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Il progetto anticapitalista è ancora all’ordine del giorno

30. September 2009

ampo antimperialista – Sezione Austriaca

Sotto il titolo “La crisi: un’occasione per una forza antisistemica?” si è svolto in Carinzia, dal 9 al 12 luglio, l’annuale seminario estivo della Sezione austriaca del Campo antimperialista, di cui pubblichiamo in sintesi le conclusioni.

La crisi dell’economia mondiale capitalista attualmente in corso è stata ritenuta molto profonda e strutturale. Appena è scoppiata la bolla del credito è crollata la domanda americana, che viene usata come motore della crescita per il resto del mondo. Non sembra esistere alcuna misura che possa, anche solo in parte, sostituire il consumo statunitense. Così una gigantesca contrazione della produzione è inevitabile.

L’impatto innanzitutto sulla società europea farà vacillare l’intero sistema politico, dato che la promessa del capitalismo di benessere materiale per l’ampia classe media non potrà essere mantenuta.

Mentre la preponderante ideologia liberale sta subendo una continua perdita di egemonia, la sua decomposizione produce prima di tutto una deriva verso lo sciovinismo e la xenofobia, proprio all’interno delle masse popolari. Questo aiuta le elites ad accentuare i caratteri autoritari del sistema.

Ciononostante, fra conflitti caotici e apparati statali bonapartisti, si apriranno alcuni spazi per un’opposizione anticapitalista ed antimperialista, sia pure effimeri oppure costretti ad una sorta di autodifesa avanzata.

Dobbiamo avviare il progetto di un’opposizione antagonista, antisistemica, che sia contemporaneamente radicale e totale. Perciò essa dovrà essere progettata in un modo adatto ad orientare le proteste popolari contro  il governo delle elites. Il punto di partenza potrebbe essere la richiesta di cancellazione del debito pubblico.

Al tempo stesso dobbiamo configurare e presentare la nostra proposta per una società alternativa, che dovrà mostrare di aver imparato qualcosa dall’implosione degli stati socialisti.
Mentre il fallimento della dominante elite capitalista e imperialista e la sua successiva cacciata ed espropriazione restano una precondizione necessaria, una sistema sociale più solidale deve fondarsi sul concetto di autodeterminazione.

Malgrado la crisi rimetta all’ordine del giorno gli sforzi antagonisti anche in Occidente, il fattore principale per contrastare le elites resta la resistenza delle masse popolari delle periferie. Dobbiamo necessariamente allearci con loro, per portare il messaggio anche in Occidente, non soltanto a livello puramente politico, ma anche su un piano culturale, trasmettendo lo “spirito di resistenza”. Perciò il seminario si è concluso con la presentazione dell’iniziativa di Sumud (“Resistenza persistente” in arabo), che si svolgerà il prossimo agosto in un campo profughi palestinese del Libano e che è stata concepita per potenziare, consolidare ed estendere ad una serie di luoghi cruciali della resistenza l’esperienza del volontariato antimperialista attraverso progetti concreti.

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