MINISTRO MASTELLA CHE ASPETTA?
Questo Notiziario contiene:
1.”ESTRADARE I 26 AGENTI CIA CHE SEQUESTRARONO ABU OMAR”
Firma la Lettera aperta al Ministro Clemente Mastella
2. PER FORTUNA CHE SIAMO “FAVORITI”
Andare negli USA? Non ci pensiamo nemmeno!
3. CONSULTA ISLAMICA: CHE CI FA l’UCOII?
Dichiarazione di Hamza Piccardo
4. SADDAM E NOI
Due critiche che parlano da sole
5. SOMALIA: UN APPELLO ACCORATO
Di Tusio De Iuliis
1.”INOLTRI SUBITO AGLI U.S.A. LA RICHIESTA DI ESTRADARE PER PROCESSARLI I 26 AGENTI CIA”
ma diffondi e fai firmare questa lettera al Ministro della Giustizia…..
AL MINISTRO CLEMENTE MASTELLA
Il 17 febbraio 2003 veniva rapito a Milano il cittadino egiziano Abu Omar. L’Imam venne successivamente trasferito in un carcere egiziano dove, in violazione dei piu’ elementari diritti dell’uomo, venne sottoposto a spietate torture affinche’ confessasse di essere un terrorista. “Sono stato appeso al soffitto come bestiame destinato al macello, a testa in giù, piedi in aria, le mani legate dietro la schiena, esposto a scosse elettriche su tutto il corpo, soprattutto alla testa, per indebolire il mio cervello… Anche quando non ero torturato, venivo lasciato per lunghi periodi nelle camere di tortura, perchਠudissi le urla degli altri, i loro gemiti, per farmi crollare psicologicamente… Venivo legato ad un materasso intriso d’acqua e collegato a macchinari elettrici”.
Le prime indagini della Procura di Milano stabilirono con prove schiaccianti che la CIA orchestro’ e organizzo questo sequestro. Nel dicembre 2005 la stessa Procura emise 22 mandati di cattura contro altrettanti agenti statunitensi. Dato che questi erano ormai riparati negli Stati Uniti, venne inoltrata all’allora Ministro Guardasigilli Roberto Castelli la richiesta di estradizione, che il governo Berlusconi, il 12 aprile 2006 respinse, accusando a sua volta i magistrati milanesi di “antiamericanismo”.
Nel luglio 2006, accertate le pesanti e dirette responsabilita’ nel medesimo rapimento dei servizi segreti italiani (SISMI), vengono arrestati alti funzionari dei medesimi e messo in stato d’accusa lo stesso direttore Niccolo’ Pollari. Il 20 luglio la Procura milanese riattiva la richiesta di estradizione (non piu’ 22 agenti CIA coinvolti ma 26) precedentemente bloccata e resipinta da Castelli.
E’ intollerabile che a sei mesi di distanza da questa notifica il Ministro della Giustizia Clemente Mastella e il governo presieduto da Romano Prodi non abbiano ancora risposto alla richiesta dei magistrati milanesi. Questo silenzio avvalora il sospetto che anche questo governo, pur di rispettare relazioni di sudditanza verso la tracotante amministrazione Bush, non esita a calpestare lo Stato di diritto e a fare a pezzi il principio giuridico che la legge e’ uguale per tutti.
L’uscita di scena di Berlusconi non ha infatti attenuato l’intransigenza dell’amministrazione Bush.
Dopo aver seccamente rifiutato di consegnare all’Italia il militare USA Mario Lozano (l’assassino dell’agente Nicola Calipari), ha addirittura premiato la mente del sequestro di Abu Omar (l’allora capo della Cia in Italia Jef Castelli).
In occasione della visita del Ministro degli esteri Massimo D’Alema a Washington nel giugno 2006, Condoleezza Rice ha poi sfacciatamente difeso le numerose “extraordinary renditions” operate, non solo in quanto procedure contemplate nel Presidential Executive Orders number two del presidente Bush, ma in quanto sempre compiute con la collaborazione delle autorita’ europee.
Che il governo Berlusconi conoscesse le direttive americane e le abbia applicate in modo compiacente (anche in riferimento al sequestro di Abu Omar), e’ non solo opinione comune, e’ stato stabilito dalla stessa Commissione d’Inchiesta insediata al Parlamento europeo e presieduta dal portoghese Coelho, la quale e’ giunta a questa conclusione proprio ascoltando le testimonianze all’interno della CIA.
Con la presente i sottoscritti Le chiedono di ottemperare alla richiesta di estradare i 26 agenti Cia affinche’ possano essere processati e puniti ove il tribunale confermi le pesanti accuse a loro carico. Ogni Sua ulteriore esitazione sarebbe un venir meno ai suoi doveri di Ministro, in quanto tale tenuto per primo a rispettare consolidate procedure giuridiche e significherebbe rendersi colpevole d’indulgenza verso quello che gli stessi magistrati hanno definito un gravissimo reato ai danni di Abu Omar nonchਠun “crimine contro lo Stato italano”.
Seguono le firme —————————— >>>> Invia la tua adesione a: estradare@email.it
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2. PER FORTUNA CHE SIAMO “FAVORITI”
Andare negli USA? Non ci pensiamo nemmeno!
Per fortuna che quelle europee sono considerate dagli americani (in merito al rispetto delle norme sicuritarie antiterroriste), “nazioni favorite”. Ove i “favoriti” sono risparmiati dal dover richiedere un visto d’ingresso. D’ora in avanti, a chi si rechera’ negli USA, verranno infatti prelevate le impronte digitali di tutte e dieci le dita. Ci chiediamo: ma agli stranieri africani o asiatici che preleveranno? Anche le impronte dei piedi? Il bello e’ che questa procedura maniacale e lesiva dei diritti della persona, non e’ un atto unilaterale deciso da Bush, essa e’ contemplata da un recente accordo tra USA e UE. Questo accordo consegna altresଠai gringos la possibilita’ di controllare preventivamente I movimenti effettuati con carte di credito e con la posta elettronica. Tutti questi dati finiranno ovviamente in un database cui potranno accedere, senza alcuna restrinzione, tutti i servizi di sicurezza nordamericani, tra cui FBI, CIA, NSA. I quali poi li passeranno, a loro discrezione, ai servizi segreti e elle polizie dei paesi alleati. Uno spionaggio capillare, di massa, che non ha precedenti, che fa a pezzi il cosiddetto diritto alla privacy ma fa pure impallidire le procedure severe di paesi come la Corea del Nord.
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3. CONSULTA ISLAMICA: CHE CI FA l’UCOII?
Dichiarazione di Hamza Piccardo
“Hamza Piccardo, attuale portavoce e del Consiglio Direttivo UCOII e per otto anni segretario nazionale della stessa organizzazione, interviene a titolo personale, nel dibattito innescato dalle dichiarazioni del ministro Amato sul finanziamento delle moschee. “Amato farebbe bene a dire a quali moschee si riferisce e a quali Stati stranieri. Mi risulta che le uniche situazioni che ricevono o che hanno ricevuto soldi da Stati esteri siano la grande Moschea di Roma e la Coreis. Il Centro Islamico ai Parioli, ਠstato costruito infatti con fondi provenienti in grandissima parte dall’Arabia Saudita e per qualche spicciolo da diversi paesi i cui ambasciatori siedono nel consiglio d’amministrazione, ed ਠgestito grazie al regolare finanziamento dello stesso Regno mediorientale attraverso la Rabita al islamiyya di Mecca( Lega Islamica Mondiale) una ONG saudita, totalmente dominata dal movimento fondamentalista wahhabita. La Coreis, per la sempre costruenda moschea di via Meda a Milano, ha ricevuto un sostanzioso finanziamento dalla stessa Rabita. Tutte le altre moschee sono gestite con i sudati soldi che escono dalle tasche dei loro frequentatori. Va da sਠche alcuni grossi progetti in corso nelle principali città d’Italia, per dotare il nostro paese di edifici di culto islamico dignitosi, sperano nella generosità di privati e istituzioni musulmane nel mondo che hanno a cuore la vita spirituale dei loro correligionari cittadini o residenti nella penisola. Dove sarà mai lo scandalo e la minaccia? Chi si scandalizza se le Missioni Consolata, ad esempio, raccolgono denaro in Italia per costruire una chiesa in Africa?
Il problema non ਠtanto da dove vengono i soldi ma come si usano e, nel nostro caso, la trasparenza delle nostre attività ਠgarantita da una pratica ultra ventennale e da un controllo minuzioso degli organi di polizia e d’intelligence. Continuare come fa Amato a parlare di Islam in termini securitari non gli fa onore e lo mette al livello della Santanchà¨. Lavoro del ministro sarebbe invece quello di vigilare e denunciare comportamenti devianti se ne avesse prova, e non agitare l’opinione pubblica con dichiarazioni allarmistiche”
Un’ultima stoccata Piccardo la riserva alla Consulta Islamica d’Italia. “E’ un organismo inidoneo ad affrontare le problematiche della comunità dei musulmani in Italia per la sua intrinseca estraneità al meccanismo democratico e all’ordinamento dello Stato. Nonostante le dichiarazioni programmatiche di Pisanu, mai rettificate da Amato, la Consulta sta diventando un ente considerato come rappresentativo dalle istituzioni, prova ne sia l’audizione presso la Commissione affari costituzionali il 10 gennaio in merito alla nuova legge sulla libertà religiosa.
Senza nessuna legittimità democratica, con scarsa relazione con l’insieme della comunità e con competenze specifiche del tutto inadeguate, la Consulta usurpa un ruolo che non le compete. In queste condizioni non ਠpiù possibile accettare la permanenza UCOII nella Consulta Islamica. Se il parere della maggioranza dei miei fratelli e sorelle fosse diverso io mi considero già dimissionario dall’appartenza al Consiglio direttivo e quindi dalla carica di Portavoce.” 5 gennaio 2007
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4. SADDAM E NOI
Due critiche che parlano da sole
Il 30 dicembre commentavamo l’impiccagione di Saddam Hussein. Esprimevamo, assieme alla condanna di questo omicidio politico imperialista, il nostro sdegno e la nostra solidarieta’ ai combattenti iracheni. Abbiamo anche espresso il nostro rispetto umano verso chi, pur avendo potuto fino alla fine barattare un esilio dorato in cambio di qualche concessione anche solo verbale ai “liberatori” americani, ha preferito invece morire a testa alta. Ora sappiamo che dopo aver respinto la richiesta di essere fucilato, i boia non lo hanno impiccato, ma gli hanno, appunto, tagliato la testa che non ha voluto piegare. In pochi giorni ci sono giunte tantissime lettere. Molte di condivisione dei nostri ragionamenti e sentimenti, altre di critica. Ne pubblichiamo emblematiche. Da sponde opposte accettano infatti e quindi legittimano, lo stesso postulato ideologico che ha giudato i boia: Saddam? Solo un feroce dittatore fascista.
Veramente ammirate criminali di questo genere?
“E’ sempre piú difficile capire la vostra logica, l’unica coerenza che avete ਠl’antiamericanismo fine a sà© stesso. Certamente giustiziare Saddam ਠstato un errore degli USA (e dell’occidente), ma da questo a fare di Saddam un martire ed eroe ce ne corre, scusate, ci vuole veramente una memoria storica molto scarsa (o del tutto inesistente) per dire una cosa del genere. E d’altro canto se questi sono gli eroi dell’antiamericanismo, be’ ਠuna scelta veramente difficile
stare sia con gli uni che con gli altri.
Spiace vedere che tra gli “eroi” dell’antimperialismo sono presenti elementi come Milosevic prima e ora Saddam, persone responsabili di decine di migliaia o anche centinaia di migliaia di morti innocenti, spesso fautori di politiche razziste ed espansionistiche difficilmente distinguibili qualitativamente da quelle americane (Grande Serbia, guerra con l’Iran, invasione del Kuwait…).
Non amo certo l’imperialismo americano, ma se questi sono i vostri “eroi”, be’ allora quasi quasi meglio gli USA (o meglio sarebbe una terza via, meno amante
dei criminali del momento, osannati solo per essere – tra l’altro solo incidentalmente e non per vera convinzione- antiamericani, se esistesse).
Dispiace dirlo, ma ਠevidente che l’antiamericanismo vi acceca, e essere guidati da ammiratori di criminali come Milosevic e Saddam ਠsecondo me inaccettabile.
Veramente non ci sono modelli migliore da presentare? Veramente ammirate criminali di questo genere?
Peccato.
Carmine Colacino”
Saddam Hussein memoria VERITIERA!!!!!
“Egregi Signori,
mi duole disturbarvi nuovamente ma,vi invito caldamente a leggere l’articolo sottostante ed a meditare sull’articolo “La zappa sui piedi”,dedicato al Presidente irakeno Saddam Hussein.
Visto che io non vi ritengo affatto ignoranti credo che usiate la malafede per,diciamo, pescare nel torbido quei pesci o pesciolini il cui colore ancora non si distingue e sta tra un grigio-rossastro informe.
Ripeto per l’ennesima volta:Saddam Hussein era filo-fascista ed anticomunista!! Uno dei nostri e non certo dei vostri!
Voi tenetevi ben stretto il governo comunista cinese massacratore di inermi monaci buddisti recitanti placidamente innocui mantra,noi dal canto nostro ricordiamo e ricorderemo la figura del “sanguinario” dittatore Saddam!!
Cosଠfacendo ingannate gli altri ma anche voi stessi:”cosଠਠse vi pare!”
Saluti da
Bendolf”.
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5. SOMALIA: UN APPELLO ACCORATO
Di Tusio De Iuliis
Facile pare essere stata la vittoria della soldataglia prezzolata dagli americani e guidata dall’esercito etiope. Difficile, anzi impossibile, si rivelera’ invece far digerire al popolo somalo la menzogna che un’invasione rappresenti una liberazione. A pochi giorni dall’aggressione i somali sono scesi in piazza, sfidando il fuoco degli Ascari, lasciando sull’asfalto diverse vittime. Mentre le sommosse urbane dilagano per le strade le milizie islamiche, troppo presti date per sbaragliate, stanno dando filo da torce agli occupanti in diverse localita’ del paese. Il tutto in mezzo al silenzio tombale dei movimenti contro la guerra e di tutti i movimenti pacifisti. Il tutto con la complicita’ europea, italiana anzitutto —col democratico di sinistra M. D’Alema e la comunista Patrizia Sentinelli agli Esteri la politica italiana non cambia.
Riceviamo e pubblichiamo l’appello di chi in questi anni ha vissuto in questo paese martoriato prestando il proprio aiuto fattivo ad una ricostruzione pacifica che le Corti Islamiche avevano iniziato e che gli imperialisti, col pretesto della lotta al terrorismo, non intendevano fosse portata piu’ avanti.
Quello che era presumibile accadesse, sta accadendo in queste ore a Mogadiscio.
Bande armate di assassini e taglia gole stanno mettendo a sacco la città .
Le Nazioni Unite e gli USA prima, il silenzio dell’Europa poi, sono responsabili dei massacri che stanno avvenendo in Somalia.
E’ talmente dimenticata la popolazione somala, che nemmeno nell’Angelus di Natale, il Papa, ha sentito il dovere di appellarsi alla Pace o di pregare
per le vittime innocenti di quel paese, trucidate dalle “cattolicissime” truppe di Adis-Abeba.
Le poche notizie che mi provengono, sono terribili, ma oramai tutto si sta compiendo in un miserabile bagno di sangue.
Ora, lor signori si possono sentire tutti soddisfatti; i Signori della guerra hanno vinto (?) e sono tornati a Mogadiscio, a spadroneggiare e impoverire un popolo senza nulla, senza nemmeno identità .
Bush e la sua politica, stanno portando il mondo ad una deriva irreversibile. Chiediamo a chi crede ancora ad un minimo di giustizia e alla
verità , di condannare l’ennesimo crimine contro l’umanità e i crimini di guerra del regime etiopico e degli USA.
Chiediamo al pacifismo attivo e alla non violenza di far sentire la loro voce al Governo Italiano e a quello statunitense.
Boicottiamo ogni prodotto made in USA e Etiopia!
APPELLO AL GOVERNO ITALIANO PER FERMARE LA GUERRA E L’OCCUPAZIONE MILITARE ETIOPIA-USA ALLA SOMALIA
La Somalia ਠuno dei paesi più poveri del mondo: il 43,2% della popolazione vive con meno di $1 al giorno e il tasso di mortalità infantile ha raggiunto
il livello impressionante del 22%. La Somalia ਠil paese con il più basso PIL, il più basso tasso di alfabetizzazione degli adulti (il tasso di iscrizione alla scuola elementare ਠsceso al 17%).
Questa ਠla catastrofica realtà di questo Paese dimenticato dagli uomini da Dio e dai mass-media.
Le Nazioni Unite, solo qualche giorno fa decidevano di inviare una forza africana di interposizione, in realtà , il via libera al dittatore di Adis
Abeba di attaccare la Somalia (dopo che l’occupazione in realtà avveniva da molti mesi) e le “Corti Islamiche”.
Lasciata al suo “destino” negli ultimi dieci anni, negli ultimi due ਠstata messa nelle mani dei “Signori della guerra”.
Un gruppo di capi clan con il solo compito di gestire i traffici illeciti di armi, di droga e di ricattare tutta la popolazione.
Proprio nel maggio di questo anno, l’ONU, attraverso un suo responsabile, il sig. Bruno Schiemsky, denunciava il coinvolgimento di Etiopia, Yemen,
Gibuti, Arabia Saudita e Italia, come responsabili di un traffico di armi in favore dei signori della guerra (gli USA pretesero e ottennero di essere
cancellati dall’elenco).
Ma forse, come in Iraq, l’obiettivo ਠquello di appropriarsi della ricchezze del sottosuolo, delle immense risorse petrolifere, che secondo fonti ben
informate, la Somalia possiede in abbondanza. Un po’ come l’Iraq con il Quwait, ma con nessuna ragione e nessun alibi, l’Etiopia ha invaso la Somalia appoggiata e sostenuta militarmente dagli USA, occupa il territorio somalo, con l’obiettivo politico militare di dividere la Somalia, impedirne un minimo di ripresa civile, gestire i traffici illeciti, continuare ad affamare, ricattare, uccidere ogni speranza del popolo somalo; imporre un governo “amico”.
In pochi mesi, le Corti Islamiche avevano riattivato l’aeroporto internazionale di Mogadiscio, chiuso da anni dai “banditi” del governo provvisorio instaurato dagli USA; iniziata la pulizia della città , tenuta proditoriamente tra montagne e tonnellate di rifiuti ed epidemie devastanti dai signori della guerra; da poco era anche possibile, con la riattivazione di un corpo di polizia, girare per Mogadiscio senza le scorte a cui erano obbligati i visitatori; la pirateria e il banditismo se non erano state eliminate del tutto, sicuramente avevano avute un forte ridimensionamento.
Cosà¬, come nel caso della guerra Iraq-Iran, gli USA hanno trovato nel primo ministro Etiope, Meles Zenawi, noto anche per aver represso nel sangue e assassinato centinaia di studenti; soffocato la stampa libera e eliminato migliaia di oppositori; di lui, la responsabile della missione elettorale
Ue, Ana Gomez, nel suo rapporto finale aveva parlato di “elezioni non conformi agli standard internazionali e contrassegnate da diffuse violazioni
dei diritti umani”, provocando la reazione risentita e provocatoria di Meles: “un pacco di bugie da parte di una signora che si ਠautonominata
vicerਠcoloniale”.
La tragica realtà , ਠche gli Stati Uniti, Bush in testa, in questi lunghi anni di catastrofe umanitaria, politica e civile della Somalia, insieme ai molti alleati europei, ha preferito trafficare in armi, sostenere le bande armate e “rinchiudere” i somali in un lager senza uscita, nel più poderoso e mostruoso campo di concentramento.
Altro che AFRICA ! altro che aiuti ! Solo una subdola politica per continuare ad affamare, corrompere, gestire e controllare le grandi
ricchezze che l’Africa possiede, ma che regolarmente vengono rapinate dai governi corrotti e dalla affamata ingordigia americana.
Il silenzio del governo italiano ਠtriste ed sintomatico dell’assenza di una vera politica estera, se non per seguire gli USA nella sua sempre più barbara e pazzesca aggressione al mondo.
Il nostro Paese avrebbe, cosଠcome avrebbe avuto mille motivi per “volare alto”; per essere sul serio un Paese in grado di gestire processi di dialogo
e di pace soprattutto tra paesi come l’Eritrea, l’Etiopia e la Somalia. Era quello che si aspettavano gli intellettuali, i professionisti, i medici, gli ingegneri, gli agronomi, i docenti dell’Università di Benadir; i somali non banditi.
Invece, abbiamo scelto il silenzio della complicità per nuovi massacri; di ridare la città di Mogadiscio e la Somalia nella mani di tagliagole senza scrupoli; una scelta disastrosa in favore della guerra e dell’eccidio, come quello commesso e che sta commettendo l’esercito etiope per conto del
governo americano, responsabile dell’invasione e dell’aggressione al popolo inerme della Somalia.
Per la Somalia, cosଠper l’Africa, bisogna dire basta ad ogni violenza e mai più, come ama dire e ridire il giornalismo ufficiale “embedded”; “morti oltre cinquecento nigeriani” mentre “rubavano” petrolio”.
Anche questa volta la verità viene annegata nel sangue e nel pianto non più percepibile di milioni di donne e bambini Africani di Somalia.
La Somalia sarà riportata come e peggio di prima, con la spartizione del porto, di ogni quartiere e di ogni “affare”; bande di ladroni e assassini continueranno come prima a vessare la popolazione stremata; la sicurezza e la ripresa di un minimo di attività , saranno solo meri ricordi.
Purtroppo, il Governo provvisorio “eletto” dagli Stati Uniti, rappresenta solo i signori della guerra e gli interessi politici ed economici di chi
intende dividere ed appropriarsi del Paese.
Il popolo somalo ha diritto ad uscire dall’isolamento con un nuovo Governo e questa volta eletto democraticamente dal popolo somalo; ha diritto di curare le proprie ferite, ha diritto di vivere una vera pacificazione; ha il diritto soprattutto di esistere come nazione e come popolo.
Questa potrebbe essere l’unica cosa seria da farsi e anche l’unica speranza che evidentemente nessuno vuole.
Cosà¬, tra giorni ferragostani e vacanze natalizie, il pacifismo riposa sonnecchiando nel silenzio e nella incapacità di produrre un’azione significativa e credibile, di dare risposte che vanno oltre le “fiaccolate” gongolanti di politici prezzolati e impettiti.
Questi sono giorni pesanti per il vero pacifismo e per i nonviolenti, sono giorni di tragedia per il popolo somalo e per l’Africa.
Domani per molte ONG (ma non per tutte), sarà un altro giorno e molti saranno (tacendo le verità e su tutto il resto), a chiedere ad alta voce,
un Euro: per un pasto, per l’acqua, per le medicine, per gli ospedali, per e scuole; per la vita dei bambini, per quella delle donne e per l’Africa, con buona pace di tutti, buonisti in testa.
Spoltore, 27.12.2006
Tusio De Iuliis