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Notiziario del 16 febbraio 2007

16. February 2007

Questo Notiziario contiene:

1. ARRESTI CARDIACI
Solidarieta’ (e non solo) ai rivoluzionari arrestati
2. VICENZA E DINTORNI
3. DOPPIO SCANDALO
Il governo Prodi fa le barricate.. Per difendere Pollari e la CIA
4. IRAQ: SALVIAMO LA VITA A LIKA, WACEN E ZAINAB
Tre donne irachene condannate all’impiccagione con l’accusa di far parte della Resistenza

1. ARRESTI CARDIACI
Solidarieta’ (e non solo) ai rivoluzionari arrestati

Hanno il diritto, tutte quelle forze antagoniste che disprezzano il presente e sperano in un mondo di liberi e di uguali, di violare lo Stato di diritto? Si ce l’hanno. Ce l’hanno oggi coloro che ritengono che la rivoluzione sia il solo sistema per cambiare l’ordine delle cose esistenti; come ce l’avevano i sovversvi e padri fondatori della democrazia liberale, i quali si fecero strada a suon di bombe e schioppettate pur di spazzar via il vetusto ordinamento sociale di allora. Lo Stato di diritto…. Quell’insieme di regole che i potenti fissano in base ai loro interessi, salvo violarle ogni volta sia in gioco la sopravvivenza del loro sistema fondato sull’inganno e l’oppressione. I paladini dello Stato di diritto chi sarebbero? L’anonima sequestri CIA-SISMI? I criminali di guerra che hanno squartato la Iugoslavia e ridotto l’Iraq ad un carnaio? Quelli che hanno inventato Guantanamo o Abu Grahib? Affidare a questi signori di tracciare la linea che separa il lecito dall’illecito e’ come chiedere ad un ladro di fare la guardia ad una banca. Non possono essere loro a decidere chi siano i buoni e i cattivi. La repressione dell’antagonismo si presenta sempre come reazione e risposta, come emergenza, come eccezione. Essa e’ invece connaturata al sistema, non puo’ farne a meno. Colpiscine uno per educarne cento: questa e’ la massima terroristica che sorregge anche questa ultima ondata. Contro la canea sicuritaria bipartizan, i compagni in prigione meritano tutta la nostra solidarieta’. Senza se e senza ma, dato che chi li ha messi in galera e’ il medesimo Stato che ci ha messo piu’ volte i nostri, lo stesso che ce ne mettera’ altri, con lo scopo di spaventare, terrorizzare, neutralizzare ogni opposizione anticapitalista e antimperialista.
In tanti ci chiedono tuttavia la nostra opinione sulle posizioni politiche di questi compagni. Ci ha colpito, leggendo stralci di un documento programmatico del “Comitato Politico per la Ricostruzione del Partito Comunista (CPRPC)”, questa secca affermazione: “Man mano che la crisi del sistema capitalista procede e provoca il movimento delle masse, emerge la necessità  di valicare il confine della legalità  borghese. Il partito deve raccogliere questa necessità  e organizzarla adeguatamente in appositi ambiti coperti.” (…) Di qui la necessita’ di procedere alla costruzione dei primi nuclei dell’esercito rosso. E’ la peggiore tra le vulgate marxiste. Il logoro concetto meccanicista per cui ci sarebbe una causa prima, la crisi del capitalismo, da cui discenderebbero meccanicamente tutti gli effetti, primo fra tutti la mobilitazione rivoluzionaria delle masse. In verita’ il capitalismo, di crisi, ne ha conosciute tante, quelle che hanno prodotto un’avanzata rivoluzionaria si contano sulle dita di una mano. Nella maggior parte dei casi, le masse, hanno abbracciato le forme piu’ virulente di reazione, fino al fascismo. Solo assumendo questa visione determinista si spiega come sia possibile che il centro della prassi rivoluzionaria sia sempre e comunque rappresentato dal… “valicare il confine della legalità  borghese”. Una vera ossessione per tutti i soggettivisti che, in attesa dell’ora X, si concepiscono come l’avanguardia di una massa bell’e pronta, alla quale bisognerebbe solo innestare una testa nuova al posto di quella… riformista.
Che non sia cosà¬, che il partito non sia una mera protesi appiccicata alle masse; che esso stesso sia un prodotto delle circostanze storiche; che non tutte le circostanze autorizzino i comunisti ad agire in maniera offensiva; che oggi, per dirla tutta, ci troviamo anzi in una situazione di ritirata strategica senza precedenti che ci obbliga a ridefinire una strategia adeguata e quindi a riformulare il rapporto tra teoria e azione… Tutto questo non passa per la testa di quei compagni che vogliono coartare la realta’ sociale nei loro schemi prefabbricati. Per questo, prima o poi, sono destinarti a rompersela.

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2. VICENZA E DINTORNI

In risposta alle infuocate polemiche sollevate ad arte sulla manifestazione di domani, il Presidio Permanente contro il Dal Molin, ha diffuso un comunicato che cosଠsi conclude:
“Questo ਠun movimento maturo, con gli anticorpi per respingere l’incunearsi di virus dannosi. Quindi ribadiamo a tutti coloro che vorrebbero delegittimare o cavalcare questa comunità  straordinaria che ci stiano lontani. Noi vogliamo continuare a lottare, a mobilitarci, a metterci pacificamente in gioco, perchਠfarlo ਠlegittimo; non accetteremo nessuna delegittimazione e criminalizzazione della partecipazione e della mobilitazione, delle lotte
condivise e legittime di una comunità .
Stateci lontani tutti!
Il futuro ਠnelle nostre mani!”
Ben detto verrebbe da dire. La sinistra cosiddetta radicale non provi e strumentalizzare la manifestazione per i suoi meschini interesssi di bottega, per sorreggere la sua traballanete collocazione governativa. Chi tiene in piedi un governo che ha detto si alla nuova base americana deve stare contento per il solo fatto di essere accettato al corteo, non puo’ illudersi di dettare alcuna condizione su chi possa o non possa partecipare alla manifestazione. Merita solo di essere preso a pesci in faccia
Ci preoccupa tuttavia il sibillino riferimento ai virus dannosi. Definizione pelosa che potrebbe prestarsi ad essere intepretata come: fuori dal corteo coloro si presentino con striscioni contro la recente ondata di arresti. Ci auguriamo che non sia cosà¬, ci auguriamo di intepretare male. Se accadesse, se accadesse che i compagni di coloro che sono stati arrestati, verranno espusli dalla manifestazione come chiede il Ministro degli Interni, questo sarebbe un fatto gravissimo e senza precedenti. Mai e’ stato negato a chicchessia di esprimere solidarieta’ a chi sia stato colpito da arresti. Sarebbe violare una consolidata tradizione politica dei movimenti di lotta. Peggio: sarebbe violare il principio per cui ognuno e’ innocente fino a quando non sia stata provata la sua colpevolezza, sarebbe accettare la gogna mediatica legittimando una condanna sommaria a priori.
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3. DOPPIO SCANDALO
Il governo Prodi fa le barricate.. Per difendere Pollari e la CIA

Il governo Prodi ha compiuto un nuovo gravissimo gesto simbolico. Mentre Il GUP di Milano stava per convalidare (come in effetti ha fatto) la richiesta della Procura milanese di portare a processo, assieme a 26 agenti CIA, il SISMI e Pollari in persona, il governo medesimo, ha posto in essere un ultimo disperato tentativo di difendere artefici ed esecutori del sequestro di Abu Omar. Palazzo Chigi, a protezione dei criminali, ha deciso di portare l’inchiesta milanese all’attenzione della Corte Costituzionale, nella speranza che quest’ultima la dichiari illegittima perche’ avrebbe violato il segreto di stato. Pur di onorare lo strategico patto di sudditanza con gli USA, il governo ha deciso di opporsi frontalmente ad uno dei poteri dello Stato, nella fattispecie ad una Procura che ha puntellato la sua inchiesta con prove d’accusa inoppugnabili. Vale la pena ricordare che ci sono stati, almeno, altri tre clamorosi casi in cui i governi apposero il segreto di stato per stoppare inchieste giudiziarie. Nella vicenda ARGO 16, l’aereo dei servizi segreti italiani fatto espoldere dal Mossad israeliano come ritorsione per la politica estera “filoaraba” italiana. Nel caso Gladio e infine sulla strage di Ustica, quando un aereo di linea fu abbattuto da un missile NATO in un’operazione “coperta”. Un atto gravissimo, questo passo del governo, che la dice lunga su quanto profonda sia la sudditanza di questo governo verso il padrone americano, che indica infine fino a che punto la l’ala sinistra del governo sia ostaggio dei settori filoamericani piu’ oltranzisti.

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4. IRAQ: SALVIAMO LA VITA A LIKA, WACEN E ZAINAB
Tre donne irachene condannate all’impiccagione con l’accusa di far parte della Resistenza
I LEGALI FANNO APPELLO AD AZIONI DI SOLIDARIETA’

La Suprema Corte Criminale di Bagdad ha condannato tre donne alla pena di morte per impiccagione con l’accusa di complicita’ nell’assassinio di poliziotti iracheni leali alle forze occupanti —fatto che la Corte considera “terrorismo”.
Il Sindacato degli Avvocati Iracheni ha reso noti i loro nomi.
Si Tratta di:
Lika Omar Muhammad, 26 anni: accusata, assieme al marito e al fratello, di aver partecipato all’omicidio di alcuni ufficiali collaborazionisti nella Zona Verde;
Wacen Taleb, 31 anni: accusata, durante una sparatoria, di aver ucciso cinque poliziotti;
Zainab Fadhel, 25 anni: accusata, assieme al marito e al cugino, di aver attaccato a Bagdad, nel settembre scorso, una pattuglia congiunta dell’esercito americano e iracheno.

Walid Hayali, avvocato e membro del Sindacato degli Avvocati Iracheni, ha affermato che la Corte ha emanato la condanna esecutiva (n.156) contro le tre donne senza permettere loro di disporre di proprio legale. L’avvocato fa appello all’opinione pubblica mondiale affinche’ si mobiliti per fermare queste esecuzioni e condannare le decisioni della Corte. Egli ha anche reso noto che Lika Omar Muhammad ha dato alla luce un figlio in prigione pochi mesi fa che ella sta ancora allattando, mentre Wacen Taleb e’ madre di un figlio di tre anni. Le tre donne sono adesso carcerate nella prigione “Kazim Yeh”, nel distetto di Kazimiyah di Bagdad.

ACCOGLIAMO SENZA INDUGI L’APPELLO PER SALVARE LA VITA DI LIKA, WACEN E ZAINAB
NELLA PROSPETTIVA DI PROMUOVERE ANCHE IN ITALIA UNA URGENTE MOBILITAZIONE AFFINCHE’ IL GOVERNO PRODI SI ESPRIMA CONTRO QUESTE CONDANE A MORTE,
Chiediamo a tutti di inviarci la loro adesione e disponibilita’ a prendere parte alla campagna per la vita di LIKA, WACEN E ZAINAB

SCRIVETECI SUBITO: campoantimperialista@virgilio.it

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