di nome Preite. Preite soteneva di avere su
supporto informatico la prova di telefonate tra gli antimperialisti
italiani, in particolare di Moreno Pasquinelli, ai rapitori di Giuliana
Sgrena. Secondo il sicofante l’ordine partito dall’Italia
era non solo di rapire ma uccidere la Sgrena, poiche’ ella era a
conoscenza che lo stesso rapimento dei quattro mercenari italiani
dell’aprile 2004 era partito dal Campo Antimperialista. Non
‘ un film, e’ la pura verita’. Contro questo
provocatore (I cui mandanti si debbono immaginare) fu subito presentata
querela per calunnia. Della cosa si stanno effettivamente occupando i
magistrati romani. Adesso lo stesso Taormina dovra’ rispondere in
tribunale delle sue suqinternate e gravissime accuse. Il tempo di
redigere l’ennesima querela.

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4. PERUGIA CONTESTA BERLUSCONI

Venerdi scorso, al Palasport di Perugia,
Berlusconi ha dato avvio alla sua campagna elettorale in Umbria.
Diverse decine di giovani, antimperialisti e antagonisti, hanno svolto
proprio all’ingresso un presidio di protesta esponendo due
striscioni; Via Berlusconi e No alla guerra, ritirare le truppe
dall’Iraq. Il minimo che si potesse fare, pur in un clima
difficile come l’attuale e malgrado l’assenza totale della
cosiddetta -sinistra radicale-, per far sentire la voce di chi
non perdona al primo Ministro la sua scelta di inviare truppe in Iraq,
la sua sfrontata arroganza reazionaria, e non per questo vuole stare al
carro del centro-sinistra.
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5. VENEZUELA: UN MILIONE DI Ak-47

Nello scoso Notiziario avemmo modo di
sottolineare la straordinaria importanza dell’appello rivolto da
Ugo Chavez al Forum sociale mondiale, ai movimenti contro la guerra e
agli stati che si oppongono alla tirannia gringa, quello a costituire
un “FRONTE ANTIMPERIALISTA INTERNAZIONALE” allo scopo
“di battere gli americani e di fare in modo che questo secolo sia
il secolo in cui l’impero americano sara’
seppellito”. Pochi giorni dopo Chavez, dicendosi certo che gli
USA stanno preparando un altro colpo di Stato e, contestualmente,
un’invasione del paese, ha dichiarato che cento mila Kalashnikov
non bastano, che ne occorrono un milione almeno. La rivoluzione
bolivariana si prepara a difendersi, nella prospettiva di costruire
quanto prima un vero esercito popolare, sull’onda degli
insegnamenti che giungono dall’Iraq. Queste dichiarazioni fanno
seguito alla scoperta che i nordamericani stanno tentando in ogni modo
di inflitrarsi in Venezuela, di organizzare una logistica e gruppi di
cospiratori in vista di una prova di forza. Alcuni cittadini
statunitensi sono gia’ stati espulsi con l’accusa di
svolgere attivita’ ostili e illegali. Chi pensa che le acccuse di
Chavez siano solo propaganda si sbaglia. Indiscrezioni su piani
nordamericani di attacco sono trapelate negli stessi media USA. 

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