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Notiziario del Campo Antimperialista … 27 gennaio 2006 …

28. January 2006

1. SALVE PALESTINA! Considerazioni sull’avanzata di HAMAS.
2. HAMAS: CHI SIAMO
E PER COSA COMBATTIAMO
intervista a Moshir Al Masri, portavoce di Hamas a
Gaza.

1.
SALVE PALESTINA! Considerazioni sull’avanzata di HAMAS.

Bagdad chiama, La
Palestina risponde.
Sull’onda lunga della Resistenza irachena il popolo palestinese, votando per
HAMAS, ha espresso in maniera inequivoca quali siano le sue aspirazioni, le
proprie speranze. I sionisti e i loro sodali (americani, europei e russi) sono
nel panico perche’ una grande maggioranza ha fatto saltare in aria i loro piani
di sistemazione della questione palestinese (Road Map). Piani che prevedevano un
ministato palestinese a sovranita’ limitata, blindato dietro un colossale Muro
della vergogna. Essi hanno sperato fino all’ultimo che le loro guide indiane
del governo di Al Fath, avrebbero vinto anche stavolta. Hanno sperato che le
torture e le sofferenze inflitte ad un popolo l’avrebbero finalmente piegato,
obbligato ad accettare uno stato di sottomissione e di umiliazione. Hanno avuto
il ben servito. Cio’ che e’ accaduto potrebbe essere devastante non solo per il
sionismo ma per tutta la strategia nordamericana in Medio oriente, la quale
aveva bisogno come il pane di piegare la Resistenza palestinese per poi
spezzare le ossa a quella irachena, e poi ancora travolgere la Siria e l’Iran.
Massacri, esecuzioni, omicidi mirati, arresti, deportazioni, torture, segregazione…
Il terrore sistematico.. L’uso delle armi piu’ sofisticate che si siano mai
viste… Milioni di dollari investiti nella propaganda tesa a rovesciare la
realta’, a presentare gli israeliani come vittime e i palestinesi come
carnefici terroristi… L’appoggio dei paesi di tutto il
mondo..Tutto questo non e’ servito a spaventare i cittadini palestinesi, a
fargli dimenticare il sogno della piena liberazione.
Quella dei palestinesi e’ una lezione non solo per i popoli arabi (che adesso
con piu’ coraggio vorranno presentare il conto alle locali tirannie asservite
agli USA); e’ una lezione per i popoli oppressi di tutto il mondo ad
intensificare la lotta. E’ una lezione, infine, per gli inebetiti popoli
dell’Occidente, che sempre meno possono continuare a fare come le tre
scimmiette, che non vedono, non parlano e non sentono.
Lo sterminato esercito degli amici di Israele si e’ messo subito all’opera,
minacciando sconquassi d’ogni tipo. Hamas e’ nella lista nera dei
, con essa non si puo’ trattare! Non conta che HAMAS sia un
movimento di popolo. I pennivendoli hanno gia’ iniziato a dire che… va bene
la democrazia, ma quella non quella . Vale a
dire che per Lorsognori la democrazia e’ accettabile solo quando il popolo vota
per chi dicono loro, ovvero per i servi sul loro libro paga. La democrazia
, per essi, e’ la condivisione della loro concezione del
mondo, del loro pensiero unico imperialista, per il quale, mentre l’Iraq puo’
essere invaso e fatto a pezzi, Israele e’ uno Stato sacro e intoccabile e
chiunque ossi metterlo in discussione e’ considerato alla stregua del . Stanno perdendo la testa, al punto che forse, nalla Lista Nera,
vorranno metterci adesso un intero popolo, cosi da giustificare un nuovo
genocidio.
Ma allora, chi sono i veri fondamentalisti? Gli integralisti? I
terroristi?
Bush e’ costernato, e Blair pure. Berlusconi e Fini sono indignati, come Prodi
e Fassino. Delusi Bertinotti e la sua corte dei miracoli pseudopacifista.
Delusi, pensate un po’, sono anche certi antagonisti e rivoluzionari di
maniera, che hanno sperato anche loro, come i potenti della terra, che Hamas
non vincesse, che la spuntassero di Al Fatah e Marwan
Barghouti (malgrado i milioni di dollari sborsati dagli USA per fragli vincere
le elezioni) . Questi azzeccagarbugli, da anni, hanno sempre espresso il loro
disprezzo per il , considerandolo, se non un
nemico, un avversario. Hanno accampato ogni sorta di scuse per prendere le
distanze da Hamas, lasciando soli chi, come noi, l’ha difeso Hamas come
movimento antimperialista. Nessuno alzo’ un dito quando Hamas venne messa sulla
lista nera. Essi si riempivano la bocca del loro appoggio alla sinistra palestinese…
faceva piu’ schic ed era accettabile nella sinistra occidentale. Per fortuna
che la sinistra palestinese se ne sbatte di certi europei. In
barba ai distinguo di questi spocchiosi (che hanno addirittura tacciato HAMAS
di essere uno strumento di Israele !), la sinistra palestinese collabora con
HAMAS sin dall’inizio dell’Intifada. Anche aadesso, onostante HAMAS abbia
ottenuto la maggioranza in tutte le citta’, in alcune di esse (Ramallah.
Bethlem, ecc) sostiene sindaci cristiani, o del FPLP o comunisti indipendenti.
L’unita’ del popolo palestinese non passa piu’ per Al Fatah o l’OLP, passa per
il consolidamento del fronte antisionista che aveva guidato l’Intifada (il
comando unificato tra Hamas, Jihad, FPLP e FDLP).
Si apre una nuova fase, ricca di speranze ma pure di minacce.
Oggi piu’ che mai la solidarieta’ alla Palestina e’ necessaria e vitale per
quel popolo. Nessuno puo’ tirarsi indietro.

Togliere HAMAS e le organizzazioni palestinesi dalla Lista nera!
Obbligare i governi occidentali a riconoscere come legittma la vittoria
elettorale del 25 gennaio!
Obbligare il governo italiano e la UE a riconoscere la nuova Autorita’
nazionale palestinese!
Impedire ogni sorta di sanzioni e di ritorsione imperialistici!
Continuare gli aiuti alla Palestina!
Respingere ogni politica di criminalizzazione delle Resistenze irachena e
palestinese!

…………………………………………………………………………
2. HAMAS: CHI SIAMO E PER COSA COMBATTIAMO
intervista
a Moshir Al Masri, portavoce di Hamas a Gaza.

Di Silvia Cattori, 20 gennaio 2006. Fonte : *voltairenet.org

Tradotto dall’arabo in
francese da Marcel Charbonnier e Ahmed Manai, e dal francese da Miguel
Martinez, tutti membri di Tlaxcala, la rete dei traduttori per la diversità 
linguistica (transtlaxcala@yahoo.com). Traduzione in Copyleft.

Moshir Al Masri risponde in maniera quanto mai limpida
ad una serie di domande che oltre a mettere in luce la drammatica situazione
del popolo palestinese, le malefatte e le ancherie dell’ANP e dell’Autorita’
palestinese, espone la linea politica e la strategica di Hamas. Indispensabile
dunque per capire il vero significato delle decisive elezioni svoltesi il 25
gennaio. Ci pare particolarmente importante diffonderlo, anche in previsione dell’intensificazione
della campagna di satanizzazione di questo movimento e di un intero popolo. Ci
auguriamo che tutti quanti hanno a cuore la causa palestinese lo facciano
circolare nella rete.

Silvia Cattori : Dopo l’assassinio di Sheikh Yassin, il leader spirituale di
Hamas,nel 2004, le autorità  israeliane hanno giustificato la sua liquidazione
sostenendo che si trattava del Bin Laden palestinese. Hanno diffuso l’idea che
il movimento islamico Hamas fosse collegato ad Al Quaida. All’estero,
quando i giornalisti parlano di Hamas, ਠin genere per presentare i suoi membri
come ” terroristi “, e non come resistenti. Vi si rimprovera di
aver rifiutato il processo di Oslo, e qui i fattivi hanno dato ragione. E’
largamente diffusa l’idea che ” Hamas non accetta l’esistenza d’Israele, che
nessun ebreo potrà  restare in Palestina e che ogni ebreo ਠun bersaglio che
deve essere eliminato “. Cosa rispondete a chi vi accusa di voler ”
gettare gli ebrei al mare ” e di rifiutare ” il diritto di
esistere di Israele ” ? Potete precisare la vostra posizione politica su questi
punti ?

Moshir Al Masri : Innanzitutto, permettetemi di ringraziare tutti i
giornalisti stranieri che condividono le sofferenze e la tristezza del popolo
palestinese, che hanno una coscienza umana, che comprendono l’ingiustizia che
pesa sul nostro popolo e lo difendono. Grazie a tutti i giornalisti, uomini e
donne, che compiono la loro missione professionale in maniera obiettiva e
fedele, senza pregiudizi filoisraeliani.

Per quanto riguarda il rifiuto dell’esistenza d’Israele e il rifiuto della
permanenza degli ebrei in Palestina, permetteteci di distinguere tra gli ebrei
in quanto tali, cioਠin quanto seguaci di una religione, che noi rispettiamo e
con cui abbiamo condiviso una storia onorevole attraverso la storia islamica, e
l’attuale occupazione sul nostro territorio. Il problema infatti non ਠun
problema con gli ebrei. Noi porgiamo il benvenuto agli ebrei che vogliono
vivere con noi; questo ਠun atteggiamento permanente che constatiamo lungo
tutta la storia dell’Islam, già  compresa l’epoca del nostro Profeta, Muhammad.
No, il problema ਠche c’ਠun’occupazione che grava sul nostro territorio. Di
conseguenza, la nostra resistenza ਠlegale, in virtù di tutte le leggi e i
regolamenti internazionali. D’altronde, la quasi totalità  delle rivoluzioni nel
mondo hanno avuto il fine di cacciare un occupante dal loro territorio. Questo
fu il caso nel cuore dell’Europa e in America e di conseguenza, noi abbiamo il
diritto di difenderci e di cacciare l’occupante dal nostro suolo. Ci sono
accuse contro il movimento di Hamas, secondo cui questo movimento cercherebbe
di ” gettare gli ebrei al mare “. Queste sono affermazioni false e
infondate. Noi rispettiamo il giudaismo come religione e gli ebrei come esseri
umani. Invece, noi non rispettiamo un’occupazione che ci caccia dalle nostre
terre e che pratica contro di noi ogni forma di aggressione, adoperando le armi
più atroci, utilizzate contro il nostro popolo palestinese. Ne deriva che non
si puಠaccettre la presenza di questa occupazione. Permettetemi di darvene un
esempio: se un uomo possiede una casa e qualcuno viene a occupare quella casa,
e se poi il ladro accetta di al massimo di concedere una piccola parte di
quella casa al suo legittimo proprietario, nel corso di quelli che lui stesso
chiama ” negoziati “, dicendogli : ” tutto il resto mi appartiene “,
qualcuno potrebbe accettare una simile situazione? E’ accettabile essere
cacciati dalla propria casa e poi riconoscere che la casa appartiene a colui che
gliel’ha rubata? E poi andare sul mercato e negoziare con il ladro per tentare
di recuperare una piccola stanza e sopportare i suoi tentennamenti? E quanto
più, se il ladro uccide i vostri figli, spezza le vostre culture e distrugge le
basi stesse con cui ti guadagni da vivere ? No. Nessuna religione accetta
questo. Nessuna persona dotata di ragione.

S.C. – Alla fine del 2002, quando ho incontrato il dott. Rantissi voi non
eravate ancora costretti a vivere nascosti. Dopo il 2003, le cose si sono fatte
molto più dure: Hamas ਠstato messo sulla lista nera delle organizzazioni “terroristiche” ; c’ਠstato
l’assassinio del dott. Dr Rantissi e di centinaia di altri quadri
importanti. Come prendete il fatto che nessuna istanza, nessuno stato
occidentale, prenda in considerazione la gravità  delle violazioni di legalità 
compiute da Israele, e vi tratti come un nemico? Che nel caso d’Israele,
che si fa beffe dei principi della giustizia e della vita umana, che ha violato
oltre 65 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, il diritto internazionale non
viene applicato ?

Moshir Al Masri : Per quanto riguarda la classificazione di Hamas tra i
movimenti “terroristi”, risponderಠche certamente tale qualifica non ਠnà©
fondata nà© ammissibile: Hamas pratica una resistenza onorevole ed equilibrata.
Dire di Hamas che si tratterebbe di un movimento “terrorista” à¨
inaccettabile. Noi non siamo “terroristi”, noi non predichiamo l’omicidio, non
rubiamo la roba d’altri e noi non siamo gli occupanti, che io sappia, per venire
qualificati cosଠ? ! ? Noi ci difendiamo contro le incursioni, contro gli
arresti, contro gli omicidi mirati, contro l’utilizzo da parte di Israele delle
armi più crudeli per colpire senza pietà  e arbitrariamente i civili. Noi
abbiamo il diritto di difenderci. Ma ਠevidente che gli Stati Uniti prendono
apertamente la parte d’Israele. E poi c’ਠanche questa debolezza dell’Europa
rispetto alla posizione americana. Noi non possiamo fare a meno di constatare
che ne deriva una connivenza europea con Israele, fondata sull’allineamento
filoisraeliano dell’amministrazione americana. Noi facciamo appello ai
cittadini di tutto il mondo affinchà© riesaminino la natura del conflitto
palestino-sionista e a comprendere, davanti alla tregua che noi abbiamo
osservato e che gli israeliani hanno violato, che il problema non ਠdalla parte
del popolo palestinese, non ਠdalla parte della sua legittima Resistenza, ma
piuttosto dalla parte dell’aggressione di cui il nostro popolo ਠvittima.

S.C. – Al minimo atto di resistenza non violenta o violenta, Israele vi
manda i suoi bombardieri. Voi non potete ignorare che vi provocano per farvi
passare dalla parte del torto e quindi giustificare l’uso della forza agli
occhi del mondo. Contro il dominio d’Israele, cui gli stati internazionali danno
carta bianca per massacrarvi, non ਠun suicidio voler rispondere con le armi?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda ciಠche ਠcostume chiamare
“l’equilibrio delle forze”, permettetemi di insistere sul fatto che ogni paese
occupato, da quando lotta contro un’occupazione militare, non gode certamente
di un rapporto di forze favorevole. Altrimenti, se le forze fossero
equilibrate, l’esercito occupante non potrebbe mantenere la propria occupazione
del paese in questione e del suo popolo per un minuto in più. Chiaramente, le
forze sono totalmente squilibrate, e noi siamo deboli. Ma siamo deboli nella
misura in cui ci mancano le armi, e non certamente nella nostra determinazione
e volontà  di tenere testa alle armi ultramoderne e sofisticate israeliane. Noi abbiamo
la volontà  delle montagne. Abbiamo il diritto dalla parte nostra, e noi siamo
pronti a sacrificare tutto, dico tutto, per recuperare il nostro diritto
usurpato e violato. Di conseguenza, ਠverosimile che riusciremo a creare questo
equilibrio di forze a poco a poco. Tra l’inizio e la fine, l’Intifada ha
cambiato tattica militare, passando da un tipo di azione a un altro, per essere
in grado di portare colpi al nemico e di fermare la sua permanente aggressione
contro il nostro popolo.

S.C. – Quale ਠstata la politica di Yasser Arafat verso Hamas? E qualਠà¨
oggi quella di Abu Mazen?

Moshir Al Masri: La politica verso il movimento Hamas dello scomparso
presidente Abu Ammar [Yasser Arafat] — che Dio lo accolga nella Sua
misericordia ! — ਠstata una politica fluttuante, che cambiava da un momento
all’altro. Una cosa ਠcerta: nel 1996, l’Autorità  palestinese ha condotto una
politica di arroganza e arbitrarietà  verso Hamas ; ha gettato in carcere i suoi
militanti e dirigenti, fino a imporre gli arresti domiciliari a Shaykh Ahmad
Yassin. Siamo stati pazienti, abbiamo superato le nostre ferite. Non per
debolezza, ma per rispetto per il sangue palestinese e per conservare l’unità 
nazionale. Al contrario, ci sono stati periodi in cui il rapporto tra Hamas e
il presidente Abu Ammar era un rapporto solido: c’ਠstata un’interazione.
Questo rapporto, si vede, non era monocolore: al contrario, ha assunto numerosi
colori diversi, dei più vari. Per quanto riguarda, stavolta, i nostri rapporti
con il presidente Abu Mazen [Mahmud Abbas]: fino a oggi, il presidente
Abu Mazen si ਠdimostrato un uomo debole. Noi ci siamo trovati d’accordo con
lui su molti punti, ma le decisioni prese non sono state tradotte concretamente
sul campo, e fino ad ora, ਠimpossibile fare una vera valutazione della sua
politica. Da una parte perchà© l’esperienza non ਠabbastanza lunga da permettere
tale valutazione, ma soprattutto, d’altra parte, perchà© Abu Mazen non ha mai
realmente applicato alcun progetto sull’arena politica palestinese, per quanto
possiamo giudicare.

S.C. – Oltre 650 000 palestinesi sono passati per le carceri israeliane, e
molti di loro hanno subito torture traumatizzanti. In Israele, ci sono al
momento 9 200 prigionieri palestinesi. Come sapete, gli agenti dello Shabak
adoperano tecniche sofisticate per degradarli, umiliarli, trasformarli in
collaborazionisti. Ci si puಠmeravigliare del fatto che l’Autorità  palestinese
non ha chiesto con maggiore insistenza la liberazione dei prigionieri, come
premessa a ogni negoziato! Centinaia di militanti di Hamas e del Jihad sono
stati arrestati nel corso degli ultimi mesi in Cisgiordania. Questi arresti e
questi assassini avrebbero potuto avere un successo cosଠmassiccio, senza la
collaborazione dei servizi di sicurezza palestinesi con lo Shin Beth?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda gli arresti e gli omicidi
“mirati”, bisogna sapere che non avrebbero mai potuto aver luogo senza la
collaborazione dei servizi di sicurezza palestinesi con lo Shin Bet. Noi
affermiamo che vi ਠstato un patto, per cui l’Autorità  palestinese si ਠlegata
le mani davanti al nemico palestinese e che secondo i termini di questo patto,
vi ਠstato un coordinamento nel campo della sicurezza che ha posto il campo
palestinese in un impasse terribile e con dissensi interni. Gli assassinii, la
caccia all’uomo, gli arresti domiciliari ai militanti ai danni dei
dirigenti di Hamas sono stati possibili solo in virtu’ di questa
collaborazione tra i responsabili della sicurezza israeliani e quelli
palestinesi. Per quanto riguarda gli omicidi mirati e gli arresti, ਠevidente
che esiste tutta una rete di traditori, che vanno e vengono liberamente in
Palestina. Sono loro che giocano un ruolo essenziale e diretto nelle operazioni
israeliane di eliminazione. Lo stesso vale per le incursioni e le
perquisizioni. Purtroppo, l’Autorità  palestinese non ਠstata all’altezza delle
sue responsabilità , in questo campo, e noi non abbiamo voluto assumerci i
compiti di ordine pubblico, per non creare dissensi nel campo palestinese, e
anche perchà© non si potesse dire che noi avremmo uno stato nello stato. Noi non
dirigiamo le nostre armi che contro quelli che ci aggrediscono, e spetta alla
giustizia palestinese prendere le proprie responsabilità  e risolvere ogni
problema interno. E’ evidente che l’Autorità  palestinese si ਠlegata le mani da
sola firmando accordi che ci proibiscono di perseguire i traditori che
praticano l’omicidio dei nostri concittadini e indicando alle forze di
occupazione i luoghi in cui si nascondono i [resistenti] palestinesi ricercati,
che essi cercano per arrestare o ancora più spesso, per assassinarli.

S.C. – Sembra che l’Autorità  palestinese, dopo aver messo il proprio popolo
in una situazione impossibile —invitandolo a cessare la lotta armata prima
ancora della liberazione nazionale— e dopo aver firmato con Israele dei
trattati “tra due parti”, abbia fatto sparire il termine
“nemico israeliano” dal proprio vocabolario. Recentemente, anche il
“Diritto di ritorno” ਠstato rimosso dal vocabolario dei dirigenti palestinesi,
che adesso parlano di una “soluzione al problemi dei profughi” ma non di un
diritto. Durante questo periodo, il denaro si ਠriversato a fiumi nelle casse
di Abu Mazen. E’ un caso? Questo denaro non ਠforse destinato a comprare tutta
una à©lite politica e una classe media suscettibile di rinunciare alla lotta
nazionale di liberazione? Qual ਠoggi la posizione di Hamas nei confronti
dell’Autorità  palestinese?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda la modifica della terminologia e
dell’uso, o del divieto, dell’espressione “nemico israeliano”, l’Autorità 
palestinese ha operato di concerto con il nemico israeliano, in virtù di un
accordo di sicurezza concluso tra di loro, per fare sparire molti concetti e
cercare di cancellarli dallo spirito di diverse generazioni di palestinesi. Ma
la benedetta Intifada di al-Aqsà  ha riportato queste definizioni e
questi concetti all’ordine del giorno, in una maniera ancora più forte di
prima, e questo grazie soprattutto alle azioni dell’occupante, fatte dei più
orribili crimini e massacri perpetrati contro i figli del nostro popolo. Sà¬,
esiste una notevole debolezza nell’azione dell’Autorità  palestinese, e sotto
molti punti di vista. E come se fosse per caso, sono questi responsabili che
vogliono cambiare il vocabolario. Ma le definizioni del popolo non sono quelle
dei rappresentanti dell’autorità .Lo stesso vale per il Diritto al ritorno
dei profughi palestinesi. Quando un responsabile palestinese parla di
“risolvere il problema dei profughi”, ci si puಠvedere una concessione
esorbitante, proveniente da quella parte. Noi parliamo qui dei milioni dei
figli del nostro popolo che sono esiliati, scacciati, sparpagliati nella quasi
totalità  dei paesi del mondo e che hanno il diritto di ritornare a casa loro,
alle loro terre, alla loro patria da cui sono stati cacciati con la forza.
Questi sono i termini che usano il popolo e i combattenti. Quello che dicono
certi rappresentanti palestinesi non ਠrappresentativo dell’insieme dei
palestinesi.

S.C. – La Conferenza per il “Diritto al ritorno” che si ਠriunita a Nazareth
nel dicembre del 2005, ha messo in guardia coloro che vogliono imporre il
riconoscimento dello Stato d’Israele in quanto stato ebraico e rimuovere il
Diritto al ritorno. Questo diritto resta per voi “un diritto inalienabile” che
niente potrà  rimettere in discussione?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda l’imposizione di un riconoscimento
arabo e palestinese dello stato d’Israele in quanto stato ebraico e il
riconoscimento del fatto compiuto, io penso che tale riconoscimento dello stato
d’Israele sia estremamente pericoloso, perchà© significa l’abbandono del diritto
palestinese, e questo significa che la politica del fatto compiuto si ਠimposto
definitivamente al mondo arabo-musulmano. Noi accogliamo a braccia aperte gli
ebrei in quanto tali, ma non accogliamo a braccia aperte un’occupazione
che schiaccia la nostra terra e il nostro popolo. Come ho già  detto, noi
non possiamo accettare di essere cacciati da casa nostra, dalle nostre case,
dalle nostre terre, dopo di che torniamo a prendere possesso di una parte di
quelle terre e riconosciamo al ladro la proprietà  di tutto il resto, dicendo
che questo gli spetta di diritto e consacrando questo diritto davanti al mondo
intero. Ecco perchà© noi, di Hamas, mettiamo in guardia tutte le parti contro le
conseguenze terribili che avrebbe il fatto di cadere nella trappola israeliana
che consiste nel consacrare la politica israeliana dei fatti compiuti.

S.C. – L’Autorità  palestinese ha puntato tutto sulla creazione di uno Stato
palestinese indipendente. Ma i palestinesi sono pronti ad accettare uno stato
sull’8 % dei territori storici per regolare cosଠtutti i torti causati da
Israele dopo il 1948? Uno stato unico in cui gli ebrei e i non ebrei vivano con
diritti uguali non sarebbe una soluzione più equa ?

Moshir Al Masri: Ci tengo a dire che il movimento Hamas crede alle
soluzioni per tappe, ma non alle soluzioni basate sulle concessioni. E’
questo che aveva affermato lo Shaykh Yassin, fondatore e dirigente di Hamas,
più di quindici anni fa. Egli aveva detto : “Noi possiamo accettare la
creazione di uno stato in Cisgiordania, nella striscia di Gaza e a Gerusalemme
Est, con il ritorno dei profughi e la liberazione di tutti i prigionieri.
Allora potremo firmare una tregua di lunga durata, per dieci anni se occorre, o
anche di più”. Ma ਠchiaro che il nemico sionista vuole perpetuare la sua
occupazione. Prova ne ਠche Sharon, dopo aver venduto il ritiro da Gaza come
una “dolorosa concessione”, ritorna a Gaza uccidendo e bombardando, e ritorna
al nord della striscia di Gaza per crearvi una terra di nessuno. E’ chiaro: non
conosce altra lingua che quella dell’occupazione. Non sa cosa voglia dire
una tregua, come mostra la sua violazione della tregua attuale, e non conosce
la lingua della pace. Non conosce altro che la lingua del crimine e del terrore
contro il nostro popolo. Di conseguenza, confermiamo la nostra adesione a
soluzioni per tappe, ma in cambio, non riconosceremo l’occupazione del nostro territorio.
Ecco perchà© il resto del mondo dovrà  riunirsi per mettersi al fianco del nostro
popolo dolente e martoriato, il cui territorio ਠoccupato, i cui luoghi sacri
sono violati e i cui figli sono le vittime della peggiore aggressione. Quanto
alla creazione di uno stato che riunisca ebrei e palestinesi, noi abbiamo
sempre affermato —ma io lo voglio riaffermare ancora una volta— che noi abbiamo
convissuto durante tutta la storia islamica con gli ebrei che in quanto dhimmi,
nello stato musulmano, godevano degli stessi vantaggi ed erano soggetti agli
stessi obblighi nostri; facevano parte della nostra patria. Di nuovo: il
problema non ਠcon gli ebrei. L’unico problema che noi abbiamo ਠcon
l’occupazione israeliana.

S.C. – Dopo il ritiro dei coloni da Gaza, la comunità  internazionale ha
considerato questo ritiro come un passo verso la pace. Ora, dove ਠla pace? Il
vostro movimento afferma che Gaza ਠstata liberata. Ora, quelli che l’hanno
visitata recentemente hanno riferito che il milione e mezzo di palestinesi
che vi abitano si trovano sotto il controllo assoluto d’Israele; una
sorveglianza e una coercizione che cresceranno ancora a causa della costruzione
da parte di Israele della triplice barriera munita di mitragliatrici
telecomandate, di monitor elettronici ed ottici. Piuttosto che parlare di
liberazione, perchà© non denunciare il fatto che gli abitanti di Gaza sono
murati dietro barriere, in un campo di concentramento?

Moshir Al Masri: Sà¬. àˆ chiaro che ciಠche Sharon ha voluto vendere ਠuna
menzogna. In effetti, il ritiro da Gaza non ਠun vero ritiro, n੠un ritiro
totale. Israele continua ad occupare lo spazio aereo di Gaza: i suoi aerei non
smettono di sorvolare Gaza, i bombardamenti continuano e gli attacchi simulati,
cosଠcome gli omicidi mirati dall’aria, per mezzo di velivoli senza pilota e di
missili. Lo stesso vale per l’accerchiamento terrestre e marittimo, compreso il
punto di passaggio di Rafah, che ਠl’unica uscita rimasta al popolo palestinese
che vive nella striscia di Gaza: ਠpiena di telecamere, ci sono commissioni di
sicurezza miste che interrogano tutti coloro che entrano dentro la striscia di
Gaza o ne escono, anche se non c’ਠpiù una presenza militare israeliana
effettiva. Ne consegue che viviamo in un’immensa prigione, e che il nemico
israeliano non ha fatto alcuna concessione. Si ਠritirato da Gaza solo sotto i
colpi della Resistenza: lui stesso ha riconosciuto che non si puಠpiù
sopportare il peso in termini di sicurezza che ricadeva sulle sue spalle a
causa dell’occupazione della striscia di Gaza, in particolare nelle colonie,
grazie ai colpi della Resistenza palestinese, nonostante i mezzi rudimentali di
cui disponeva quest’ultima, che pure ਠriuscita a colpire il nemico israeliano
infliggendogli una dura lezione e insegnandogli che la terra palestinese non
sopporta più di essere occupata da Israele.

S.C. – Al contrario dell’ANC in Sudafrica, nà© Arafat nà© Abu Mazen hanno mai
fatto appello al boicottaggio internazionale, o alla lotta civile, o a sanzioni
punitive contro Israele. Lo stesso presidente dell’università  palestinese Al
Quds ha protestato contro il boicottaggio delle università  israeliana lanciato
da alcuni inglesi. Come spiegate una tale sottomissione a Israele, quando i
palestinesi si aspettano che le proprie autorità  difendano la loro causa?

Moshir Al Masri: E’ chiaro che l’Autorità  palestinese imbocca una deriva
pericolosa e che certi suoi dirigenti si accasciano nelle proprie poltrone.
Sono pronti a far ogni concessione possibile e immaginabile. E’ di questo che
ci siamo resi conto, con il genere di accordo che hanno firmato: non c’era una
posizione solida dell’Autorità  palestinese che fosse in grado di mettere fine
all’aggressione sionista contro il popolo palestinese. Il discorso dominante
era quello delle concessioni: ਠquesto linguaggio delle concessioni che si à¨
imposto per la maggior parte del tempo, a un punto tale che il presidente di
un’università  palestinese ha osato protestare, e in questo avete pienamente
ragione, contro il boicottaggio delle università  israeliane, come se vivessimo
alla pari Israele, dimenticando totalmente il nostro sangue versato, la
confisca delle nostre terre e la messa sotto occupazione di tutte le
possibilità  popolo palestinese! Sà¬, purtroppo, esiste la sottomissione
dell’Autorità  all’amministrazione israeliana, in cambio di non-concessioni
israeliane verso l’Autorità . E questo, perchà© l’Autorità  si ਠlasciata legare
mani e piedi da accordi da cui non puಠuscire, nel momento stesso in cui Sharon
e i suoi compari negano gli stessi accordi, dichiarando che gli accordi di Oslo
non hanno più esistenza pratica, sul terreno.

S.C. – I parlamentari europei —di sinistra e di destra— hanno votato nel
2004, a grande maggioranza, una risoluzione chiamata “Pace e Dignità  in
Medio Oriente” che esige che l’Autorità  palestinese conduca una lotta contro
gli atti di terrorismo. Questa risoluzione: “…ribadisce la sua ferma condanna
cosଠcome il rifiuto di ogni atto di terrorismo commesso da organizzazioni
terroristiche palestinesi contro il popolo israeliano ed esige che
l’Autorità  nazionale palestinese conduca una lotta senza quartiere contro
tali atti di terrorismo fino allo smantellamento totale di tali
organizzazioni”; “…dichiara espressamente che il terrorismo palestinese, siano
le sue vittime civili o militari, non solo ਠresponsabile di numerose vittime
innocenti, cosa che lo rende ancora più condannabile, ma in più nuoce
gravemente al processo di pace che si cerca di riprendere “. Cosa dite
all’Europa?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda i “terroristi”, e l’affermazione
secondo cui la Resistenza non solo ucciderebbe degli innocenti, ma sarebbe un
ostacolo al processo di pace, noi diciamo: “osserviamo in maniera attenta e
precisa lo scenario palestinese e gli avvenimenti che vi hanno avuto luogo dopo
la firma dell’accordo di pace tra palestinesi e israeliani. Chi ha cominciato a
uccidere? Chi ਠstato il primo a perpetrare dei massacri? Come ਠcominciata l’Intifada
di Al-Aqà§à¢, che noi continuiamo a vivere ancora oggi? Non fu per caso con
la visita provocatoria di Sharon alla Moschea di Al-Aqà§à¢, benedetta e
santa per i musulmani e per il popolo palestinese? I fedeli [musulmani] avevano
protestato e le forze di occupazione hanno ucciso decine di loro, in pochi
istanti. Fu allora che insorsero le folle, ovunque, per difendere i propri
luoghi santi, come era loro diritto e loro dovere. E la prima Intifada
non ਠscoppiata forse dopo che un colono aveva deliberatamente ucciso sette
operai palestinesi a Jabalya? Di conseguenza, noi difendiamo il nostro popolo,
e quelli che ci qualificano come “terroristi” si ingannano; devono rivedere il
loro apprezzamento. Noi non siamo “terroristi”. Noi promoviamo la vita,
promoviamo un progetto di liberazione, difendiamo la dignità  e la legittima
fierezza. Il mondo europeo deve cessare di essere complice dell’America, col
suo allineamento evidente con il nemico israeliano. Se studiate e investigate
in maniera meticolosa i problemi in gioco nell’arena palestinese, capirete che
in quasi tutti i casi, ਠl’occupazione che provoca i problemi.

S.C. – Il recente successo elettorale (alle elezioni amministrative) di
Hamas ha gettao nel panico l’Autorità  palestinese. Pensate che dopo aver
regnato per dodici anni come padrone assoluto, dopo essersi lasciata
impantanare nei negoziati “di pace” che hanno solo portato ulteriori
sofferenze ai palestinesi, sarà  capace di rinunciare ai privilegi
acquisiti a spese del proprio popolo e di accettare il messaggio che il popolo
le manda?

Moshir Al Masri: Noi pensiamo che uno dei principi della democrazia
consiste nell’accettazione dei risultati delle elezioni. La nazione non ਠil
monopolio di nessuno, essa appartiene a tutti. Il movimento Hamas ci tiene a
rassicurare tutto il mondo, l’Europa, l’America e il mondo intero, cosଠcome
l’Autorità  palestinese: noi non abbiamo alcuna intenzione di prendere il
posto di nessuno in queste elezioni, nà© di contestare nessuno. Noi vogliamo
consacrare una nuova tappa, quella della partecipazione politica, per farla
finita con l’esclusiva riguardo alla presa delle decisioni in Palestina. Questa
tappa sarà  anche quella dell’unione nazionale di fronte alle sfide proprie di
questa tappa: questo popolo che ha fatto i più grandi sacrifici per costringere
l’occupante a ritirarsi da una parte del suo territorio oggi deve poter vivere
una vita tranquilla e decente, lontana dalle manifestazioni di anarchia e di
insicurezza provocate nella maggior parte dei casi dai servizi detti “di
sicurezza”, ponendo fine al sistema delle raccomandazioni e delle tangenti,
lontani dalla perdite di risorse, dal vuoto davanti all’ignoto, che attualmente
domina la scena palestinese. Ecco perchà© Hamas ha voluto partecipare senza
aspettare oltre alle elezioni legislative, nel tentativo di salvare la scena
palestinese da questa situazione deleteria.

S.C. – Per il popolo palestinese ਠuna situazione che non potrebbe essere
più deprimente. Nulla di ciಠche l’Autorità  palestinese aveva promesso ਠstato
realizzato. Ma se i palestinesi le hanno girato le spalle, questo non vuol dire
che essi aderiscono al vostro programma?

Moshir Al Masri: E’ chiaro che a causa della monopolizzazione del potere
da parte dell’Autorità  palestinese, che da dieci anni prende da sola tutte le
decisioni che riguardano l’avvenire del popolo palestinese, e d’altra parte a
causa del successo del movimento Hamas e del suo programma in materia di
Resistenza legittimante riconosciuta da parte del diritto internazionale,
e del fatto che questo movimento si ਠreso portatore delle preoccupazioni del
popolo palestinese e della bandiera del cambiamento e della riforma, si à¨
assistito a un raggruppamento popolare attorno a Hamas. Inoltre, il popolo
palestinese ਠa maggioranza un popolo musulmano. Ora, Hamas ਠun
movimento musulmano, che vuole che il nostro popolo viva l’Islam come una
realtà  concreta per quanto ci ਠpossibile. E’ chiaro che l’Autorità 
palestinese non ha tratto la lezione dai suoi errori, e la sua situazione à¨
deplorevole. E’ addirittura incapace di tenere testa ai propri membri che
praticano il sequestro degli stranieri, che nuocciono all’immagine onorevole
del nostro popolo, o che praticano l’occupazione di diverse istituzioni, il
racket e l’intimidazione. Tutto ciಠfa sଠche l’Autorità  palestinese attraversi
un periodo di grande debolezza e di decomposizione. Ecco perchà© noi ci tenevamo
a partecipare alle elezioni, affinchà© l’Autorità  recuperasse il proprio
prestigio e il diritto ritrovasse il proprio primato. Noi vogliamo creare
un’Autorità  palestinese rispettabile, affinchà© il popolo palestinese la possa
rispettare.

S.C. – Salvo che Ramallah, durante l’anno passato, in occasione delle
elezioni locali, Hamas ha raccolto più del 50 % dei voti. Il FPLP,
partito di sinistra, si ਠalleato a voi in certi comuni. Questo tende a
dimostrare che non si tratta di votare per una religione, ma per uomini e donne
integri che, al contrario dei quadri di Fatah, non hanno mai abbandonato la
lotta di liberazione?

Moshir Al Masri: Il fatto che Hamas abbia concluso alleanze con il
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina o con altre organizzazioni
conferma che non si tratta di un movimento settario, nà© sclerotico, nà©
ripiegato su se stesso. Hamas ਠun movimento che si afferma come un
pagina aperta a tutti, come un movimento pronto ad allearsi con tutti i figli
del nostro popolo palestinese, per difendere gli interessi superiori del nostro
popolo, nel quadro di un cambiamento e di una riforma reali nell’arena
palestinese. Da qui deriva il sostegno dato da Hamas a un candidato di sinistra
( e cristiano-Nota del Campo) per il posto di sindaco di Ramallah, un sostegno
che non costituisce affatto un caso isolato (anche a Bethlem-Nota del Campo),
tutt’altro. Noi diciamo a tutti che non vogliamo prendere il posto di nessuno,
non vogliamo cacciare nessuno. Vogliamo vivere un’esistenza degna e tranquilla,
al riparo da tutti fenomeni che la scena palestinese conosce da dieci anni. Noi
vogliamo accordarci su una strategia ben definita che protegga i diritti del
popolo palestinese e conservi le sue conquiste, senza fare considerazioni sulle
appartenenze di questi alleati: ਠsufficiente che siano palestinesi e che
vogliano servire la causa del popolo palestinese.

S.C. – Perchà© avete deciso di partecipare a queste elezioni quando invece la Jihad
islamica si ਠastenuta? Le elezioni sotto occupazione non distraggono i
palestinesi dall’essenziale? La priorità  non ਠquella di non nuocere al
dialogo inter-palestinese per rilanciare la lotta nazionale?

Moshir Al Masri: Quali sono le priorità  di Hamas, al momento attuale?
Mettiamo i puntini sulle ” i ” : Hamas ha tre priorità , nessuna delle
quali ਠcaduca o meno importante delle altre. La prima priorità  à¨ il
rafforzamento dell’unità  interna perch੠ਠchiaro che ਠquesta unità  che
protegge il campo palestinese da ogni sviluppo pericoloso. La seconda ਠil
rafforzamento della partecipazione politica, che rappresenta un’opzione in
grado di salvare la scena palestinese dall’attuale marasma. Il terzo punto ਠil
rafforzamento del programma della Resistenza come scelta strategica del
nostro popolo, finchà© un’occupazione continuerà  a pesare sulla nostra terra e
finchà© dura l’aggressione continua contro il nostro popolo. Questa ਠstata la
scelta di tutte le rivoluzioni del mondo, compreso in Europa e in America. Si
tratta di una scelta riconosciuta dal diritto internazionale.

S.C. – La partecipazione di Hamas alle elezioni legislative palestinesi nei
territori sotto il controllo dell’Autorità  palestinese, ਠstata messa in
discussione da Javier Solana. Costui, riprendendo le minacce degli Stati Uniti,
ha fatto pressione sui palestinesi affermando che se Hamas avesse vinto le
elezioni, gli aiuti finanziari europei sarebbero stati sospesi. Ciಠindica che
l’Europa non riconosce ai palestinesi il diritto di scegliere i propri
rappresentanti nà© quello di resistere. Questo ricatto, che minaccia i
palestinesi con uno strangolamento finanziario, e quindi di renderli ancora più
deboli di fronte all’occupante, impedirà  ai palestinesi di votare per i
candidati di Hamas o del FPLP?

Moshir Al Masri: Per quanto riguarda la questione di sapere se le
minacce europee e quelle americane di tagliare gli aiuti sono in grado di
dissuadere il nostro popolo dal sostenere Hamas, risponderಠche penso che le
dichiarazioni tanto europee quanto americane a tale effetto hanno coinciso con
la quarta tappa delle elezioni comunali palestinesi, in particolare nelle città 
più grandi. Ora, che effetto hanno avuto? Hamas ha vinto le elezioni nelle più
grandi città  palestinesi, come Nablus, El-Bireh, Ramallah o Jenin. Di
conseguenza, il nostro popolo palestinese ਠun popolo che confida
essenzialmente in Dio – che sia esaltato! – e che conosce il versetto coranico
” E’ nel cielo che si trova la vera vita che vi ਠstata promessa “. Il
popolo sa benissimo che esiste un complotto internazionale ordito contro di
lui. Di conseguenza, vuole scegliere coloro che saranno in grado di
rappresentare la sua preoccupazione e coloro di cui sa, con fiducia, che
saranno degni della missione che egli conferirà  loro, per la grazia di Dio!
Noi, Hamas, ci siamo messi alla prova, nel corso degli anni, in numerose
istituzioni, sindacati, cooperative o altro, e abbiamo dato un esempio da
seguire. E’ con conoscenza di causa che il popolo palestinese ci ha eletti, ਠa
causa della sua fiducia. Ecco la spiegazione della provocazione
dell’amministrazione americana di non concede al popolo palestinese le briciole
(che non rappresentano praticamente nulla nel bilancio palestinese), e la
posizione europea —vedete le dichiarazioni di Javier Solana che non penso
tuttavia riflettano tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Diciamo
che io non considero che l’ultima posizione assunta dal Quartetto sia
una posizione di grande fermezza. Si tratta piuttosto dell’espressione di una
ritirata: dopo aver rifiutato la partecipazione di Hamas alle elezioni, certi
partner internazionali hanno superato questo blocco, dopo aver constatato la
determinazione e la volontà  dei palestinesi, come anche l’unanimità  sulla
necessità  della partecipazione di tutti a queste elezioni. Le potenze straniere
che si oppongono alla nostra partecipazione hanno cominciato a brandire la
minaccia di sospendere gli aiuti economici, poi hanno smesso di farlo dopo aver
constatato che ciಠnon avrebbe dissuaso per nulla i palestinesi dal
votare per Hamas. Allora si sono accontentati di formulare delle messe in
guardia contro la partecipazione di Hamas a qualunque futuro governo
palestinese. Io sono convinto che i partner internazionali si vedranno
costretti a scendere a compromessi con una realtà  nuova per loro: il movimento
Hamas ਠuna componente autentica del popolo palestinese, fa parte di coloro che
determinano la decisione politica palestinese.

S.C. – La posizione del Quai d’Orsay [ministero degli esteri della Francia,
ndt] ਠstata più sfumata di quella di Solana : “Noi pensiamo che sia importante
che il processo elettorale che sta avendo luogo nei territori palestinesi si
possa svolgere normalmente. Hamas resta iscritta alla lista “delle
organizzazioni terroriste dell’Unione Europea, finchà© non avrà  rinunciato alla
violenza e riconosciuto lo stato d’Israele. Da parte nostra, seguiamo con
interesse lo sviluppo di Hamas sul piano politico”. Vi sembra possibile
rinunciare alla lotta armata e riconoscere lo stato ebraico d’Israele ?

Moshir Al Masri : Per quanto riguarda il riconoscimento dello stato
d’Israele e la rinuncia alla lotta armata, io rispondo: come si ਠliberato il
Libano; come si sono liberati molti paesi europei, e come si ਠliberata
l’America del Nord? Non ਠstato con la cacciata delle potenze che li
occupavano? Sono dieci anni che cerchiamo di negoziare, con quale risultato? Il
risultato, non ਠforse l’ignoto? Il risultato non ਠforse il vuoto? Cos’ha
raccolto l’Autorità  palestinese? Cos’ha raccolto il popolo palestinese? Nulla,
se non sofferenza, distruzione, la sconfitta della causa palestinese per dei
lustri. Non si puಠcontinuare a fare questo genere di esperienza, votato alla
sconfitta, nà© accettare un’occupazione che si incrosta, che continua a
uccidere, a massacrare, a perpetrare il terrore contro il popolo palestinese.
Noi diciamo che Hamas ਠun movimento aperto, pronto al dialogo con chi lo cerca
alla luce degli interessi superiori del popolo palestinese. Ma un dialogo con
l’occupazione sionista, questo ਠun dialogo che ਠgià  fallito, anche se à¨
stato tentato sulla base delle più grandi concessioni da parte nostra, in
cambio di assolutamente nulla da parte israeliana.

S.C. – Vi sconvolge sapere che i dirigenti dei paesi democratici si sono
sistematicamente rifiutati di sanzionare Israele che viola le Convenzioni di
Ginevra —demolizioni di case, esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, omicidi
di bambini— e anche sapere che le associazioni a favore della Palestina hanno
collaborato con l’Autorità  palestinese che ਠstato un sistema corrotto e repressivo?
Non pensate che la vostra arma migliore consista nello spiegare meglio
all’opinione internazionale che tipo di sostegno i palestinesi sotto
occupazione militare si aspettano?

Moshir Al Masri: Sà¬, mi sconvolge. In effetti, noi abbiamo bisogno di una vasta
campagna mediatica. Ma ਠchiaro che i sionisti e i loro amici possiedono mezzi
di informazione estremamente potenti che schiacciano i nostri. Israele ha
violato la quasi totalità  delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
dell’Onu, come tutte le Convenzioni di Ginevra, commettendo i peggiori crimini
terroristici contro il nostro popolo: distruzione di case, di terre agricole,
omicidio deliberato di bambini innocenti e tutto ciಠsenza giudicare il più
piccolo soldato responsabile di questi omicidi, in particolare di bambini come
quello del giovane Muhammad Al-Durra, a cui tutto il mondo ha assistito:
l’hanno visto gridare, supplicare. Invano. Il risultato? Il soldato
responsabile di aver ucciso deliberatamente ਠstato in carcere per appena un mese.
Questo equivaleva puramente e semplicemente a farsi beffe del sangue
palestinese versato. Sà¬, dobbiamo denunciare tutte le violazioni
israeliane delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e anche di quelle
delle Convenzioni di Ginevra. Noi abbiamo bisogno degli sforzi delle
giornaliste e dei giornalisti europei, dei giuristi, di tutte le persone e
istanze portatrici del senso della parola “umanità “, che capiscono cosa
significhi l’occupazione e che conoscono l’orrore del crimine e del terrorismo
sionisti contro il nostro popolo, affinchà© facciano capire al mondo, finchà© à¨
loro possibile, qual ਠla vera situazione. Noi sappiamo che esiste una
connivenza tra i regimi politici europei e il nemico israeliano, ma
sappiamo anche che esiste presso di voi, in Europa, gente che difende i valori
umani, e noi stringiamo loro fraternamente la mano, mentre li preghiamo di
moltiplicare i contatti con noi.

S.C. – Detto altrimenti, Israele avrà  il ruolo del buono finchà© l’opinione
pubblica non capirà  che la radice di questo conflitto non ਠla religione, ma la
lotta di un popolo per difendere la propria terra, e anche l’espulsione di tre
quarti dei palestinesi nel 1948 per installare al loro post della gente di
confessione ebraica proveniente da ogni parte del mondo. Finchà© durerà  tale
negazione della storia, sarà  facile per Israele ribaltare le responsabilità  e
accusare di terrorismo coloro che alzano la testa. Se voi otterrete la
maggioranza alle elezioni legislative, sarete pronti a incontrare i
responsabili politici europei per ricordare loro che il punto centrale del
conflitto ਠl’esproprio e la pulizia etnica dei palestinesi da parte di
Israele? E più in generale, cosa pensate di fare?

Moshir Al Masri: Se otterremo la maggioranza nelle elezioni legislative,
ci penseremo. Ma, sul piano del dialogo con l’Europa e gli Stati Uniti,
Hamas non ਠostile verso nessuno, e noi siamo pronti a dialogare con chi vorrà 
dialogare con noi. Noi abbiamo dialogato con l’Europa, in particolare con dei
parlamentari europei, e abbiamo instaurato un dialogo con degli universitari
americani a Beirut (ma non si tratta di persone in possesso di qualunque potere
esecutivo negli Stati Uniti). Hamas ਠun movimento aperto a tutto, e certamente
non un movimento rigorista nà© un movimento complessato. E’ chiaro, Hamas
ਠun movimento portatore di un progetto islamico, che vuole che tutti vivano
nella libertà  e nella dignità , e quindi che il nostro popolo viva nella libertà 
e nella dignità . Quello che chiediamo al mondo ਠdi non allinearsi, di non
continuare con questo allineamento palese, omicida e provocatore con il
nemico sionista, al prezzo degli interessi nazionali del popolo palestinese.
Noi siamo pronti a dialogare con qualunque partner, con l’eccezione di Israele
che perpetua l’occupazione e l’aggressione contro il nostro popolo
palestinese, al fine di rendere esplicito ciಠche deve e puಠessere, e di
mettere tutti al corrente di ciಠche succede sulla scena palestinese, e anche
al fine di ricordare ai nostri partner che il problema ਠl’occupazione e
l’aggressione, e niente affatto il nostro popolo e la sua legittima resistenza.
Il problema ਠda parte di coloro che sono venuti per cacciare il nostro popolo
da casa sua e occuparne le terre. Di conseguenza, siamo convinti che il mondo
libero deve fare uno sforzo perchà© il popolo palestinese possa vivere
libero e con dignità , come vive lo stesso mondo libero.

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