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GLI OPPRESSI VINCERANNO

31. July 2006

Intervista con Sayyed Hassan Nasrallah Segretario Generale di Hezbollah (Partito di Dio)

Gli obbiettivi e i metodi di Hezbollah

10 settembre 2002
trasmesso da RAINEWS24
Piero Di Pasquale
Ci troviamo in un luogo non precisato nel Libano, per incontrare questa sera Sayyed Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah, l’organizzazione sciita, il partito di Dio, che il presidente americano Bush
ha inserito quest’anno tra i terroristi piu’ pericolosi che ci sono sul nostro pianeta. Grazie per aver accettato questa intervista di RaiNews 24.
Lei si sente in guerra? E con chi?

Nasrallah
In nome di Dio , noi siamo in stato di guerra con le forze israeliane di occupazione che hanno invaso il territorio libanese a partire dal 1972 e poi hanno completato l’occupazione nel 1982, In quell’anno e’ nato il partito di Hezbullah come forza di resistenza, un movimento popolare che mira a cacciare via le forze straniere di occupazione. Quindi Noi siamo in guerra con Israele perche’ occupa le nostre terre e detiene
nelle prigioni molti ostaggi e costituisce una minaccia continua per il nostro paese.

Di Pasquale
Si sente in guerra anche con gli Stati Uniti?

Nasrallah
Non siamo in guerra contro gli USA, ma siamo in contrasto politico con l’Amministrazione americana. Crediamo che le politiche dell’America nei confronti dei nostri popoli e dei nostri governi siano errate e aggressive, anche perche’ il governo americano appoggia sempre Israele offrendole tutto l’aiuto richiesto, aiuto militare, politico ed economico, e ostacola l’approvazione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di ogni condanna di Israele per i massacri commessi nei confronti dei palestinesi. Non abbiamo proclamato guerra contro gli USA anzi al contrario, l’America lancia guerre contro di noi e gli altri, ma noi ci difenderemo con
coraggio.

Di Pasquale
Sayyed Hassan Nasrallah, ਠpassato un anno dall’11 di settembre, lei che sa cosa significa provare il dolore per la perdita di un proprio caro in un evento drammatico. Che cosa si sente dire alle famiglie americane che hanno perso i loro cari in quell’attentato?

Nasrallah
Avevamo, a suo tempo, emesso un comunicato dove abbiamo presentato loro le nostre condoglianze per la perdita dei cari. Da 50 anni in questa regione viviamo queste situazioni in continuazione, abbiamo perso amici, figli e parenti a causa dell’aggressione israeliana. Le forze israeliane hanno commesso stragi nei confronti di civili e palestinesi.
Sappiamo le difficolta’ provate dalle famiglie delle vittime di quei avvenimenti, siamo spiacenti.

Di Pasquale
Cosa vorrebbe dire al presidente americano Bush?

Nasrallah
Il presidente e il popolo americano sono invitati a rivalutare l’11 settembre. Sfortunatamente cio’ che e’ accaduto in quella data, e noi non lo approviamo, invece di spingere a rivedere le politiche sbagliate specie nei confronti del Medio oriente, e’ stato sfruttato per continuare nelle politiche aggressive. Se l’America oggi desidera combattere il terrorismo, come afferma, dovrebbe prima di tutto esaminare le motivazioni che l’hanno prodotto e non occuparsi soltanto dei risultati. Il popolo americano deve sapere che le politiche dell’Amministrazione Americana provocano delle conseguenze e l’America deve assumersi le sue
responsabilità  quanto agli avvenimenti dell’11 settembre. Non voglio offrire giustificazioni, ma sottolineo una realtà . Fino a quando verranno considerati come terroristi i bambini caduti sotto il fuoco dell’esercito
israeliano, E non verrà  riconosciuto Sharon e molti altri come lui in Israele dei terroristi, nessuno nel mondo arabo e islamico crederà  alla guerra americana contro il terrorismo. Dico a Bush che continuare nelle attuali
politiche non garantirà  la sicurezza degli USA anzi coinvolgerà  l’America in conflitti sempre piu’ difficili da vincere. L’aggressione americana in diverse parti del mondo puo’ non trovare reazioni al lungo andare, ma non e’ cosi nel mondo arabo e islamico. Bush puo’ difendere il suo paese e i suoi interessi dal terrorismo
attraverso una revisione delle politiche adottate dal governo americano e non attraverso la guerra.

Di Pasquale
Secondo Bush per curare i mali del Medio oriente bisognerebbe cominciare proprio da voi. Che cosa e’ successo tra poco prima e poco dopo l’11 settembre che ha irrigidito i rapporti vostri con gli americani?

Nasrallah
Vi sono stati sempre problemi tra i popoli di questa regione e gli Stati Uniti, e ho gia’ detto qual’ਠil motivo, cioà© la posizione degli USA a sostegno di Israele. L’esercito israeliano ha occupato le terre arabe con
carri armati di fabbricazione americana. Con caccia americani gli israeliani hanno distrutto le case dei libanesi uccidendo migliaia di persone. Quindi le responsabilità  di tutto ciಠnon e’ soltanto di Israele ma anche di quelli che difendono Israele e la proteggono. Questo nasce prima dell’11 settembre, dopo questa data, con la scusa di combattere il terrorismo, l’Amministrazione Americana si e’ irrigidita ed ora vede i movimenti di
resistenza nella regione come movimenti terroristici.
Questo non e’ giusto.
Dobbiamo forse dire a tutti, anche agli americani, che ogni popolo che difende la propria terra dagli oppressori e’ un popolo terrorista? Non possiamo accettare questo nel modo piu’ assoluto.
L’insistenza americana di etichettare i movimenti di resistenza come gruppi terroristici, mentre Israele che commette ripetuti massacri e’ considerata dagli USA un paese democratico e evoluto, e’ una contraddizione che provoca l’irrigidimento delle relazioni con le popolazioni di questa regione e fa nascere delle inimicizie con gli USA. Il problema non e’ il popolo americano, ma il suo governo che commette questi errori.

Di Pasquale
E’ vero che dopo l’11 di settembre vi siete incontrati con dei mediatori americani e che c’e’ stata qualche proposta che non avete accettato?

Nasrallah
I mediatori non erano americani ma di altre nazionalità  che portavano delle lettere da parte delle autorità  americane, queste contenevano alcune richieste in cambio delle quali, se accettate, gli Hezbollah sarebbero stati cancellati dall’elenco dei gruppi terroristici. Una di queste richieste pretendeva la trasformazione del partito di Dio in agenti segreti e collaborazionisti dei servizi segreti americani.
Abbiamo risposto che non avevamo legami con gruppi terroristici come Al Qaeda e quindi Non potevamo
trasformarci in agenti segreti per conto degli americani.
Poi ci hanno chiesto una mano dal punto di vista umanitario, abbiamo risposto che da 50 anni gli USA offrono servizi non umanitari in questa regione attraverso il sostegno ad Israele. Occorre che gli Usa rivedano la
loro posizione e dopo possiamo rivedere anche la nostra. Infine hanno chiesto anche di abbandonare la resistenza all’occupazione israeliana, ma ho risposto loro come e’ possibile lasciare la nostra terra sotto occupazione mentre numerosi nostri figli sono nelle prigioni in Israele? Nel sud del Libano c’e’ un piccolo
fiume chiamato “Al Wazani”, che nasce dal territorio libanese per entrare in Palestina, Israele ha sfruttato le acque di questo fiume per piu’ di 20 anni durante l’occupazione del Libano. Israele afferma che il Libano non ha diritto su queste acque! Insomma non possiamo bere dalle acque dei nostri fiumi perchà© Israele minaccia guerra contro di noi!
Come facciamo a rinunciare alle armi e alla resistenza? Dal ritiro israeliano, il 25 maggio 2000, Kofi Annan dice che Israele in applicazione della risoluzione ONU 425 non ha diritto ad entrare nello spazio aereo libanese, ma durante gli ultimi 2 anni Israele ha violato questo spazio 5000 volte.
Come si pretende che un popolo abbandoni la resistenza? Gli USA e la societa’ internazionale non hanno fatto niente. Se non fosse stato per la nostra resistenza, Israele non sarebbe mai uscita dal Libano. Ancora oggi c’e’ un piccolo territorio occupato e la Amministrazione Americana non ha fatto nulla. Probabilmente
siamo nella lista nera perche’ abbiamo rifiutato di tradire la nostra causa.

Di Pasquale
Lei ha sempre detto che non avete avuto rapporti con AlQaeda, pero’ ci sono molte indicazioni in queste ultime settimane che lasciano intravedere qualcosa di diverso. Il quotidiano israeliano Haarez ha detto che ci
sarebbero 150/200 terroristi di Al Qaeda in Libano. Un recente libro uscito a Londra cita i nomi delle persone di Al Qaeda che sarebbero venute in Libano per fare training, ne cito qualcuno: Abou Tala Al Soudani, Saif Al
Isla Al Massri ed altri. Come stanno le cose?

Nasrallah
Il Libano e’ un piccolo paese dove tutti sanno tutto. Non vi sono segreti in Libano, ne politici ne militari. Tutti i servizi segreti stranieri in Libano sono al corrente di tutto. Gli ambasciatori in Libano sono molto liberi nei
loro spostamenti: quello americano viaggia in tutte le parti del paese. Sono affermazioni israeliane prive di ogni fondamento. Il governo libanese ha negato categoricamente. Gli americani sanno la verità  e credo che non hanno creduto. I servizi di sicurezza libanesi collaborano con gli americani. Le dico che qui non c’ਠnessun membro di Al Qaeda, nessuno di questi ha fatto training in Libano. I membri di Al Qaeda sono concentrati in Afghanistan. Credo che i libanesi abbiamo molti altri problemi. Gli israeliani cercano sempre di trovare legami tra la resistenza libanese e i gruppi terroristici.

Di Pasquale
Secondo Lei Al Qaeda che cos’e’?

Nasrallah
SE vogliamo definire Al Qaeda dobbiamo rivedere una parte della storia. Dopo l’occupazione russa dell’Afghanistan gli USA dettero aiuto ai movimenti islamici afghani. Molti membri di questi movimenti furono addestrati in Pakistan da ufficiali americani. Tutti sanno che gli USA chiesero ad amici in alcuni paesi arabi e islamici di inviare combattenti in Afghanistan. Ma dopo l’uscita dei russi dall’Afghanistan i paesi arabi e islamici hanno abbandonato questi combattenti, e loro si sono sentiti traditi e quindi sono nate nuove organizzazioni tra le quali Al Qaeda che si e’ trasformata da amico in un nemico degli USA. Tutti sanno chi aiuto’ questo movimento per combattere i russi.

Di Pasquale
Questo e’ il passato ma oggi, Lei ritiene che Al Qaeda sia un’organizzazione terroristica o no?

Nasrallah
Non voglio entrare in queste descrizioni perche’ mi sento una parte della macchina americana che vuole accusare questa o quell’altra organizzazione.
Al Qaeda ha commesso gravi errori e non avrebbe dovuto commetterli perchà© essi sono contrari alla legge islamica.

Di Pasquale
Voi avete sempre detto che non riconoscete ad Israele il diritto di esistere. E’ sempre stato cosi? Sara’ sempre cosi, o vi e’ in qualche modo la possibilita’ di rivedere questa decisione?

Nasrallah
Quando parliamo di diritto e di ingiustizia parliamo di cose che non cambiano con il cambiare del tempo. Noi chiediamo al mondo quanto segue: prima del 1948 cosa c’era in questa regione? Vi era il Libano, la Siria, la
Giordania, la Palestina, l’Egitto, l’Iraq e non c’era una nazione di nome Israele. Storicamente la Palestina e’ stata sempre la Palestina, mentre Israele e’ uno stato che e’ venuto dopo, cio’ nel 1948. Da centinaia e da
migliaia di anni gli abitanti di questa terra sono palestinesi, ma il movimento israeliano volle raccogliere da tutte le razze, dall’Africa, dalla Russia, dalla Polonia, dall’Argentina, dall’America e da molte altre zone del mondo, gli ebrei o coloro che dicevano di essere ebrei. Si dice che 50 % degli emigrati russi ebrei venuti nella Palestina occupata non sono ebrei, ma si sono spacciati come tali per poter emigrare nella Palestina occupata.
C’e’ stato dunque un movimento che ha avuto l’appoggio britannico, occidentale e americano che e’ venuto con le armi in Palestina ha cacciato via gli abitanti di questa terra e di questi villaggi e ne ha portato altri
venuti da tutte le parti del mondo con il sostegno internazionale. Lo stato di Israele, gia’ prima del 1948, si e’ sempre basato sul concetto di occupazione delle terre altrui, di allontanamento della gente dalle loro terre, ha sempre commesso stragi, lanciato guerre contro i palestinesi e i paesi arabi. Tutti i conflitti arabo-israeliani sono stati aperti da Israele, che ha mire espansionistiche nella regione, e vuole mettere le mani sulle sue risorse idriche e petrolifere. Il fatto che sia passato del tempo non concede ad Israele questo diritto. La forza non concede il diritto di commettere aggressioni nei confronti degli altri. Il fatto che vi sono paesi nel mondo che appoggiano Israele non da’ il diritto a quest’ultima di commettere questi fatti. Noi riteniamo che la terra
della Palestina sia del popolo palestinese, malgrado cià², quando parliamo di soluzione non diciamo che vogliamo uccidere gli ebrei o gettarli in mare, noi affermiamo che l’attuale situazione, cioਠla terra della Palestina, non e’ in grado di reggere due stati. La crisi dei negoziati, da Madrid fino ad oggi passando
da Camp David ai tempi del presidente Clinton, sta nel fatto che si intendono creare, in un piccolo spazio, due stati su questa terra all’ombra di innumerevoli problemi. Ma ciಠche si propone ai palestinesi oggi non e’ un vero stato, poichà© si tratta di 8 o 9 cantoni stretti e chiusi, uno stato privo di sovranità , di frontiere che non gode dei privilegi di un vero stato. Allora si costruisca in Palestina un solo stato e si provveda ad un
referendum democratico con la partecipazione dei musulmani, cristiani e ebrei per scegliere il tipo di regime che desiderano.
Questa formula potrebbe dare una soluzione al problema e quindi uscire fuori da questo conflitto. Ma che lo stato di Israele abbia il diritto, la terra, la sovranita’, le risorse idriche e il potere di decidere, mentre i palestinesi non hanno nessun diritto, direi che questa affermazione e’ contraria alla storia e alle realta’.

Di Pasquale
Se dalla situazione attuale e da quanto sta avvenendo in questo momento in tutto il mondo dovesse uscire un accordo regionale tra Libano, Siria, Israele e Palestina per questo problema, voi che cosa direste?

Nasrallah
E’ importante vedere quali sono le basi di questa soluzione. Se e’ fondata sulle basi del diritto e’ proprio cio’ che chiediamo.
Se invece la soluzione e’ basata sull’usurpazione dei diritti degli altri allora nessun uomo libero potrebbe approvare una tale posizione.

Di Pasquale
E quindi se non si dovesse invece trovare un accordo voi rimanete del parere che l’obiettivo finale e’ quello di marciare su Gerusalemme, su Qods?

Nasrallah
Occorre sapere che il problema della ragione ebbe inizio con l’occupazione di Gerusalemme. Non e’ possibile risolvere la questione senza trovare prima una soluzione al problema della Palestina. Questo vuol
dire che la pace separata tra Israele e Egitto non porta alla pace nella regione, cosi anche la pace tra Israele e Giordania e l’eventuale pace tra Israele e la Siria o il Libano. La questione palestinese non riguarda
soltanto il popolo palestinese. Ogni arabo, ogni musulmano considera la questione palestinese come se fosse la sua. Gerusalemme e’ citta’ santa per tutto il mondo, per i musulmani come per i cristiani e gli ebrei. Di
conseguenza non si puo’ essere parziali nel definire il destino della Palestina e di Gerusalemme.
Lei vede che tutti i negoziati tra palestinesi e ebrei, con la disposizione di Arafat a dare concessioni storiche, che gli israeliani non avrebbero mai immaginato, non hanno portato a nessuna soluzione perche’ le condizioni che pongono gli israeliani ai palestinesi sono molto offensive e non corrispondono alle aspettative dei palestinesi. Visto che la questione palestinese e’ ancora senza soluzione e che il popolo palestinese e’
oppresso noi riteniamo che sia doveroso da parte non soltanto nostra degli Hesbollah, ma anche di tutte le forze del mondo arabo e islamico anche se molti di questi governi non hanno il coraggio di esprimere questo concetto, di aiutare il popolo palestinese e sostenerlo affinche’ possa riavere i suoi legittimi diritti, o almeno difenderlo dinanzi allo sterminio e alle stragi collettive commesse dal governo di Sharon nei confronti di questo popolo.
Oggi il popolo palestinese e’ assoggettato a crimini di guerra … e’ uno sterminio collettivo … ogni giorno cadono decine di martiri e feriti … le case vengono distrutte … Vi e’ un popolo che sta morendo dinanzi agli
occhi del mondo. E, se la societa’ internazionale non vuole avere la responsabilita’ di tutto questo, noi non possiamo abbandonare le nostre responsabilita’.

Di Pasquale
Avete sempre detto che non c’e’ differenza tra i militari israeliani e i civili israeliani perche’ secondo voi sono tutti e due degli occupanti, questo significa che non c’e’ differenza tra sterminio dei civili israeliani rispetto a quelli palestinesi o quelli libanesi?

Nasrallah
Prima di tutto i palestinesi non vogliono annientare gli ebrei in Palestina. Le ho gia’ detto che nessuno vuole uccidere o gettare in mare gli ebrei.
Quello che fanno oggi i palestinesi non e’ altro che una reazione perche’ – se Lei ricorda -l’intifada ebbe inizio in Palestina, dopo la visita di Sharon alla moschea Al Aqsa, che offese i sentimenti dei palestinesi e dette
inizio alle manifestazioni. I palestinesi per tre mesi non spararono una sola cartuccia, si limitavano ad atti civili per esprimere la loro posizione mediante manifestazioni, sit-in, comizi e scioperi e, nelle peggiori dei casi, lanciavano pietre contro i carri armati israeliani. Dal primo giorno invece i soldati israeliani hanno cominciato a sparare contro donne, bambini e giovani palestinesi. Nei primi tre mesi hanno trovato la morte non meno di
300 / 400 giovani palestinesi, e il mondo? Non ha fatto niente. Nessuno ha denunciato l’uccisione dei palestinesi nelle strade per mano dei soldati israeliani. Quindi i palestinesi hanno dovuto difendersi … i palestinesi non possiedono missili, carri armati, aerei o cannoni, ma detengono esplosivi e modeste quantita’ di armi. I Palestinesi si sono difesi soltanto. Desta meraviglia il fatto che gli Stati Uniti d’America possono
uccidere decine di migliaia di afghani nei villaggi dell’Afghanistan o bombardare un raggruppamento di civili mentre festeggiano le nozze di una coppia, senza contestazione alcuna perche’ fa parte della guerra contro il
terrorismo. Se l’uccisione di civili nel contesto della guerra contro il regime di Taleban o l’organizzazione di Al Qaeda e’ giustificabile moralmente e l’occidente accetta questa logica, allora perche’ l’occidente non accetta la logica che i palestinesi non hanno altro che questa scelta?
Sono certo che ogni combattente palestinese intenzionato a commettere un’azione suicida, preferirebbe colpire una caserma militare israeliana qualora fosse in grado di raggiungerla. L’esercito israeliano non distingue tra civili e combattenti palestinesi e apre il fuoco senza distinzione uccidendo decine e centinaia di persone. Il mondo non ha aiutato i palestinesi ad avere un’altra scelta.

Di Pasquale
Lei ha detto che Gerusalemme e’ la citta’ di tutti e non e’ soltanto di qualcuno. Lei sarebbe d’accordo sull’ipotesi che Gerusalemme non sia ne la capitale di Israele ne quello della Palestina ma che sia, per esempio, una citta’ internazionale?

Nasrallah
Ho detto che i palestinesi vogliono riavere la loro terra, ed e’ nostro dovere dare loro ogni forma di aiuto. Questo e’ un fatto in sintonia con le religioni e anche con la legge internazionale. Quando l’America e l’Europa
intervennero per far uscire Saddam Hussein dal Kuwait lo fecero perche’ Saddam aveva occupato la terra degli altri e la volonta’ internazionale volle ridare la terra del Kuwait al popolo di questo paese. Ebbene, questa terra appartiene al popolo palestinese che desidera riavere le proprie terre, e il mondo e’ tenuto ad aiutarlo. Noi applichiamo la legge internazionale perche’ diamo un aiuto al popolo palestinese che vuole
riavere le sue terre mentre gli Stati Uniti appoggiano l’occupante di questa terra. Gli USA lanciano una guerra e provvedono ad avere il consenso degli alleati in tutto il mondo per cacciare Saddam Hussein che aveva occupato il Kuwait e offrono aiuto ad Israele che occupa i territori palestinesi. Il mondo non riconosce la striscia di Gaza e la Cisgiordania, cioe’ i territori occupati nel 1967, come territori israeliani e approva che questi territori sono territori palestinesi occupati, ma il mondo non fa niente per far uscire Israele dalla Cisgiordania e da Gaza, mentre gli israeliani commettono ogni giorno una strage in questi territori.
Abbiamo il dovere di aiutare i palestinesi, ma non combattiamo al loro posto, sono loro che combattono. Quando le forze di occupazione si trovavano nei nostri territori combattevamo noi. Quanto alla questione di
Gerusalemme, capitale della Palestina, direi che il problema non si risolve dicendo che Gerusalemme e’
capitale internazionale sotto la protezione della societa’ internazionale e delle Nazioni Unite. Non si puo’ esaminare la questione di Gerusalemme senza prendere in considerazione la questione palestinese.
Dividere questo fascicolo vuol dire seminare delle mine. La soluzione del problema sta in una Palestina, come un solo stato, dove vivono musulmani, cristiani e ebrei.
La capitale di questo stato dev’essere Gerusalemme.

Di Pasquale
Quindi voi continuerete a sopportare con armi, con denaro, con aiuti di tutti i tipi, organizzazioni come Hamas o la Jihad Islamica, per la battaglia che fanno per la liberazione dei territori?

Nasrallah
In linea di massima noi non parliamo di un determinato gruppo. Dico che il popolo palestinese e’ un popolo oppresso che combatte per la liberazione della sua terra. Daremo ogni forma di aiuto possibile ai palestinesi.

Di Pasquale
Se Israele si ritira dietro la linea del 1967?

Nasrallah
Questo concetto e’ legato a come il popolo palestinese affronta questa questione. La Palestina e’ un diritto di tutto il popolo palestinese. Se il popolo palestinese accetta poi di rimanere, ad esempio, nelle sua terra
nonostante l’occupazione, questo secondo me e’ una sorte di generosita’ da parte sua. Ma dal punto di vista storico noi consideriamo la Palestina, dal mare al fiume, terra palestinese. Chi ha il diritto di decidere il destino di questa terra e’ il popolo palestinese.

Di Pasquale
Voi sapete che e’ la posizione anche degli oltranzisti israeliani che vorrebbero dal mare al fiume una grande Israele. Se le posizioni rimangono questi, quali scenari Lei vede davanti?

Nasrallah
In ultima analisi vincera’ l’oppresso. Non possiamo non ammettere che vi e’ un conflitto in questa regione, una guerra iniziata dagli israeliani non dai palestinesi o dagli arabi. I palestinesi non hanno lasciato la Palestina per distruggere l’esistenza degli ebrei in Russia, in Ucraina, in Polonia ne hanno commesso stragi nei confronti degli ebrei in Germania ne hanno aggredito gli ebrei in Etiopia… non hanno aggredito
nessuno. Quando i gruppi sionisti cominciarono a venire in Palestina vi erano gia’ qui gruppi di ebrei che vivevano in pace con i palestinesi e con i cristiani. Quindi gli israeliani hanno cominciato questa guerra, non
l’abbiamo iniziata noi.
Quindi vi e’ una guerra imposta e la gente oppressa non puo’ che difendersi e rivendicare i propri diritti. Lei sa come tutti quanti che ogni forza che occupa terre altrui puo’ rimanere 50 o cent’anni ma alla fine dovra’
andarsene.

Di Pasquale
Mi rendo conto che sono questioni molto complicate, molto difficili, io La ringrazio anche per la chiarezza che Lei ha sempre avuto e sempre ha quando risponde a queste domande. Insomma cosa dovrebbero fare allora gli israeliani? Dovrebbero andarsene tutti via?

Nasrallah
Ho detto precedentemente che noi siamo per uno stato in Palestina dove vivono musulmani, cristiani e ebrei in pace, dove scelgono la forma di stato che desiderano: uno stato laico, uno stato democratico … l’importante che vi sia un solo stato dove vivono i seguaci delle tre religioni del monoteismo in pace e concordia.

Di Pasquale
In questo momento la situazione internazionale e’ ancora piu’ difficile di quanto non fosse qualche settimana fa. Gli Stati Uniti continuano a dire che l’operazione Iraq inizierà . Quale la vostra posizione?

Nasrallah
Rifiutiamo, in linea di principio, che gli USA – sola o con i suoi alleati – lanci un attacco contro ogni paese del mondo, che sia un paese arabo, musulmano, europeo o asiatico perche’ ogni aggressione e’ ingiusta. Se la
scusa dell’Amministrazione Americana poggia sul fatto che il regime di Saddam e’ un regime che opprime il popolo iracheno questa e’ una cosa nuova.
Perche’ l’Amministrazione Americana ha offerto insieme agli alleati europei ed arabi tutto il sostegno finanziario, militare ed economico a Saddam Hussein durante la guerra tra Iraq e Iran? La questione non e’ la salvezza del popolo iracheno dal regime di Saddam o la protezione dei paesi confinanti, ma riguarda gli interessi degli Stati Uniti che mirano a mettere le mani sulle ricchezze petrolifere in Iraq e nella regione. Se il cuore degli Stati Uniti batte veramente per il popolo iracheno allora avrebbe dovuto intervenire da molti anni per salvare questo popolo, ma non l’ha fatto. E se il cuore americano batte oggi per il popolo iracheno perche’ non batte anche per i palestinesi? Non e’ dunque un fatto umanitario. Se Saddam tenta di produrre armi di distruzione di massa, che dire di altri paesi della regione che possiedono gia’ queste armi e non cercano di possederle.
Le giustificazioni presentate dall’Amministrazione Americana sono inaccettabili. Questo non vuol dire che personalmente sostengo il regime di Saddam Hussein. Abbiamo un’altra visione, ma il fatto che l’America pretenda di avere il diritto di aggredire l’Iraq o ogni altro paese e’ una questione inaccettabile. Credo che il popolo iracheno abbia il diritto di determinare il proprio destino. Credo anche che occorre dare l’aiuto ad ogni popolo oppresso che lavora per cambiare il regime senza l’intervento di una potenza esterna per lanciare guerre qua e la’ non per cambiare il regime ma per cambiare la mappa geografica. Questo e’ un fatto molto
grave specialmente quando sentiamo parlare di dividere la regione secondo le confessioni e le etnie. Questo vuol dire che intendono dividere la regione perche’ resti una zona di guerre e conflitti interni. Personalmente non approvo simili piani.

Di Pasquale
se dovesse scoppiare la Guerra cosa potrebbe succedere in Europa e soprattutto in Italia?

Nasrallah
Invito il governo italiano alla parzialita’ e a non partecipare a questa guerra e questa aggressione. Poi invito l’Italia a maggiori sforzi per evitare una guerra nella regione, anche per la posizione politica dell’Italia nel contesto dell’Europa e credo che la posizione dell’Italia e dell’Europa potrebbe far risparmiare a questa regione esperienze drammatiche.

Di Pasquale
Lei ha detto in passato che quello che sta succedendo non riguarda i rapporti fra cristianita’ e l’Islam. Ritiene sempre che tra cristiani e musulmani non ci siano problemi e non ci saranno?

Nasrallah
Nessuno desidera un confronto tra cristiani e musulmani. Gli altri desiderano questo. Francamente il movimento sionista mondiale vuole trasformare la sua battaglia con i musulmani in una conflitto tra cristiani
e musulmani. I musulmani non approvano questo perche’ l’Islam non accetta cio’. Se alcuni cristiani commettono delle aggressioni nei confronti dei musulmani questo non vuol dire che tutti i cristiani devono prenderne le responsabilita’ cosi anche nel caso contrario. I rapporti tra cristiani e musulmani devono basarsi sul reciproco rispetto, sull’accettazione dell’altro, sull’avvicinamento e sulla soluzione dei problemi mediante il
dialogo.

Di Pasquale
Fino adesso abbiamo parlato di guerra, di forza, di rischi, di problemi. In realta’ Hezbullah in questi ultimi anni si e’ occupato dei problemi civili, della societa’ civile, di aiutare quanti ne hanno bisogno, Le chiedo tra il
braccio armato e il braccio politico che cosa pesa di piu’ in questo momento all’interno di Hezbullah?

Nasrallah
Ogni braccio ha le proprie funzioni e responsabilita’. Abbiamo partecipato alle prime elezioni parlamentari in Libano, dopo la fine della guerra civile, e abbiamo dato uno slancio alla vita politica nel paese. Abbiamo
partecipato alle elezioni parlamentari del 92′ poi quelle del 96′ e quelle del 2000 e abbiamo un ottimo blocco all’interno del parlamento. Abbiamo partecipato alle elezioni municipali ed amministrative e partecipiamo a
tutte le elezioni sindacali in Libano , abbiamo anche rapporti con tutte le confessioni religiose e i partiti politici nel paese.
Assistiamo ad un’apertura verso tutte le forze in Libano anche con quelle che non abbracciano le nostre idee religiose, dottrinali e politiche. Crediamo che i libanesi devono continuare a dialogare tra di loro. Non e’ permesso un ritorno del Libano alla guerra civile. Devo dire in questo merito che Hezbullah non e’ stato parte della guerra civile. Il nostro movimento mirava a combattere le forze di occupazione israeliana e non era coinvolto nelle questioni interne in Libano tra musulmani e cristiani e gli altri partiti.
Continueremo nella nostra azione politica e quest’azione non indebolisce l’altra, al contrario la rafforza.

Di Pasquale
C’e’ ancora una cosa che vorrei chiedere al segretario generale di Hezbollah. Voi sareste pronti anche a riprendere un dialogo con gli Stati Uniti per trovare una soluzione pacifica. E se cosi fosse che cosa vorreste
fare?

Nasrallah
La questione non dipende da noi ma dall’Amministrazione americana. Tutti quelli che hanno aperto un dialogo con l’Amministrazione americana dovevano accettare cio’ che imponevano gli americani altrimenti sarebbero stati classificati come terroristi. Se gli americani insistono su questa politica e non accettano discussioni allora il dialogo sara’ sterile senza utilita’ alcuna.

Di Pasquale
Mi scusi per la banalita’ della domanda, ma per chiudere, Lei e’ piu’ ottimista o piu’ pessimista se pensa a quello che potra’ accadere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi e nei prossimi anni?

Nasrallah
Non sono ne ottimista ne pessimista. Ma sono come tutti quelli che si trovano in questa regione, cioe’ sono preoccupato perche’ ogni aggressione contro l’Iraq o contro ogni paese arabo o islamico avra’ conseguenze
devastanti e potrebbe aprire vecchie ferite e nuove porte con vittime nuove e nessuno vuole questo.

10 settembre 2002 trasmesso da RAINEWS24

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