Da circa sessant’anni, la Colombia vive una guerra civile non dichiarata generata dall’illegittimità delle sue istituzioni, e la cui essenza ਠstata l’ingerenza statunitense, il potere dello Stato detenuto da una minoranza e l’appropriazione violenta delle migliori terre. In quei tempi i militari, i poliziotti, i servizi d’intelligence ed i paramilitari -conosciuti come pájaros- annegarono il paese nel sangue e vi disseminarono il terrore; dieci anni dopo i capi dei partiti liberale e conservatore, responsabili della guerra fratricida, rattopparono l’istituzionalità nascosti in Europa, concordando la spartizione dell’amministrazione pubblica e del bilancio nazionale senza perಠintraprendere il superamento delle vere cause del conflitto, che hanno prolungato fino ai giorni nostri. Oggi, dopo un altro paio di rammendi all’istituzionalità , i figli, nipoti e parenti dei capi dell’oligarchia di allora, applicando gli stessi metodi, pretendono di perpetuarsi al potere, puntellato dall’enorme forza delle mafie e dai dollari del narcotraffico.
Vorrebbero ignorare che anni ed anni passati a realizzare massacri pianificati a mente fredda, uccisioni con l’uso delle motoseghe, esecuzioni sistematiche di leaders di sinistra, espulsioni di popolazioni intere dalle loro terre e pratiche di terrorismo ovunque per imporre appoggio politico, colmano d’illegittimità lo Stato, il regime ed il governo. Se presidenti, ministri, ambasciatori, governatori, sindaci, generali, ammiragli, parlamentari, deputati regionali, consiglieri, magistrati delle alte corti, giudici, pubblici ministeri, membri degli organi di controllo, procuratori e capi dei servizi segreti e di numerose strutture decentralizzate dello Stato hanno esercitato ed esercitano le loro importanti funzioni pubbliche con un impegno verso il narco-paramilitarismo, come potrebbe non essere illegittimo un presidente come quello attuale, eletto con voti inesistenti in varie regioni del paese e coi voti di congressisti confessi paramilitari e di paramilitari vergognosi che tutti conosciamo?
Nell’augurare al popolo colombiano ogni bene per il 2007, lo incoraggiamo a rafforzare le sue lotte unitarie contro il neoliberismo, l’ALCA ed il TLC, e lo chiamiamo a moltiplicare gli sforzi per materializzare l’interscambio umanitario e l’inizio di un processo che conduca alla soluzione politica del conflitto. Non per mettere un altro cerotto all’attuale istituzionalità , violenta e corrotta, ma per riuscire a costruire pacificamente, tra tutti, una Nuova Colombia giusta, democratica ed indipendente, guidata da un nuovo governo di riconciliazione e ricostruzione nazionale.
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della Colombia, 24 dicembre 2006