Questo Notiziario contiene:
1. WILLI FREDIANI E’ LIBERO!
2. LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI DI MILANO
3. MILOSEVIC E’ MORTO. INGIUSTIZIA E’ FATTA
4. CI VUOLE FEGATO (a votarli)
5. IL FORUM PALESTINA (il PdCI) E NOI
1. WILLI FREDIANI E’ LIBERO!
Dopo quasi due anni di
incredibile carcerazione preventiva Willi Frediani torna a piede
libero. QUESTA MATTINA e’ stata infatti disposta la fine degli arresti
domiciliari per il militante del CAMPO ANTIMPERIALISTA, indagato
nell’inchiesta pisana sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. A
questo punto l’unico imputato ancora agli arresti ਠFrancesco
Gioia, recentemente estradato dal carcere di Madrid. Benvenuto tra noi
Willi!
Ricordiamo anche che da lunedଠ20 marzo riprenderà il relativo processo.
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2. LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI DI MILANO
BERTINOTTI: “ALLARMANTE” –
Parole di condanna anche dal leader di Rifondazione Comunista, Fausto
Bertinotti. “Naturalmente penso molto male di quanto successo.
àˆ un elemento allarmante – ha detto Bertinotti, che nel
pomeriggio partecipa a Brescia a una manifestazione promossa
dall’Associazione nazionale partigiani -. Alla manifestazione di oggi,
unitaria, partecipiamo noi, i centri sociali come il Leoncavallo, i Ds,
una vasta presenza di forze di sinistra, democratiche, che
testimonieranno il rifiuto di ogni forma di violenza e la scelta,
netta, a favore della libertà di tutti di esprimersi in campagna
elettorale”. Bertinotti ha aggiunto: “invece di chiamare no
global i responsabili degli incidenti bisognerà individuarli con
precisione, queste azioni devono essere severamente censurate”.
Esprimiamo la nostra solidarieta’ agli antagonisti pestati e
arrestati a Milano sabato scorso. Lo facciamo convinti, malgrado i
gruppi e realta’ associative che hanno indetto la manifestazione
siano non solo distanti dal Campo, ma addirittura ostili. Si tratta in
alcuni casi di chi, nel 2003 ma anche dopo, chiese che il Campo fosse
“cacciato dal movimento” in base all’accusa che
avremmo costituio una “alleanza coi fascisti”. Chiediamo la
scarcerazione degli arrestati nonostante alcuni di loro non abbiano mai
mosso un dito quando furono arrestati Grazia, Alessia e Moreno.
Malgrado non abbiano speso una parola di fratellanza a Willi Frediani,
che solo oggi, dopo due anni di carcere, e’ tornato libero. Ma
che c’entra, vi chiederete, ricordare questi fatti? C’entra
perche’ alla base dei fatti di Milano e degli attacchi spesso
sbirreschi al Campo c’e’ la medesima radice: una concezione
distorta e paranoica dell’antifascismo per cui la lotta contro
certi rottami viene concepita non solo come prioritaria ma come
l’alfa e l’omega della pratica anticapitalista. Se
l’accusa per cui non ci saremmo alleati coi fascisti era falsa,
vera invece era l’alleanza che certi settori dell’estrema
sinistra fecero con la sinistra di sistema contro di noi.
Un’alleanza in nome dell’antifascismo. Ora questa stessa
sinistra di stato, PRC compreso, non solo non solidarizza con coloro
che hanno preso sul serio il cosiddetto “antifascismo
militante” e che pagano di persona la loro sballata pratica
politica. Questa sinistra imborghesita esecra le violenzee, addita
questi compagni alla repressione, chiede che la magistratura faccia il
suo dovere, ovvero chiuda in galera i “provocatori”.
Chissa’ se questa lezione servira’ ad aprire gli occhi ai
compagni arrestati. Chissa’ se essi capiranno da chi guardarsi le
spalle, che ci sono bel altre e piu’ importanti cose da
fare, oggi, che fare casino per impedire una sfilata di quattro gatti
al servizio del governo Berlusconi, alias Fiamma Tricolore, Forza Nuova
e compagnia cantando. Speriamo che questa lezione serva da monito. Ma
ci crediamo poco. C’e’ chi pensa che menar le mani ai
sbitti e fascisti sia il criterio per considerarsi antagonisti. Errore!
Se in generale l’uso della testa prima delle mani distingue i
rivoluzionari dai casinari estremisti, in questo frangente gli
antagonisti si riconoscono per essere coloro che invece di cnfondere le
idee a tutti coloro che non amano questo mondo indicano loro chi sono i
nemici piu’ veri e piu’ insidiosi. Essi non si annidano
negli ambienti funerei dei mentecatti dalla testa rasata. Essi sono
accanto a noi, sono coloro che in nome dei valori della democrazia e
spesso delle tradizioni di sinistra usano il consenso dei cittadini per
meglio servire gli interessi di un imperialismo genocida e di un
turbo-capitalismo che spinge l’umanita’ sull’orlo del
baratro. Chi cerca scorciatoie si rompera’ la testa. Invece
e’ della testa anzitutto che per resistere abbiamo oggi bisogno.
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3. MILOSEVIC E’ MORTO. INGIUSTIZIA E’ FATTA
Riceviamo e pubblichiamo:
Slobodan Miloshevich ucciso a tradimento dall’imperialismo sinarchista
Dopo l’omicidio di Milan Babic, vicepresidente della
Jugoslavia, suicidato nel ‘democratico e umanitario’ lager del TPIY,
all’Aja, un’altra sentenza di morte à¨
stata eseguita dai sicari al soldo della banda sinarchista-imperialista.
Slobodan Miloshevich, dopo aver sconfitto il tribunale speciale
imperialista, nel processo-farsa montato dall’ala sinistra della
sinarchia, e aver smontato il castello di carte truccate e di false
accuse, ne aveva messo a nudo i veri scopi e alle strette i sicari e I
pennivendoli di servizio*. Perciಠl’Ulivo imperialista mondiale
ha fatto ricorso all’unica arma che gli era rimasta: l’omicidio.
Eseguito di notte, al buio. Come si conviene ai sicari a modo.
L’imperialismo, ricorrendo all’assassinio di Slobodan Miloshevich, ha
solo svelato la sua feroce ed efferata debolezza. Non potendo
portare avanti la pagliacciata dell’Aja; i magistrati da operetta
(stile Carla del Ponte, Antonio Cassese, ecc. ecc.) non hanno potuto
condannare al ludibrio mondiale il Presidente Slobodan Miloshevich.
Anzi il suo esempio, con la sua risoluta dignità , ha spronato
altri nemici dell’impero a sfidarne le mire; anche se di fronte hanno
teatrali processi farsa e relativi pupazzi travestiti da giudici e
procuratori. Oggi la crema dirigenziale dell’imperialismo sinarchista
di sinistra ha motivo di festeggiare. Un nemico irriducibile à¨
stato abbattuto! Gli esponenti principali dell’Ulivo
democratico-bombardatore e umanitario-leucemico, e cioà¨
Soros, Clinton, Blair, Fischer, Jospin e, a un
livello miserrimo, Dalema, Diliberto-Cossutta, Water Veltroni,
Pecoraro-Scanio e altra fanghiglia umana, possono tirare un sospiro di
sollievo: non hanno più da temere un eventuale, anche se
improbabile, capovolgimento di posizione al tribunale-farsa dell’Aja.
La voce del loro accusatore ਠstata messa a tacere per sempre. I
crimini di questi macellai ‘umanitari’ saranno lasciati impuniti dai
servi togati della Nato. Ed anche gente come Rospo, Mortadella e
Cicogna non verranno più bollati con la nobilitante qualifica di
mafiosi, nà© dovranno più temere di dover rispondere a
eventuali testimonianze del Presidente Slobodan Miloshevich.
àˆ chiaro l’andazzo che ha preso la situazione mondiale. A noi,
plebe da voto, viene imposta la pretesa di fornire legittimità a
tale canaglia sanguinaria. L’unica azione che posso svolgere, per
contrastare le pretese di simili maniaci, ਠquella di invitare
tutti coloro che leggono queste parole, a non darsi la briga di andare
a votare il 9/10 Aprile prossimo.
Non un solo voto a gentaglia come Prodi, Dalema, Berlusconi, Fini, et
similia. Per non parlare di omuncoli spregevoli e ripugnanti come
Bertinotti, Cossutta, Diliberto, Pecoraro-Scanio, in prima linea nel
sostenere lo squartamento e il bombardamento della Jugoslavia. Di
certo, io non sprecherಠun solo secondo del mio tempo per
legittimare queste canaglie.
Onore al Presidente della Jugoslavia Slobodan Miloshevich!
Alessandro Lattanzio – 11/3/2006
* Valgano, su tutte, come esempi, i sinistri figuri di
sinistra Ennio Remondino e Giovanna Botteri, due
killer del TG3.
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4. CI VUOLE FEGATO (a votarli)
Prodi: sull’Iran sono daccordo con Berlusconi
Prodi: “Quanto all’Iran, e’ inammissibile che si doti di
armi nucleari. Sanzioni come pure un eventuale intervento armato
si possono fare, ma in ambito Onu”.
E per chi avesse dimenticato:
Il presidente dei Ds D’Alema: “Sicurezza e ordine devono
basarsi sul diritto internazionale… Giusto espandere la democrazia,
anche con la forza”
di GOFFREDO DE MARCHIS
Si puಠesportare la democrazia? E se sà¬, con quali mezzi?
Massimo D’Alema indica la sua strada sapendo che quando arriverà
sul tavolo di tutta l’Unione sarà un problema. “Esportare la
democrazia con successo vuol dire non escludere a priori il tema
dell’uso della forza”, dice il presidente dei Ds al seminario della
fondazione Italianeuropei che ruota intorno al progetto riformista.
Il suo ਠun discorso tutto incentrato sulla politica
estera e oggi politica estera significa anche come stare nel dibattito
guerra-pace. Il punto di partenza di D’Alema à¨: “L’idea neocon
di esportare la democrazia ਠgiusta, ਠun grande
obbiettivo”, “la sicurezza ਠnell’espansione della democrazia” e
la questione dovrà essere assunta dal centrosinistra. Ma oggi
bisogna guardare oltre. “Il multilateralismo – spiega D’Alema – non
deve essere interpretato come condivisione di impotenze o accettazione
dello status quo, ma come un sistema in grado di intervenire
efficacemente, superando la visione ottocentesca della sovranità
nazionale”. àˆ evidente che il presidente della Quercia ha
già lo sguardo rivolto agli impegni di governo del
centrosinistra, parla di “un terreno di confronto con la destra
americana”. E che il tema sia all’ordine del giorno, non solo guerra e
pace ma anche Italia e Stati uniti e Europa-Usa, lo testimoniano tutti
gli altri interventi. Sull’uso della forza Piero Fassino ha fatto da
apripista e oggi dice a D’Alema: “àˆ un tema impopolare ma
giusto”. Sulla democrazia da espandere Francesco Rutelli osserva:
“Qualcuno dice che gli Usa di Cheney, il Cheney che considera giusta la
prigione per Nelson Mandela, non possono essere paladini della
democrazia. Ma loro una politica ce l’hanno…”.
4 maggio 2005
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5. IL FORUM PALESTINA (il PdCI) E NOI
Il 7 marzo scorso abbiamo ricevuto questa nota:
“E’ noto a tutti che il Forum
Palestina non fa parte del comitato organizzatore della manifestazione
del 18 marzo. Si prega di correggere la vostra comunicazione sbagliata.
Avete fatto confusione con la manifestazione del 18 febbraio. Su quello che faremo il 18 marzo sono ancora affari nostri.
Cordiali saluti
Forum Palestina”
Ci scusiamo con i compagni del Forum Palestina per averli considerati
facenti parte del comitato promotore della manifestazione del 18 marzo
Due lettere al Campo:
“Cari compagni
vi leggo e ogni tanto vi scrivo, sono andata in Palestina nel 2002 e in
Iraq ripetutamente prima e dopo l’ultimo conflitto. Conosco bene i
compagni di Forum Palestina per immaginare solo che si possano essere
accordati su quella frasetta. Abituata a marciare e manifestare , ero
il 18 a quella per la Palestina e sono riuscita pure a farmi pubblicare
una lettera su Il Manifesto perchਠindignata di come la giovane
giornalista aveva riferito rispetto a quell’evento. Ho risposto pure
alla Rossanda che ਠscesa in prima persona a difendere una
giovane della sua squadra. Se le cose prendono questa piega posso pure
rimanermene a casa con mia figlia. Perಠvoglio dirvi, e non solo
perchਠsono candidata alla camera con i Comunisti Italiani, che
in questo momento non alziamo troppe barricate interne perchà¨
non solo ਠnecessario battere Berlusconi e la destra ma à¨
soprattutto necessario battere il berlusconismo a sinistra che come
avete illustrato molto bene sta prendendo piede nei circoli sionisti di
sinistra. Una in più o una in meno ai miei piedi non fa
differenza: i palestinesi hanno Hamas e gli iracheni i loro
rappresentanti più o meno di sinistra e più o meno contro
l’occupazione. Cosa possiamo intanto fare noi? credo solo chiarezza e
informazione altre guerre le stanno preparando nei luoghi appositi. Non
lasciamo cadere oggi l’unica opportunità di cambiare qualcosa e
di poter contare qualcosa anche nella differenza e nella
molteplicità che ci caratterizza.
Un saluto Enrica Palmieri
(Lettera inviata il 9 marzo)
A Enrica rispondiamo che in
effetti eravamo in torto quando abbiamo affermato che il Forum
Palestina faceva parte del Comitato promotore della manifestazione del
prossimo 18 marzo. Essi non hanno quindi alcuna responsabilita’
per la pelosa frase surrettiziamente aggiunta all’appello di
convocazione della manifestazione medesima (vedi il precedente
Notiziario). Detto questo non si tratta di alzare barricate tra
compagni, ma di sollecitare tutti ad una pratica piu’ coerente e
meno tatticistica. Differenze di vedute ci sono e ci saranno. Non sono
queste che pregiudicano l’unita’ che auspichiamo, ma
l’opportunismo, ovvero quella pratica che subordina una politica
chiara a vantaggi tattici o a rapporti cordiali con certa sinistra
istituzionale proprio a spese della chiarezza. Non siamo noi che
poniamo steccati ad una piena collaborazione delle forze
antimperialiste, ma chi si ostina ad assumere atteggiamenti settari
fondati non su basi politiche ma su meschini interessi di parrocchia.
Per cui: che possiamo fare oggi? Da tempo lo diciamo unire tutti gli
antimperialisti in Italia guardando, come ha suggerito Chavez
all’unita’ su scala mondiale, quello che ha chiamato Fronte
internazionale antimperialista. Speriamo che altri siano disposti a
raccogliere la sfida lanciata da Caracas.
Cari compagni,
accolgo il vostro invito a discutere con voi sulle opinioni e posizioni
sostenute nella vostra preziosa rubrica, che provvedo come sempre a far
girare nella nostra rete di contatti. Non vorrei che quanto sto per
dire sia frainteso, come facilmente puಠavvenire, per una difesa
di orticelli e purezze che non esistono e che non meritano la vostra
attenzione al mio contributo. Mi preoccupa, perà², che voi
continuiate a parlare genericamente e soltanto della sinistra che, di
volta in volta, ਠreticente o apertamente ostile rispetto alle
questioni relative alla lotta di alcuni popoli per la loro
autodeterminazione. Questo, ਠvero, vi consente di emergere
rispetto al panorama squallido ed opportunista della sinistra sedicente
radicale come forza schiettamente e coerentemente antimperialista, ma
credo che di questo non abbiate alcun bisogno, dato che non mi pare sia
messo in discussione da alcuno, anzi vi viene “addebitato” con estrema
forza. Tuttavia, dalle vostre descrizioni, apparirebbe un quadro
omogeneo e granitico di opportunisti votati alla semplice ricerca di
compatibilità elettorali con un ceto politico di riferimento
borghese, e quindi tranquillamente capitalistico e guerrafondaio. Che
questo sia vero per la parte che citate, non vi ਠdubbio, e
sostengo da tempo le stesse vostre stesse posizioni. Tuttavia non sarei
cos’ categorico, per non rischiare di essere superficiale, dimenticando
che ad esempio il PdCI, per quel poco che vale e che rappresenta, ha
rotto il tavolo programmatico dell’Unione proprio sul tema Iraq,
intrattiene rapporti con forze e paesi mediorientali al cui solo citare
il nome ai benpensanti che voi stessi nominate viene l’orticaria
(vogliamo parlare di Hezbollah, ad esempio?). Inoltre, lo stesso
partito ha rifiutato di firmare il programma dell’Unione considerandolo
non rispondente ad esigenze per quanto minime di rottura con l’attuale
indirizzo governativo, per molti aspetti fra cui di primario rilievo
quello della guerra e dell’Iraq in particolare.
Si sprecano le dichiarazioni e le prese di posizione dei nostri
dirigenti sulla resistenza irakena come resistenza popolare e di massa,
distinta dal terrorismo che come sempre accade si inserisce molto
agevolmente nel processo della guerra come tutte le altre
attività criminali, che tuttavia nulla hanno a che fare con la
difesa dell’autonomia della libertà attraverso le armi che si
hanno a disposizione.
Cosଠcome abbiamo criticato e preso le distanze dalle elezioni e
dai referendum farsa, e non solo per l’Iraq, e consideriamo il
sedicente governo irakeno per quello che à¨, scansando il gioco
meschino e puerile di trincerarsi dietro il suo riconoscimento per poi
giustificare mediazioni e sottomissioni agli Usa le più
ignobili, come invece sta già facendo al leadership unionista
maggioritaria.
Siamo stati l’unico partito a rifiutare ufficialmente e nei fatti di
partecipare all’adunata di Ferrara, pur considerando Ahmadinejehad il
prodotto della pressione imperialista che ha alimentato le pulsioni
ultranazionaliste e integraliste degli Iraniani. C’ਠandato solo
Alessio D’amato a titolo personale, ed oggi ਠfuori dal partito.
Con questo, ripeto, non voglio che pensiate che, discutendo con voi, mi
passi per la testa di vantare candori o primazie. Solo penso sarebbe
più utile dire che l’Unione ha al suo interno contraddizioni
importanti, forze critiche che potrebbero determinare, se sostenute,
qualcosa di visibile nell’interesse degli obiettivi che ci poniamo.
Altrimenti contribuite anche voi a descrivere una situazione di
normalizzazione che nei fatti non c’à¨. Comprendo che i nostri
numeri (frutto anche senza dubbio di scelte discutibili, errate o
inopportune) non ci portano sotto i riflettori della politica show, ma
almeno l’attenzione di quella impegnata e riflessiva ce lo
aspetteremmo. Ripeto ancora, non per farci fare i complimenti, ma per
utilizzare le nostre modeste battaglie al fine di rafforzare il fronte
antimperialista anche all’interno della politica “istituzionale”.
Detto questo, condivido a pieno il pezzo su Quattrocchi, sul quale la
nostra Sezione aveva già espresso le medesime valutazioni.
Se vi va, potete farvi un giro su www.rossorosso.it
e spulciare fra i Documenti o nel Forum i nostri contributi alla
riflessione politica. Sappiate comunque che i vostri comunicati sono
per noi una fondamentale fonte di informazione, e spesso una importante
occasione per confrontare posizioni ed analisi politiche.
A presto, fraternamente.
Giovanni Morsillo
Partito dei Comunisti Italiani – Sezione “T. Filancia” – Roccasecca – www.rossorosso.it
Caro Giovanni,
Grazie anzitutto per il tuo apprezzamento.
Non siamo ciechi, siamo in grado di vedere le differenze esistenti
all’interno dell’Unione. Il problema e’ che accanto
alle differenze ci sono non meno cruciali convergenze. Non siete solo
in una alleanza elettorale con le forze preferite dal capitalismo (non
solo italiano): il PdCI ha firmato un organico patto di governo. Mentre
il vostro segretario non si stanca di ripetere che, anche ove il PdCI
non entrasse nel governo, mai e poi mai lo farebbe cadere facendo
venire meno il suo voto di fiducia. Nessuno puo’ dimenticare che
Cossutta pur di non togliere la fiducia a Prodi, accetto’ di
spaccare Rifondazione, rifiutandosi di rispettare le legittime
decisioni della allora maggioranza del PRC. Nessuno puo’
dimenticare che il PdCI non abbandono’ D’Alema quando il
vostro governo partecipo’ allo squartamento della Iugoslavia in
stretta alleanza con I criminali di guerra imperialiisti
euro-americani. E su questo come PdCi doveste rompere solide relazioni
con la gran parte dei partiti comunisti di mezzo mondo i quali tutti,
assieme a noi, si schierarono con la Iugoslavia.
Detto questo non sara’ per sbaglio se in diverse circostanze noi
abbiamo avuto modo di collaborare con il PdCI (mentre Ds e PRC non
perdono occasione per attaccarci). Non solo a livelli locali, ma anche
in occasione della scandalosa decisione del governo Berlusconi-Fini di
impedire la Conferenza di Chianciano per la pace giusta in Iraq. Siamo
davvero riconoscenti ai vostri deputati e senatori per il coraggio che
hanno avuto nell’unirsi alle proteste.
Quindi, se son rose, fioriranno. Speriamo cioe’ che non si tratti solo di mosse tattiche per scopi elettorali.