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ANTICAPITALISMO SENZA ANTIMPERIALISMO?

5. October 2007

Due parole sull’assemblea nazionale dei movimenti

Domenica prossima, 7 ottobre, si terrà  a Roma un’assemblea nazionale indetta dalle “Reti e organizzazioni contro l’accordo del 23 luglio e per i diritti sociali”.
Consideriamo questo appuntamento utile ed importante al fine di sviluppare la più ampia mobilitazione contro i protocolli di luglio e contro la politica economica e sociale governativa, una politica palesemente asservita alle classi dominanti ed in particolare alle oligarchie finanziarie.
I fischi e le contestazioni di questi giorni verso i dirigenti sindacali che si affacciano alle assemblee operaie sono un chiaro sintomo della crisi di rappresentanza di Cgil-Cisl-Uil. Una crisi che non potrà  in alcun modo essere smentita dai risultati ufficiali della cosiddetta “consultazione”, oltretutto facilmente manipolabili vista la sua gestione bulgara.
Ma da queste stesse assemblee emerge in primo luogo, come dato prevalente, una diffusa rassegnazione che non fa presagire improbabili “autunni caldi”, quanto piuttosto un ulteriore ripiegamento verso una dimensione che potremmo definire di “rabbia senza lotta”.
Ci sembra questa la premessa realistica di ogni serio ragionamento sul rilancio di un movimento anticapitalista nel nostro paese ed in Europa.
E’ certamente positivo che tutte le forze anticapitaliste si confrontino in una dimensione unitaria. Per questo saremo all’assemblea di Roma, ma ci saremo anche per affermare un principio a nostro giudizio imprescindibile: quello per cui non puಠesservi – oggi meno che mai – un autentico anticapitalismo che non si coniughi ad una chiara collocazione antimperialista.
Questo per due motivi. Il primo ਠche se non vedessimo il carattere imperialista della concreta strutturazione capitalistica, finiremmo per non capire praticamente niente del capitalismo reale che abbiamo di fronte, incluso lo stato di letargia in cui versa da tempo la classe operaia. Il secondo ਠche dobbiamo immaginare una ripresa del movimento che sappia legare le questioni sociali all’opposizione alla guerra infinita.
Per questo consideriamo la mobilitazione di metà  dicembre a Vicenza come un passaggio centrale delle iniziative di autunno.

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